Il gioco di Gerald: la recensione del romanzo di Stephen King

Il gioco di Gerald è un'opera fuori dal coro, rispetto a quelle a cui Stephen King ci aveva abituati. Ecco perché, e come va interpretata per essere assaporata al meglio.

Sembra sempre un po' strano, eppure è vero: il nostro rapporto con i libri cambia, nel corso degli anni.

Rileggendo le stesse parole che avevamo letto magari dieci o vent'anni prima, le percezioni non sono più le stesse.

L'esperienza, la crescita, il modo in cui affrontiamo la vita fanno da sfondo alla nostra esperienza di lettura, consentendoci di esplorarla meglio.

Io ho letto tre volte Il gioco di Gerald.

La prima volta ero troppo giovane: non l'avevo capito.

La seconda volta ero di fretta: non me l'ero gustato.

La terza volta è stata quella buona: il vero valore di questo romanzo di Stephen King ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita di lettrice adulta.

E l'immagine - mia, tutta mia, con i colori e le forme che io ho scelto per quella stanza - del bicchiere che rappresenta la salvezza rimarrà per sempre impressa nella mia mente.

Ancora mi sembra di vederlo, quel bicchiere.

Il gioco è quello di Gerald, ma la storia è quella di Jessie. Una donna che accetta di farsi ammanettare al letto per assecondare le fantasie sessuali del marito.

Ma quando il "gioco" prende una brutta piega, e Jessie si ribella scalciando per allontanare Gerald, la storia inizia. Ed è spaventosa.

Gerald ha un infarto. Muore. In un attimo non c'è più. Opposto il destino di Jessie, che in poco tempo realizza qual è la sua condizione: si trova sola, ammanettata a un letto, in una casa isolata, vicina al lago.

Se non trova il modo di liberarsi, Jessie morirà. Morirà di fame e di sete. Morirà lentamente, dopo una lunga agonia e fra indicibili dolori.

Il gioco di Gerald di Stephen King: Gerald's GameSperling & Kupfer
Il gioco di Gerald: Gerald's Game

Jessie non vuole morire. Fa di tutto per evitarlo, affrontando razionalmente - dopo il comprensibile panico iniziale - una situazione disperata.

L'evento che la costringe a rimanere sola con sé stessa, sapendo che nessuno potrà aiutarla, è tanto banale quanto simbolico: la vita è fatta di banalità.

Banali incidenti che possono costarti la vita.

Il gioco di Gerald potrebbe sembrare un romanzo claustrofobico, ambientato in una stanza e con un solo personaggio.

In realtà è un viaggio. La lenta discesa di Jessie all'inferno, fra ricordi che aveva rimosso e voci immaginarie che non distingue più dalle presenze reali.

Jessie ci prende per mano e ci trascina nei meandri della sua mente, ci rende partecipi del suo passato e ci fa temere per il suo futuro.

Fra sogni, incubi, allucinazioni, serial killer e drammi irrisolti, Il gioco di Gerald va capito, assaporato e soprattutto interpretato per quello che è: un'opera diversa dalle altre di King.

Forse, per questo, all'inizio può sembrare deludente.

Forse ha bisogno di una lettura nel momento giusto (e di una rilettura se lo si è approcciato troppo presto).

E forse la giusta chiave di lettura del tutto è proprio la banalità di quell'incidente.

Il gioco di Gerald: in arrivo il film di NetflixNetflix
Il gioco di Gerald: il film di Netflix

La stessa banalità di Open Water 2 (una cosa assurda, a pensarci: una barca al largo, un gruppo di amici, un tuffo di troppo. Un neonato che piange a bordo e l'assenza della scaletta per risalire...).

La stessa banalità che la vita, nella sua drammaticità, ci sottoponetutti i giorni.

Jessie si dà dell'idiota per aver accettato di partecipare al gioco di suo marito.

In una casa isolata, senza le chiavi delle manette a portata di mano.

Ma, come si dice, del senno di poi...

Il gioco di Gerald: una vecchia edizioneSperling & Kupfer
Il gioco di Gerald: una vecchia edizione

La razionalità di Jessie lascia presto il posto al delirio onirico.

Per apprezzare davvero questo romanzo il lettore deve fare la stessa cosa: mettere da parte la razionalità e abbandonarsi alle immagini dei sogni e degli incubi.

Solo allora, Il gioco di Gerald avrà trovato il giusto spazio fra i lettori di Stephen King (che si sono sempre divisi su quest'opera: un capolavoro per alcuni, una grossa delusione per altri).

Il gioco di Gerald ha solo bisogno di spazio. Uno spazio tutto suo, differente da qualsiasi altro romanzo del Re (nonostante le evidenti similitudini di alcune parti con Misery).