Un anno di letture: i 10 migliori libri del 2018

Tempo di bilanci e classifiche: dopo avervi consigliato mese per mese i libri da non perdere tra le novità in libreria, ecco i titoli del 2018 che hanno più sorpreso ed entusiasmato i lettori italiani, quelli da leggere assolutamente anche nel 2019.

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Anno nuovo, novità editoriali in arrivo. Il mercato dei libri non dorme mai e tanti titoli allettanti si preparano a sbarcare nelle librerie italiane... ma siete sicuri di aver letto i romanzi e le antologie degne di nota del 2018? Siete davvero così pronti ad archiviare il 2018 e gettarvi a capofitto nel nuovo anno? Il 2018 è stato un anno ricchissimo di novità editoriali di pregio e anche di qualche ristampa a lungo attesa, che ha reso di nuovo reperibili grandi titoli mai dimenticati dall'affetto del pubblico.

Traritorni di spicco a livello internazionale (il nuovo romanzo di Haruki Murakami, una prova letteraria sui toni del thriller per Stephen King), autori italiani in grande spolvero (su tutti il secondo romanzo di Paolo Giordano, senza però dimenticare i giovani e anticonformisti Alessandro Vietti ed Eleonora Caruso) e traduzioni a lungo attese e finalmente giunte in italiana (vedi la trilogia della Luna di Ian McDonald) è facile essersi persi qualcosa per strada. Tutte le segnalazioni del caso sono arrivate a tempo debito nella nostra rubrica dedicata alle uscite del mese, ormai diventata un appuntamento fisso.

Capita però che sfugga anche agli addetti ai lavori questo o quel romanzo destinato a diventare un caso editoriale. Quale miglior momento di rimediare? Ecco quindi i 10 migliori libri del 2018. Come ogni selezione, è parziale e opinabile, quindi sentitevi liberi di integrare la lista con i vostri consigli di lettura!

Divorare il cielo

Si è preso il suo tempo Paolo Giordano. Negli anni successivi al successo internazionale del suo esordio La solitudine dei numeri primi ha fatto sbollire il clamore, l'attenzione e le invidie, lavorando alacremente a un grande romanzo, per mole e qualità. Così quando Divorare il cielo è arrivato in libreria, è stato oggetto di un successo più pacato, maturo e profondo.

La storia è quella di una ragazzina piemontese che s'innamora perdutamente di un coetaneo che incontra solo quando la famiglia torna nel Meridione per le vacanze estive. Divorare il cielo consuma le estati adolescenziali e i lunghi inverni emotivi che la protagonista affronterà ora al fianco e ora lontana dalla sua stella polare, in un'Italia agricola e agra, religiosa e quasi settaria, politica e anarchica. Ha ben di che essere fiero Giordano; mancano ancora molti mesi per entrare nel vivo della lotta al premio Strega, eppure Divorare il cielo appare già come il vincitore annunciato. Un titolo che non solo ha convinto i suoi sostenitori, ma ha anche fatto ricredere molti dei suoi detrattori. La recensione.

Le ferite originali

Se Giordano è il campione di un certo standard letterario contemporaneo italiano, al suo secondo romanzo Eleonora Caruso si conferma tra le pochissime voci del panorama nostrano capace di farsi veicolo e ricettacolo dei modi d'essere ed esprimersi più attuali. Nello scenario molto polveroso e talvolta ascetico della letteratura italica il suo secondo romanzo è quasi una coltellata nella carne viva dei giovani adulti e della beffarda Milano ai tempi tumultuosi dell'EXPO.

Anche se si porta dietro qualche limite dal suo esordio, la scrittura trascinante e mai timida di Caruso, insieme ai suoi personaggi ricchi di contraddizioni, disagi e distruzioni passate e future, è davvero tra le poche capace di intercettare la fame di affetto e stabilità degli under 30. Sono adulti nel fisico, ma più che mai sperduti emotivamente e finanziariamente. Se non suonasse così irrimediabilmente anziano, direi che è il titolo che cattura meglio l'essere giovani adulti oggi in Italia. Invece gli attribuirò il titolo, tutt'altro che superficiale, di quello dalla sessualità meno ortodossa. La recensione.

Il potere

Lontano dalle grandi case editrici che dominano le librerie e le recensioni c'è un microcosmo di romanzi, generi e autori che nulla hanno da invidiare ai colleghi più blasonati. Esempio perfetto di questo assunto (già da qualche romanzo a questa parte) è Alessandro Vietti, autore dalla carriera più che consolidata nel panorama indie, a cui manca giusto quel quid di visibilità per dare filo da torcere a nomi ben più noti. È davvero un peccato che solo pochi eletti o ben informati si possano godere un romanzo spregiudicato e a tratti visionario come Il Potere.

