Shipwreck - Naufragio #1, la recensione: un viaggio fuori dalla realtà
Warren Ellis e Phil Hester confezionano il primo volume di una storia allucinata, sognante e completamente irreale. O forse no?
Dove sono? È questa la realtà? Che ci faccio qui? Sono queste le premesse - non molto solide, in realtà - da cui si muovono gli eventi di Shipwreck - Naufragio #1, prima uscita di una nuova serie targata AfterShock e portata in Italia dai sempre lungimiranti ragazzi di saldaPress.
Basta dare un'occhiata ai nomi sulla copertina, per capire dove si andrà a parare. O meglio, non capire dove si andrà a parare: Warren Ellis (Trees) alla sceneggiatura e Phil Hester (Green Arrow) alle matite.
Il particolarissimo e peculiare punto di vista di Ellis è il vero protagonista della graphic novel distopica in questione: è irreale, indefinito e... diverso. Ecco, è soprattutto diverso nel senso di imprevedibile.
È in questo spazio che si muove il dottorJonathan Shipwright - con un divertente gioco di parole fra "shipwright" (carpentiere navale) e "shipwreck" (naufragio).
I dettagli sono sparsi, sono molti e sono criptici: l'uomo è in un altra realtà, si tratta di un altro pianeta? Di una condizione che solo lui può vivere, come una fantasia o un sogno? Non si capisce ed è tutto voluto.
Ciò che appare chiaro è che Shipwright è un naufrago di un'indefinita missione terrestre il cui obbiettivo era (è?) quello di trovare un nuovo pianeta per ospitare il genere umano. Per qualche motivo è l'unico sopravvissuto, grazie a una tecnologia che si è impiantato nel corpo.
Il nostro protagonista, dunque, vaga per una landa popolata da personaggi assurdi, che sembrano usciti dalla mente di David Lynch.
Si percepisce - perché "capire" proprio no - un denso livello di simbolismo nei disegni di Hester: ragni e corvi vorranno pur dire qualcosa ma dopo tutto è sempre così, con Ellis al posto di comando. Dovrebbe chiarirsi tutto dopo.
I disegni sacrificano qualcosa al dettagli per assumere una dimensione evocativa più profonda: le silhouette sono dentellate e spigolose, una scelta non comune ma che rende benissimo la dimensione aliena in cui si muove Shipwright. Ci sono poche linee morbide, poche curve qui. È tutto potenzialmente tagliente e pericoloso.
L'uso di ombreggiature granitiche contribuisce a creare un'atmosfera in stile Ai Confini della Realtà, un tocco perfetto per evidenziare ancora una volta la stranezza dell'ambientazione. Va menzionata una certa sfumatura che ricorda la sci-fi anni '60: è la ciliegina sulla torta di un mix davvero interessante.
Questo primo volume di Shipwreck è magico, nel senso "lynchiano" del termine. I risvolti da incubo sono sempre dietro l'angolo - si vedano le tavole più crude e gore, che non mancano - anche se non è ancora chiaro se il protagonista ne uscirà o no.
Insomma, a livello di storia è tutto ancora confuso.
Probabilmente toccherà al lettore prendere per mano il buon professore e provare a farsi strada in questa apparente giungla di pazzia per arrivare a una dimensione più "sana", o comprensibile.
Al momento non sappiamo se Shipwright sia pazzo, intrappolato in su un altro pianeta o nella sua psiche. Quello che si intuisce, leggendo il volume cartonato, è però di avere fra le mani qualcosa di speciale e, come detto in precedenza, singolare.
Si intuisce, badate, non si capisce appieno (per ora).
Il sortilegio - maleficio? -, però, ha già fatto effetto e non vedo l'ora di scoprire come prosegue la storia.
Shipwreck - Naufragio #1 (136 pagine a colori, cartonato) è in vendita nelle fumetterie, nelle librerie e sullo shop online di saldaPress al prezzo di 19,90 euro.