La donna di ghiaccio, recensione del thriller numero 1 in Inghilterra

di Chiara Poli

Lo consigliano molti librai: diffidare dei romanzi più venduti ed eccessivamente osannati, se si tratta di gialli che vorrebbero soprenderci senza però riuscirci.... Come La donna di ghiaccio di Robert Bryndza,

Indice

La decennale esperienza da lettrice non mi ha ancora insegnato a diffidare del "libro del momento": ci sono cascata un'altra volta.

La vecchia questione del caso editoriale del momento, di cui vi avevo parlato - in toni ben differenti - anche per Le otto montagne di Paolo Cognetti, torna protagonista.

Soprattutto perché, quando il libro del momento è il numero 1 in un altro Paese, il campanello d'allarme dovrebbe suonare.

Ma a forza di vetrine di librerie che lo indicavano come il thriller dell'estate e del proclama di "oltre un milione e mezzo di copie vendute in Inghilterra", l'ho comprato anch'io.

L'ho letto relativamente in fretta, sebbene non mi abbia appassionata granché.

Ero in ferie e, a un certo punto, volevo solo finirlo...

Lo scrittore Robert Bryndza
Lo scrittore Robert Bryndza con due dei suoi romanzi

La trama de La donna di ghiaccio

La donna di ghiaccio di Robert Bryndza ruota attorno al ritrovamento del corpo di una giovane donna, che si scopre essere figlia di una delle famiglie più influenti di Londra.

Il cadavere viene ritrovato sotto una spessa lastra di ghiaccio in un parco di Londra, e una volta identificata il circo mediatico non risparmia al pubblico nulla della sua vita privata.

La detective Erika Foster viene assegnata al caso e conduce le indagini scoprendo che l'omicidio sembra essere legato alla morte di tre prostitute, assassinate secondo modalità molto precise.

Erika Foster indaga muovendosi fra pressioni politiche, minacce e piste investigative in cui sembra credere solo lei, fino alla soluzione del caso.

Un giallo piuttosto tradizionale, suggestivo certamente per l'ambientazione londinese ma deludente sotto molti punti di vista.

A cominciare dal fatto che io, appassionata frequentatrice di questo genere letterario, non ci ho trovato praticamente nulla di quanto mi potessi aspettare.

Per esempio: il corso delle indagini non mi ha mai colta di sorpresa. Gli indizi disseminati qua e là dall'autore, infatti, si mettono insieme facilmente, anche senza l'aiuto della protagonista.

Ed è proprio qui che, secondo me, La donna di ghiaccio trova il suo maggiore difetto: in Erika Foster.

Erika Foster: i difetti della protagonista

Benché un trauma recente venga usato per accordarle da subito le simpatie del lettore, utilizzando un classico espediente letterario, Erika non mi è piaciuta.

L'ho trovata petulante, inutile girarci intorno. Fortunatamente, a quanto ho letto in rete nonostante la stragrande maggioranza di recensioni entusiastiche, non sono stata l'unica.

Per me questa sua prima avventura non arriva alla sufficienza, e credo di aver compreso come mai a molti altri sia piaciuto: il thriller dell'estate si legge sotto l'ombrellone, in totale relax, magari senza troppe aspettative, ma soprattutto magari da parte di un gran numero di lettori che, per una ragione o per l'altra, abitualmente non frequenta quel genere.

Mi spiego meglio: per chiunque abbia letto un certo numero di gialli, il personaggio di Erika Foster è completamente incapace di sorprendere.

Soprattutto, risulta un po' troppo sprovveduta per un'indagine con una tale rilevanza mediatica e politica, e viene inoltre investita dall'autore del compito sbagliato: il continuo ricapitolare le indagini a favore dei lettori.

Come se noi non fossimo in grado di comprenderle, seguirle o ricordarle da soli. O come se fossero molto più complesse e imprevedibili di quanto, in realtà, non siano.

La voce non è quella di Erika, naturalmente, ma Robert Bryndza parla per lei e il risultato è fastidioso.

Offensivo, finanche. A patto di essere affezionati al giallo di qualità, su questo non si può soprassedere.

La donna di ghiaccio: il romanzo
La donna di ghiaccio: un dettaglio della copertina

Prevedibilità

Tirando le somme, ritorno alla premessa: sotto l'ombrellone, col vicino che ha la radio a tutta volume e abbiamo un occhio per leggere e uno per tenere d'occhio i bambini in acqua è perfetto. Lo stile è indubbiamente scorrevole e gradevole da leggere, ma la trama non è abbastanza intrigante.

I personaggi sono eccessivamente stereotipati, tutti. Cosa che li rende molto prevedibili, portando la prevedibilità a essere la caratteristica predominante della narrazione.

Quando ti trovi di fronte degli stereotipi, sai già come agiranno. E infatti...

La protagonista, che già per noi non brilla per simpatia, si pone in maniera piuttosto antipatica anche verso tutti gli altri personaggi, ma anche con il lettore. E non mi viene in mente modo peggiore per indispettirlo, un lettore, a meno che non sia voluto. Non è questo il caso: succede indipendentemente dalla volontà dell'autore.

Probabilmente, in Inghilterra l'hanno comprato tutti perché si aspettavano qualcosa sul genere La ragazza del treno... Romanzo che, per inciso, è nettamente superiore a questo.

Avrei fatto meglio a rileggermi qualcuno dei gialli immortali di Agatha Christie...

VOTO5.5 / 10

Il thriller n.1 in Inghilterra è una delusione: Erika Foster è difficile da amare e l'abitudine di ricapitolare continuamente le indagini, come se non le seguissimo, è francamente molto fastidiosa.