Second Sight #1, la recensione: i peccati dell'uomo possono essere spaventosi
Serial killer, crimini indicibili ed eventi soprannaturali: un mix esplosivo per una graphic novel inquietante e molto british.
Second Sight racconta una storia che mescola horror e soprannaturale, finzione e realtà, omicidi e crimini ancora peggiori. Insomma, è un eccellente specchio dei livelli di marciume che il genere umano riesce a raggiungere.
Gli assassinii sono solo la punta dell'iceberg.
La sceneggiatura di David Hine (Spawn, X-Men, Inhumans) è profondamente british, con una Londra minacciosa e distorta a fare da sfondo ai terribili eventi con protagonista Ray Pilgrim. L'uomo era diventato famoso in gioventù per la sua capacità di "vedere" attraverso gli occhi di serial killer psicotici che infestavano la capitale inglese. Il "dono", ottenuto grazie a dei provvidenziali funghi allucinogeni, gli aveva permesso di aiutare la polizia ad arrestare i suddetti maniaci.
Un brutto giorno, però, Ray è stato accusato degli stessi crimini commessi dai mostri che aveva contribuito ad acciuffare.
Boom, carriera finita.
Proprietario di una libreria, oggi Ray dovrà rimettersi in gioco per aiutare la figlia Toni a scovare e distruggere una società segreta colpevole di uno fra i peggiori crimini possibili, se non il peggiore. Questi uomini potenti, infatti, stuprano e uccidono bambini indifesi.
Ma non è tutto: questo disprezzabile club - il Club del Mercoledì - fa tutto quello che serve per coprire le sue tracce, incluso uccidere chiunque possa smascherarli (con metodi decisamente creativi, a volte).
Dopo i terribili omicidi che Ray ha "visto" in gioventù (e che lo hanno devastato psicologicamente), dovrà tornare a vivere delle esperienze terrificanti negli occhi di nuovi pericolosi aguzzini.
Ray è tratteggiato benissimo da David Hine, è intrinsecamente inglese e non è certo un eroe senza macchia. La scoperta del suo dono, ad esempio, avviene durante una festa a base di droghe in piena epoca punk a Londra.
Il Ray di oggi è esattamente come ci si poteva aspettare: tormentato, con problemi di alcol e insonnia, disilluso e allucinato. È un personaggio affascinante e molto umano, che ricorda un po' i protagonisti di Trainspotting o Snatch: insomma, la feccia divisa fra il desiderio di redenzione e l'autoindulgenza.
Personalmente, ho trovato in Ray moltissime correlazioni con John Constantine di Hellblazer: in lui c'è lo stesso tormento, la stessa capacità di vedere tutto lo schifo di questo mondo con ironica lucidità.
Ray è irrimediabilmente diviso in due: da una parte c'è l'istinto di sopravvivenza, che gli urla di non imbarcarsi in un'altra pericolosa indagine, dall'altro c'è l'amore per Toni e l'istinto protettivo di un padre che, seppur non perfetto, fa di tutto per aiutare la figlia. Figlia, che per inciso, possiede lo stesso "dono-maledizione" paterno.
Il lato oscuro di Ray è tangibile, vivo e... a piede libero. Non dirò di più per non rovinare uno dei colpi di scena più riusciti a cui ho assistito ultimamente.
Diciamo solo che un particolare killer riveste un ruolo speciale nella vita di Ray e nella storia intera.
La parte artistica affidata al nostro Alberto Ponticelli è mutevole e multiforme, un po' come la dimensione malata in cui Ray vive. Ci sono attimi in cui i disegni sono dettagliati e nitidi, attimi in cui tutto appare distorto e irreale, come un brutto trip.
Sono particolarmente riuscite le scene più crude e splatter, che effettivamente un po' mettono a disagio. A inquietare, in questo caso specifico, è anche la consapevolezza che fatti di cronaca simili accadono davvero e Ponticelli riesce a renderli ancor più intollerabili.
L'uso del colore è indovinato, con i toni più psichedelici e accesi delle sequenze più "alterate" a quelli quasi seppia dei flashback, fino alle "visioni" dominate da una decisa sfumatura rosso sangue.
Un po' thriller soprannaturale, un po' racconto horror, Second Sight #1 debutta con una storia esplosiva che fa leva sulle bassezze umane più deprecabili. Il gioco sul lato morboso di ognuno di noi è portato avanti con estrema intelligenza: anche se quello che leggiamo un po' ci ripugna, non possiamo fare a meno di continuare.
La dipendenza è cominciata.
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Second Sight è un fumetto malato ma molto, molto legato alla realtà umana. Quella più ripugnante e spaventosa ma che, purtroppo, accade. È una lettura disturbante ma terribilmente appassionante.