Come parlare alle ragazze alle feste, la recensione: la magia di Gaiman, disegnata

La tristezza adolescenziale e la dimensione onirica di Gaiman diventano un pregevole volume adattato dai brasiliani Fábio Moon e Gabriel Bá: un piccola perla fra le novelle brevi non perde il suo smalto nell'adattamento a fumetti.

Neil Gaiman non ha bisogno di presentazioni, nel mondo dei fumetti come nel mondo di cinema e TV. Avete presente American Gods? Ecco, è una serie TV basata su un suo famoso romanzo.

Bao, con il fiuto che la contraddistingue, ha da poco pubblicato un adattamento di una short story dell'autore inglese, adattamento a fumetti firmato Fábio Moon e Gabriel Bá (Due Fratelli, The Umbrella Academy).

Dunque, il peculiare stile di Gaiman ha forse perso qualcosa nella versione disegnata? Nemmeno per sogno.

Nel cartonato, infatti, tutta la dimensione onirica di Gaiman trova terreno fertile (fertilissimo!) negli acquerelli dei due fratelli brasiliani. Sullo sfondo, la malinconia tutta sudamericana si fonde in modo perfetto con la storia dell'inglese: il risultato è qualcosa di prezioso e luminoso.

La potenza della semplicità della narrazione di Gaiman è un possente motore che muove l'arte di Fábio Moon e Gabriel Bá: Come parlare alle ragazze alle feste è una storia breve ma che racchiude al suo interno molto più di un arco narrativo.

Il volume comincia seguendo i passi spavaldi di Vic e Enn, due giovani maschi londinesi degli anni '70. Sono alla ricerca di una festa, una festa dove ci saranno delle ragazze.
Niente di strano in tutto questo, no? Giovani e party sono un connubio perfetto e sempre lo saranno.

Bene, i nostri due "eroi" vagano per le strade di Croydon, sobborgo di Londra, alla ricerca di una particolare festa di cui, però, hanno perso le indicazioni. Vic, belloccio e spigliato, non si fa certo ostacolare da un dettaglio così triviale. Enn, più timido e incerto, lo segue riluttante.

Alison mi ha dato l'indirizzo, io l'ho scritto su un pezzo di carta... ma l'ho lasciato nell'ingresso. Non importa, la troverò.

Quella che comincia come una serata come tante, prenderà una piega decisamente inaspettata. Una piega fuori da questo mondo, un po' come appaiono le ragazze agli occhi dei giovani uomini durante i loro primi approcci.

Vic e Enn alla fine trovano il party, anche se non è quello indicato da Alison: la musica è strana e ci sono davvero molte ragazze.

Tavola di Come parlare alle ragazze alle festeBao

Vic è nel suo ambiente naturale e "punta" subito Stella, la bellezza eterea che ha aperto loro la porta (togliendogli letteralmente il fiato).

Enn viene presto lasciato solo e tenta di approcciare le misteriose creature che ha intorno come Vic gli ha suggerito: parlando. I suoi timidi tentativi - comuni a tutti noi maschi, ad un certo punto della nostra adolescenza - ricevono completa indifferenza prima, un lieve attenzione poi e un deciso interesse all'ultimo tentativo. C'è da dire che quelle ragazze non sembrano del tutto "terrene". La musica poi è davvero strana (l'ho già scritto? Sì ma è utile ripeterlo).

La seconda ragazza, Wain di Wain, è decisamente poco comune ed è qui che Gaiman inizia a destabilizzare il suo lettore. La terza ragazza, con gli occhi così grandi e l'apparenza non troppo attraente - "Non era la più carina ma lo era abbastanza", un altro grande classico giovanile - è decisamente aliena, stretta nella sua "sacca di carne, destinata a marcire, appesa ad un'intelaiatura di calcio".

Enn non si meraviglia più di tanto. Il suo bisogno è così totalizzante da rendere tutto offuscato: vorrebbe solo toccarla, vorrebbe stabilire un contatto con quella ragazza che rappresenta da sola un intero universo, sconosciuto ma stranamente affascinante.

La quarta ragazza, che si presenta come una poesia, incanta letteralmente il povero Enn: la sensazione di avere a che fare con qualcosa di alieno è una metafora non troppo velata. Enn è completamente alla mercé della bella giovane dalla chioma rossa: è magnetica e, a momenti, anche inquietante.

Il party diventa così una specie di rito cosmico, capace di alterare le vite di intere galassie (di maschi).

La catarsi di Enn è interrotta bruscamente da Vic, che nel frattempo si era appartato con Stella: i due giovani devono andarsene, subito. Vic sembra aver risvegliato qualcosa di primordiale e terribile, come solo l'ira di una giovane donna può essere.

Gli amici fuggono, letteralmente, a gambe levate: Vic non è più l'adorabile spaccone di poche ore prima, è... cambiato. Anche Enn è diverso, ma la sua è un'evoluzione, una crescita.

Avete presente quando si passa dall'età magica della giovinezza a quella tormentata dell'adolescenza? Ecco, il sentimento è quello: si diventa adulti e si perde qualcosa.
Ma si guadagna anche qualcosa.

Insomma, in 80 pagine a colori - stupendi - c'è una fase cruciale di tutti noi. Ognuno l'ha vissuta a modo suo, questa magica e surreale sensazione. Gaiman, da narratore di razza qual è, suggerisce senza mai essere categorico.

Non poteva che essere così, in fondo.

I disegni di Bà e Moon sono davvero di livello: i toni variano dal caldo al freddo a seconda dei momenti, rispecchiando perfettamente l'altalenante umore adolescenziale del povero Enn. Il suo contatto ravvicinato con Triolet, la poesia, è di una potenza stupefacente, così come l'ira di Stella nei confronti di Vic.

Raramente ho visto disegni e arco narrativo funzionare così bene insieme.

Cover del fumetto Come parlare alle ragazze alle festeBao