Anna sta mentendo, recensione del romanzo di Federico Baccomo

Un romanzo che entra nelle complicanze del mondo 2.0, s’interfaccia con un’app che sonda sospetti e mette sotto analisi ciò che è vero contro ciò che è falso. Questo è il tema portante di Anna sta mentendo.

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Una spunta rossa: il messaggio è stato recapitato. Doppia spunta rossa: il messaggio è stato visualizzato. Anna sta mentendo sostituisce il classico Anna sta scrivendo. Che le bugie abbiano inizio.

Come saremmo oggi senza tecnologia? Se un’app di messaggistica come WhatsApp si trasformasse improvvisamente in una bocca della verità, la useremmo?

Scritto dal pugno di Federico Baccomo e pubblicato da Giunti Editore, Anna sta mentendo è un romanzo che indaga i riflessi della tecnologia nelle nostre vite, analizzando ciò che abbiamo perso contro ciò che abbiamo acquisito. Quanto è importante conoscere la verità e quanto, altre volte, è più importante che la vita venga ammorbidita da piccole (o pesanti) bugie?

La trama di Anna sta mentendo

Riccardo è un uomo della scienza. Lavora per una compagnia che effettua esperimenti legati alla sfera emotiva dell’essere umano. Essendo amante della letteratura sin da bambino, l’impiego che gli è stato offerto appare alquanto irrealistico: il compito di Riccardo è quello di dover selezionare letture potenzialmente emotive da sottoporre a delle cavie da laboratorio e di conseguenza poterne riscontrare gli effetti.

Riccardo è figlio di un padre che non c’è più e di una madre che sembra essere sbiadita dietro la perdita. Una donna che vive nel desiderio e nella paura di riabbracciare il marito e che si mantiene ancorata alla vita tramite il potere dei ricordi. Riccardo è costretto a rapportarsi con il fantasma del padre e ciò che si è lasciato alle spalle: una vita di ricordi e avventure che sua madre, d’improvviso, non sembra più sopportare da sola.

Riccardo è un uomo e, come tale, ha bisogno d’amore. Anna entra nella sua vita in seguito a una relazione fallimentare che lo ha portato ad essere diffidente e paranoico. Anna appare essere tutto il contrario di Maddalena, l’ex ragazza. Anna è pacata, discreta, analitica, poco adatta alle smancerie in pubblico, eppure sembra essere la ragazza perfetta per Riccardo, finché una sera WhatsApp viene sostituito dal download di una nuova app e Anna diventa improvvisamente una bugiarda.

WhatsTrue è la nuova ossessione di Riccardo. Un’app dallo slogan carente (ricorda quelli tipici della televendita su MediaShopping) ma dall’impatto distruttivo. E Riccardo lo impara a sue spese.

WhatsTrue: quando la verità fa male

L’applicazione si era insediata sul telefono di Riccardo e, a quanto pareva, si era trovata tanto bene da farselo bastare: il primo caso di virus sobrio, capace di accontentarsi.

Baccomo utilizza l’escamotage dell’applicazione per far luce sul malessere che affligge la società odierna. Abbiamo imparato ad accontentarci lasciando che una conversazione a cristalli liquidi diventi più efficace e soddisfacente di una conversazione faccia a faccia. Abbiamo permesso a un emoji di rappresentare la maggior parte dei nostri pensieri, anche sapendo di poter essere fraintesi. E il filo tra realtà e finzione sembra essersi aggrovigliato, rendendo difficile riconoscere la verità dalla menzogna.

Era stato tutto falso? Oppure, quando aveva smesso di essere vero?

La paranoia di Riccardo diventa un eco dei pensieri del lettore. L’analisi romanzata dell’autore permette di riflettere su ciò che accade nella vita di tutti i giorni senza darci l’opportunità di accorgercene.

La bugia, quella di Pinocchio o di Ulisse, si annida nel corpo e si espande come un virus nelle nostre azioni, nelle nostre digitazioni, rimbalza dal cervello alle App e si imprime in un sistema atrofizzato e artificiale che preferisce tenerla con sé anziché cacciarla via.

