L'eleganza del riccio, le citazioni più belle dal libro di Muriel Barbery
Tre personaggi che spiccano per profondità d’animo e che si incontrano in un palazzo di Parigi: L’eleganza del riccio è un piacevole romanzo che racchiude riflessioni, pensieri e frasi da condividere.
Cinquanta ristampe e oltre due milioni di copie vendute: L’eleganza del riccio è un libro uscito in Francia nel 2006 e diventato in breve tempo il caso editoriale dell’anno. Anche in Italia il libro si è conquistato la vetta dei libri più venduti, nel febbraio del 2008.
Il romanzo racconta la storia di due persone alquanto singolari: da un lato c’è Renée Michel, portinaia in un palazzo di Parigi e dall’altro troviamo Paloma, una ragazzina che abita nello stesso stabile in cui Renée lavora. Sembrerebbero due persone come tante, ma in realtà ciascuna nasconde un segreto: Renée, contro ogni stereotipo della portinaia sciatta e ignorante, coltiva in segreto la passione per la lettura, l’arte e la cultura; Paloma, invece, stanca della mediocrità che la circonda, ha pianificato di suicidarsi il giorno del suo tredicesimo compleanno.
A mescolare le carte in tavola, svelare segreti e cancellare progetti, arriva però monsieur Ozu: una persona attenta, in grado di vedere al di là delle apparenza e di legare questi due personaggi femminili così acuti.
Ecco per voi una raccolta delle frasi e delle citazioni più belle tratte dal libro L’eleganza del riccio.
"Che cosa possono capirci le masse lavoratrici dell'opera di Marx? La lettura è ardua, la lingua forbita, la prosa raffinata, la tesi complessa. A questo punto, per poco non mi tradisco stupidamente. «Dovrebbe leggere L'ideologia tedesca» gli dico a quel cretino in montgomery verde bottiglia."
"Fuori il mondo ruggisce o si addormenta, scoppiano le guerre, gli uomini vivono e muoiono, alcune nazioni periscono, altre, che verranno presto inghiottite, sorgono, e in tutto questo rumore e questo furore, in queste esplosioni e risacche, mentre il mondo avanza, si infiamma, si strazia e rinasce, si agita la vita umana."
"A che cosa serve l'Arte? A darci la breve ma folgorante illusione della camelia, aprendo nel tempo una breccia emotiva che non si può ridurre alla logica animalesca. Come nasce l'Arte? È generata dalla capacità propria dello spirito di scolpire la sfera sensoriale. Che cosa fa l'Arte per noi? Dà forma e rende visibili le nostre emozioni e, così facendo, conferisce loro quell'impronta di eternità che recano tutte le opere le quali, attraverso una forma particolare, sanno incarnare l'universalità degli affetti umani."
"Vivere, nutrirsi, riprodursi, portare a termine il compito per il quale siamo nati e morire: non ha alcun senso, è vero, ma è così che stanno le cose."
"È ciò che succede in tanti momenti felici della nostra esistenza. Sollevati dal fardello della decisione e dell'intenzione, navigando sui nostri mari interiori, assistiamo ai nostri movimenti come se fossero le azioni di un altro e tuttavia ne ammiriamo l'involontaria eccellenza."
"‘Chi semina desiderio raccoglie oppressione’ sono sul punto di mormorare, come se mi ascoltasse solo il mio gatto. Ma Antoine Pallières, a cui un ripugnante aborto di baffi non conferisce invece niente di felino, mi guarda, confuso dalle mie strane parole. Come sempre, mi salva l'incapacità del genere umano di credere ciò che manda in frantumi gli schemi di abitudini mentali meschine. Una portinaia non legge L'ideologia tedesca e di conseguenza non sarebbe affatto in grado di citare l'undicesima tesi su Feuerbach. Per giunta, una portinaia che legge Marx ha necessariamente mire sovversive ed è venduta a un diavolo chiamato sindacato. Che possa leggerlo per elevare il proprio spirito, poi, è un'assurdità che nessun borghese può concepire."
"Per chi ignora l'appetito il primo morso della fame è al contempo una sofferenza e un'illuminazione."
"Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito?"
"Alcune persone sono incapaci di cogliere l'essenza della vita e il soffio intrinseco in ciò che contemplano, e passano la loro esistenza a discutere sugli uomini come si trattasse di automi, e sulle cose come se fossero prive di anima e si esaurissero in ciò che di esse si può dire, sulla base di ispirazioni soggettive."
"Mi affascina sempre molto l'abnegazione con cui noi esseri umani siamo capaci di consacrare una grande energia alla ricerca del nulla e alla formazione di pensieri inutili."
