Soppy: una storia d'amore fatta di sfavillanti dettagli

"Le grandi storie d'amore non hanno bisogno di grandi gesti, ma solo di piccoli dettagli".

Soppy è una storia d'amore che si legge in pochi minuti, ma si fa guardare per giorni interi.

Philippa Rice non spreca parole inutili in questa tenera raccolta. I suoi dialoghi si consumano in frasi brevi e sempre spontanee, quasi abbozzate ai margini di una narrazione fatta di contrasti e colori intensi. L'autrice ne ha scelti tre: il bianco, il nero e un rosso sgargiante che, tra tratti tondeggianti e paesaggi abbozzati, si alternano per raccontare la vita quotidiana dei due protagonisti.

A portare in vita e farci entrare in empatia coi personaggi, però, c'è un'altra magia: quella della regia di Philippa Rice, fatta di richiami interni e di una formidabile attenzione per i dettagli. In Soppy, elementi che all'inizio possono sembrare solo casuali o secondari si rincorrono dalla prima all'ultima pagina per costruire una normalità fatta di piccole cose.

Philippa Rice e Luke Pearson così come appaiono in SoppyPhilippa Rice
Philippa Rice e il suo fidanzato, l'illustratore Luke Pearson, sono i protagonisti di Soppy

Un teschietto; una coperta preferita; un porta dolci in cima al frigorifero: ogni oggetto ci aiuta a farci un'idea precisa dello scenario dove si muovono i protagonisti e del loro mondo interiore. Soppy ce li presenta spesso come due universi paralleli che poi s'incontrano, attirati dalle loro differenze ma soprattutto dai loro punti in comune. Entrambi artisti, anche nella vita reale, Philippa e Luke vivono "nei loro calzini", eternamente circondati da materiale da disegno e personaggi fatti all'uncinetto che sembrano osservarli (e quasi giudicarli!), mimando le loro emozioni

Li vediamo vivere da soli e poi trasferirsi nella stessa casa, dove danno il via a una nuova domesticità senza rinunciare ai loro rispettivi mondi. Lei, amante dei videogiochi e patita del Signore degli Anelli, ha il suo rifugio preferito nello studio al piano inferiore. Lui, al piano di sopra, sta chino al suo tavolo da disegno con un té che rischia sempre di raffreddarsi, dimenticato tra un bozzetto e l'altro.