Lo stile di Federico Baccomo

Il dolore è un amante testardo che non tollera di essere allontanato, non si arrende facilmente, trova sempre un modo per stringere di nuovo a sé il compagno in fuga*.*

Anna sta mentendo ha tutta l’aria di essere un thriller psicologico con una cadenza romanzata che rende la lettura scorrevole e accattivante. La narrazione cade nel vezzo delle spiegazioni tecniche, che anziché arricchire talvolta provocano un senso d’alienazione. L’autore si giostra con tecniche di narrazioni differenti, mantenendo il filo della storia sempre teso alla ricerca di nuovi dettagli stupefacenti ma incastrando pezzi di vita o spiegazioni più emotive in piccole parentesi, come se sentisse il bisogno di sospendere azioni e sensazioni in un universo parallelo.

Altra copertina di Anna sta mentendoGiunti
Anna sta mentendo, di Federico Baccomo

Ciò che caratterizza appieno questo romanzo è una scoperta che viene da sé durante la lettura. Quello che appare essere un romanzo di narrativa contemporanea che a sua volta si tinge dei colori sfocati del thriller psicologico in realtà potrebbe essere interpretato come un diario di bordo. La circolarità della penna di Baccomo si riscontra in vari punti della storia, ma è l’inizio che combacia con la fine che rende piuttosto chiare le intenzioni dell’autore.

L’importanza della lettura in Anna sta scrivendo

Leggere, Dio mio, è l’attività più fuori moda che ci sia. Ci fanno pure le campagne di promozione. Come i panda, proteggi i lettori. Ci manca poco che li facciano accoppiare.

Baccomo ha dipinto un personaggio protagonista amante della lettura che incarna lostereotipo del lettore odierno, quello che si sente parte di una razza in via d’estinzione senza rendersi conto che infondo a leggere, si legge tutti i giorni. Lo facciamo in continuazione: su Facebook, su Twitter, sugli articoli online, persino con Messanger o WhatsApp siamo costretti a leggere per comunicare.

Più che una storia preferita, Riccardo ogni sera sperava in una storia nuova.

Ciò di cui parla Riccardo riguarda il piacere della lettura, quell’amore puro che riguarda un mondo di parole intrecciate che sono in grado di trascinare il cervello in nuove vite ed esperienze. Un amore con il quale, forse, ci si nasce.

L’uomo privato cede il passo all’uomo pubblico

Recensione di Anna sta mentendoGiunti
Anna sta mentendo. E tu?

Riccardo si presenta come uno sperimentatore, ma al termine del viaggio in Anna sta mentendo (a dire il vero, già a metà libro è chiaro il suo ruolo nella vicenda) il suo vero ruolo viene fuori devastando tutte le sue certezze, sbrindellando i suoi castelli di sabbia, mettendolo davanti alla cruda e brutale realtà dei fatti.

Riccardo è una cavia di WhatsTrue, un’app che fa luce sulle menzogne infiocchettate della gente e insinua dubbi nel cuore che presto o tardi conducono a scelte autodistruttive.

La nostra è senza dubbio l’età dell’informazione.

Ma chi è davvero Anna?

Nonostante il suo nome compaia nel titolo, Anna è un personaggio subordinato al protagonista. È tramite Anna che Riccardo inizia ad indagare sul mistero di WhatsTrue, sulle bugie nella sua vita e con quante sfaccettature possiamo realmente mentire. L’abilità dell’autore sta nel conferire al ruolo di Anna un alone sbiadito, tenerla costantemente in dubbio assieme ai pensieri di Riccardo, chiedersi quando o se Anna mentirà.

I personaggi dell’intero romanzo sembrano essere intrappolati in nomi senza volto, richiamando persino la scelta della copertina. Descrizioni fisiche minimaliste, per non dire assenti, conferiscono ai personaggi un fascino d’intangibilità, esattamente come sono le App.

Un romanzo che tiene con il fiato sospeso fino all’ultima parola, intrighi e cospirazioni che trascinano il lettore nella mente del protagonista a combattere un male digitale che, probabilmente, ce lo siamo cercato da noi.

Anna sta mentendo è una chiave di lettura della società contemporanea: l’uomo è schiavo di una comunicazione digitale in cui bisogna chiedersi qual è la differenza tra condividere e comunicare, tra leggere e scrivere.

Tra bugia e realtà.