"Su una cosa però siamo d'accordo: l'amore non deve essere un mezzo, l'amore deve essere un fine."
"La gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso nella boccia. Mi chiedo se non sarebbe più semplice insegnare fin da subito ai bambini che la vita è assurda. Questo toglierebbe all'infanzia alcuni momenti felici, ma farebbe guadagnare un bel po' di tempo all'adulto – senza contare che si eviterebbe almeno un trauma, quello della boccia."
"Temiamo il domani solo perché non sappiamo costruire il presente, e quando non sappiamo costruire il presente ci illudiamo che saremo capaci di farlo domani, e rimaniamo fregati perché domani finisce sempre per diventare oggi, non so se ho reso l'idea."
"Il rituale del tè, quel puntuale rinnovarsi degli stessi gesti e della stessa degustazione, quell'accesso a sensazioni semplici, autentiche e raffinate, quella libertà concessa a tutti, a poco prezzo, di diventare aristocratici del gusto, perché il tè è la bevanda dei ricchi così come dei poveri, il rituale del tè, quindi, ha la straordinaria virtù di aprire una breccia di serena armonia nell'assurdità delle nostre vite."
"Fatevi una sola amica, ma sceglietela con cura."
"A torto crediamo che il risveglio della coscienza coincida con l'ora della nostra prima nascita, forse perché è l'unica condizione vitale che sappiamo immaginare. Ci sembra di aver sempre visto e sentito e, forti di questa convinzione, identifichiamo con la venuta al mondo l'istante decisivo in cui nasce la coscienza. Il fatto che per cinque anni una bambinetta di nome Renée, meccanismo percettivo in azione dotato di vista, udito, olfatto, gusto e tatto, abbia potuto vivere nella totale inconsapevolezza di sé stessa e dell'universo smentisce questa teoria sbrigativa. Perché la coscienza per manifestarsi ha bisogno di un nome."
"Dobbiamo concedere agli altri quello che permettiamo a noi stessi."
"Così sono io, povera portinaia rassegnata alla mancanza di fasti, ma anomalia di un sistema che per questo si rivela grottesco e del quale, ogni giorno, mi burlo sottovoce nella mia interiorità inaccessibile a chiunque."
"Come scorre la vita dunque? Giorno dopo giorno ci sforziamo con risolutezza di fare la nostra parte in questa commedia fantasma."
"L'importante non è morire, né a che età si muore, l'importante è quello che si fa al momento di morire."
"Ecco cosa volevo dire con la parola gentilezza: questo modo di fare che dà all’altro la sensazione di esserci."
"Quando la malattia entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo, ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranza."
"Nel nostro universo la vita umana è vissuta così: occorre ricostruire continuamente la propria identità di adulti, un fragilissimo assemblaggio sbilenco ed effimero che maschera la disperazione e racconta a sé stesso, davanti allo specchio, la menzogna alla quale abbiamo bisogno di credere."
"Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l'effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte."
"Madame Michel ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti."
"Ecco quindi la fenomenologia: un solitario e infinito monologo della coscienza con sé stessa, un autismo duro e puro che nessun vero gatto andrà mai ad importunare."
"Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono."
"Io credo che la grammatica sia una via d'accesso alla bellezza. Quando parliamo, quando leggiamo o quando scriviamo, ci rendiamo conto se abbiamo scritto o stiamo leggendo una bella frase. Siamo capaci di riconoscere una bella espressione o uno stile elegante. Ma quando si fa grammatica, si accede a un'altra dimensione della bellezza della lingua. Fare grammatica serve a sezionarla, guardare come è fatta, vederla nuda, in un certo senso."
"Ha un’incredibile capacità di rispondere per le rime.
È un dono.
Mi piacerebbe moltissimo essere come lei, io trovo sempre la risposta giusta 5 minuti dopo e poi mi rifaccio il dialogo da sola."
"E se, peggio ancora, la letteratura fosse una televisione che ci mostra tutte le occasioni perdute?"
"Nella nostra società essere povera, brutta e per giunta intelligente condanna a percorsi cupi e disillusi a cui è meglio abituarsi quanto prima."
"La funzione del gatto è di essere un totem moderno, una specie di incarnazione emblematica e protettrice del focolare, un riflesso benevolo di quello che sono gli inquilini della casa."
"Voi non lo percepite quando qualcuno odia sé stesso? Diventa un morto pur essendo vivo, anestetizza i cattivi sentimenti ma anche quelli buoni, per non provare il disgusto di sé."
"Non usare il tuo corpo per attirare attenzioni, troverai solo persone disposte ad usarlo. Ricopriti di aculei e toglili solo a chi ti vuole per quello che sei dentro non per il tuo corpo."
