Nailbiter Volume 3, la recensione di Sangue nell'Acqua
L'amore per l'omicidio diventa sempre più contagioso nel terzo volume di Nailbiter. Chi diventerà il prossimo serial killer generato da una città degli orrori?
Il sangue non ha ancora finito di scorrere a Buckaroo, Oregon. La città dei serial killer ha ancora voglia di mietere vittime, e qualcosa di sinistro inizia a risvegliarsi nei suoi abitanti.
Nel terzo volume di Nailbiter, Joshua Williamson e Mike Henderson ci portano nelle viscere della città, un orrido ventre ancora gravido di orrori. A guidarli c'è sempre la stessa domanda: cosa può trasformare qualcuno in un serial killer? È questo il mistero al centro di un thriller-horror che si divora con sempre più gusto.
Nella pancia della bestia
Sangue nell'Acqua, che raccoglie i volumetti 11-15 dell'edizione originale Image Comics, è un viaggio nella psiche dei suoi protagonisti. Ritroviamo l'agente dell'NSA Nicholas Finch, lo Sceriffo Crane e soprattutto Edward Charles Warren, quell'assassino chiamato Mangiaunghie per il particolare destino che riserva alle sue vittime.
Ma da dove viene questa suafame insaziabile, e quanto tempo fa ha iniziato a farsi sentire? I flashback di questo volume seguono Warren dal suo primo, casuale assaggio di sangue fino a un'adolescenza segnata dalla paura per le pulsioni che crescono dentro di lui.
Gli stuzzicanti assaggi del passato di Warren sono legati a doppio filo alla vera natura di Buckaroo e dei suoi abitanti. Le famiglie della cittadina, lo avevamo già capito nei precedenti volumi, hanno molto a che fare con la genesi dei suoi killer. Ma sarebbe sbagliato dare tutta la colpa a una predisposizione genetica: il mistero di Williamson ed Enderson hanno cominciato a sciogliere è ben più complesso.
Non lo vediamo ancora del tutto, quello scheletro nell'armadio che è la chiave di tutti i segreti della città. Gli autori ce lo rivelano un frammento alla volta, tanto per darcene un assaggio, tra conferme di cose che già sospettavamo e indizi che spingono Finch e lo Sceriffo Crane verso nuove verità.
Quello che intraprendiamo nel volume 3 è soprattutto un viaggio nelle suggestioni che circondano il mito dei serial killer. Spesso tendiamo ad associare gli assassini seriali a creature diaboliche, tanto morbosi e crudeli ci appaiono i loro crimini.
E infatti l'elemento superstizioso/sovrannaturale non manca di fare la sua apparizione anche tra le pagine di Nailbiter, ma con una funzione ben precisa: quella di essere prontamente sfatato da Warren. Il killer si prende gioco della temporanea ingenuità dei suoi accompagnatori, e non fa nulla per nascondere il proprio divertimento. Lui la verità la sa già: tutto, inclusa la violenza più insensata, nasce dall'essere umano e non da una forza ad esso estranea.
Il mondo esterno al massimo può provvedere a costruire scenari fertili di follia, come la stessa città di Buckaroo prova senza troppe difficoltà.
La territorialità degli assassini
Gli autori di Nailbiter non hanno dimenticato di fare spazio alla curiosità morbosa degli esseri umani. La fascinazione per i crimini più efferati continua ad essere presente in molte forme nella loro storia.
La già nota spettacolarizzazione dell'orrore torna grazie alle insistenti domande dei giornalisti e ai flash delle loro macchine fotografiche; ma vi sono altri esempi meno evidenti che rimandano a questa fascinazione.
Gli adolescenti di Buckaroo, abituati agli orrori della città, arrivano a normalizzare le atrocità e ad eleggere a loro idoli alcuni degli assasini più famosi della città, quasi come se questi fossero delle celebrità da ammirare (e da imitare!). Lo stesso Sceriffo Crane, come sappiamo, al liceo era una fan devota della Bionda, una dei 16 serial killer conosciuti nei primi due volumi di Nailbiter.
Nel terzo volume viene messa in rilievo anche una certa "territorialità dell'assassinio": quel processo per cui gli assassini di Buckaroo scelgono come e quando somministrare la morte, secondo regole che stabiliscono le loro individuali competenze come se si trattasse di un rito, o di una sacra missione.
Non a caso, in Scorrerà il Sangue conquistano un nuovo primo piano le folle fomentate dallo zelo di leader egocentrici e veri e propri culti. Da una parte questi gruppi incarnano la rabbia e l'oltraggio della popolazione; dell'altra si trasformano in una delle molte peculiarità capaci di attirare lo sguardo delle telecamere. Il valore di una vita umana può essere ridotto a quello di un semplice momento di svago, fisico o intellettuale?
La follia che, piano piano, contagia abitanti e visitatori di Buckaroo si spinge oltre: verso un segreto che, se rivelato, potrebbe sconvolgere per sempre un mondo ancora non pronto ad accogliere le sue verità.
Non stupiamoci, allora, se col terzo volume di Nailbiter i colori di Adam Guzowski si fanno ancora più cupi: ci troviamo nella "pancia" di quella bestia che è Buckaroo, dopotutto. L'elemento più brillante è proprio il sangue, accento scarlatto anche di diversi flashback e fantasie, e che sembra illuminare le scene in cui è presente di una gioia macabra.
Che il segreto di Buckaroo abbia davvero a che fare col liberare l'oscurità che si cela in ogni essere umano?
Il terzo volume italiano
Il terzo di volume di Nailbiter è disponibile in Italia dal 4 agosto 2017 grazie a SaldaPress.
La copertina del volume (un brossurato di 128 pagine con alette) conserva la riconoscibile veste grafica delle precedenti. Dopo il rosso e l'azzurro, è la volta di un tomo dagli accenti verdi coi giovani Warren e Crane in copertina. Alle loro spalle, l'ombra del macellaio di Buckaroo.
I contenuti extra di Sangue nell'Acqua comprendono le variant cover dell'originale volumetto #11 disegnate da Riley Rossmo e Dustin Nguyen e un approfondimento sulla creazione di una splash page ad alta tensione dove ritroviamo anche l'uomo delle api incontrato nei precedenti capitoli.