"E quando l'intelligenza crede di essere uno scopo, funziona in modo strano: non dimostra la sua esistenza con l'ingegno e la semplicità dei suoi frutti, bensì con l'oscurità della sua espressione."
"Morire deve essere un passaggio delicato, una morbida discesa verso il riposo.
C’è gente che si suicida buttandosi dalla finestra del quarto piano, oppure ingoiando della varechina o addirittura impiccandosi!
Non ha senso!
Lo trovo perfino osceno.
A cosa serve morire se non a evitare la sofferenza?"
"È questo il movimento del mondo?
Un infimo sfasamento che rovina per sempre la possibilità della perfezione?
Poi all’improvviso mi sono chiesta: perché si sta così male quando il movimento non è sincrono?"
"Non è molto difficile da capire: tutte queste cose che passano, che ci sfuggono per un’inezia e che perdiamo per l’eternità…tutte le parole che avremmo voluto dire, i gesti che avremmo dovuto fare, i kairos folgoranti che un giorno sono apparsi ma che non abbiamo saputo cogliere, e che sono sprofondati per sempre nel nulla…"
"La lingua, ricchezza dell'uomo, e i suoi usi, elaborazione della comunità sociale, sono opere sacre."
"Io non sono più me stessa, sono parte di un tutto sublime al quale appartengono anche gli altri, e in quei momenti mi chiedo sempre perché questa non possa essere la regola quotidiana, invece di un momento eccezionale del coro. Quando il coro s'interrompe tutti quanti, con i volti illuminati, applaudono i coristi raggianti. È così bello. In fondo mi chiedo se il vero movimento del mondo non sia proprio il canto."
"Negli scacchi, per vincere bisogna uccidere. Nel go, bisogna costruire per vivere."
"Pare che questa compresenza di talento e cecità sia il tratto distintivo dell'autodidatta."
"Aveva un'aria stanchissima, più stanca che triste; ho pensato: è così che si esprime la sofferenza sui visi buoni. Non si manifesta, appare solo una grande stanchezza."
"Non vediamo mai al di là delle nostre certezze e, cosa ancora più grave, abbiamo rinunciato all'incontro, non facciamo che incontrare noi stessi in questi specchi perenni senza nemmeno riconoscerci. Se ci accorgessimo, se prendessimo coscienza del fatto che nell'altro guardiamo solo noi stessi, che siamo soli nel deserto, potremmo impazzire."
"Ho battuto in ritirata, rifiutando lo scontro.
Ma, nel chiuso della mia mente, non esiste sfida che io non possa accettare.
Umile per nome, posizione e aspetto, nell’intelletto sono una dea invitta."
"Quando sono angosciata, mi ritiro nel mio rifugio. Non c'è nessun bisogno di viaggiare; mi basta raggiungere le sfere della mia memoria letteraria e il gioco è fatto. Quale distrazione più nobile, quale compagnia più amena, quale trance più deliziosa di quella letteraria?"
"Giacché, quando noi apriamo una porta, trasformiamo gli ambienti in modo davvero meschino. Offendiamo la loro piena estensione e a forza di proporzioni sbagliate vi introduciamo un'incauta breccia. A pensarci bene, non c'è niente di più brutto di una porta aperta. Nella stanza dove si trova, introduce una sorta di rottura, un parassitismo provinciale che spezza l'unità dello spazio. Nella stanza contigua provoca una depressione, una ferita aperta e tuttavia stupida, sperduta su un pezzo di muro che avrebbe preferito essere integro. In entrambi i casi turba i volumi, offrendo in cambio soltanto la libertà di circolare, la quale peraltro si può garantire in molti altri modi."
"A me piace tanto il rosa, ma trovo che sia un colore bistrattato, lo considerano una roba da bebè o da donna troppo truccata, invece il rosa è un colore fine e delicato che s'incontra spesso nella poesia giapponese."
"Io me ne frego del posto in cui mi trovo, mi basta poter stare nel mio mondo senza essere disturbata."
"Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse in fondo la vita umana è così: molta disperazione, ma con qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. È come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai. Sì, è proprio così, un sempre nel mai. Non preoccuparti, Renée, non mi suiciderò e non darò fuoco proprio a un bel niente. Perché d'ora in poi, per te, andrò alla ricerca del sempre nel mai.
La bellezza, qui, in questo modo."
Se anche voi vi siete commossi leggendo dello strano incontro tra una dodicenne con tendenze suicide e una portinaia che cita Anna Karenina, diteci quali sono le vostre frasi preferite tratte dal libro!