Sarcastico e cupissimo, Il Potere è ambientato in un futuro così vicino e così ben meditato che si sta trasformando, mese dopo mese, in una sorta di vaticinio. Nemmeno i politologi più fini hanno saputo predire con tanta esattezza un governo così simile all'attuale coalizione contrattuale gialloverde. Sarebbe una cupissima distopia, se non fosse così dannatamente divertente. Ah, ci sono persino i supereroi. Cosa volete di più?

Fidanzati dell'inverno

Nel comparto young adult non c'è davvero gara: tra le tante uscite annuali pescate con una certa dose di pigrizia dal mercato statunitense, il caso editoriale che più ci ha entusiasmato viene dalla Francia ed è il fantasy avvincente ed elegante di Christelle Dabos. In queste ore arriva nelle librerie italiane il secondo volume della trilogia, Gli scomparsi di Chiardiluna(che vi ho recensito in anteprima), che conferma il talento dell'autrice e alza di molto l'asticella delle ambizioni della saga dell'Attraversaspecchi.

Se per caso vi siete lasciati sfuggire il primo tomo delle avventure di Ofelia, "lettrice" delle memorie degli oggetti catapultata in un'altra nazione (detta Arca) da un matrimonio politico combinato che si rivelerà pericolosissimo per la sua incolumità, correte a recuperare. Anche se (anzi, soprattutto se) siete dei nostalgici delle avventure di Harry Potterormai cresciutelli. La recensione.

L'idiota

Il 2018 letterario è stato all'insegna della gioventù, più o meno bruciacchiata dalle aspettative tradite ma soprattutto dalla propria superficialità. Ad arricchire il dibattito in merito c'è stato anche il ritorno di Elif Batuman con un romanzone capace di innervosire anche il più placido dei lettori, un'opera complessa intitolata L'idiota. Il titolo fa riferimento alla protagonista, una brillante studentessa e avidissima lettrice che con l'ingresso all'università si ritroverà a fare i conti con la realtà non filtrata dalla saggezza acquisita dalle sue letture... rivelandosi un'idiota, appunto. Come forse lo sono stati tutti, alla prova dei fatti con la vita da adulti.

La forma scelta dall'autrice può rivelarsi un po' ostica, perché più che un romanzo dalla costruzione canonica L'idiota è una costellazione di brevi episodi e accadimenti minori, utilizzati per ritrarre a poco a poco la protagonista e il suo mondo; quello ormai deliziosamente retromodernista dell'alba di Internet e delle email. Gli anni '90.

Parlarne tra amici

Il caso editoriale dell'anno anche in Italia è stato l'esordio chiacchieratissimo di Sally RooneyParlarne tra amici. Non stupisce che Einaudi sia già nel pieno della promozione del successivo Persone Normali (che arriverà in Italia nel 2019), dato che ha trasformato l'autrice nella più giovane vincitrice di sempre del Costa Novel Award.

Ancora una volta si parla di giovani alle prese con una realtà adulta differente da come se l'erano aspettata. Frances e Bobbi però non provengono dalla nostalgia per qualche decade passata, sono una delle incarnazioni più esatte di chi sta diventando adulto qui e ora. Per capire chi sono i millennials, o per meglio dire chi vorrebbero essere mentre ricadono in antichi errori compiuti da chi li ha preceduti, Parlarne tra amici è una lettura praticamente obbligata, uno dei libri che, nel bene e nel male, hanno plasmato il 2018 letterario.

La ragazza del convenience store

Se gli Stati Uniti piangono, il Giappone di certo non ride quando si parla di spaesamento della gioventù di fronte alla completa mancanza di stabilità lavorativa, economica ed emotiva. Attenzione però ad ingabbiare il bellissimo romanzo di Sayaka Murata nella facile cornice del disagio giovanile, perché a ben vedere la sua protagonista più che trentenne è percepita come**"fuori tempo massimo"** dalla società giapponese sotto molti punti di vista.

Iro Iro

Continuando ad esplorare la sezione Giappone ma sposandosi nel campo della saggistica, non si può non citare un volume che a poco a poco ha saputo diventare un caso editoriale, grazie al passaparola tra i lettori. Giorgio Amitrano è un yamatologo e traduttore leggendario, amico e "scopritore" per Feltrinelli di Banana Yoshimoto. Senza la sua costante e decennale attenzione, gli appassionati della letteratura nipponica avrebbero di certo un panorama molto più scarno a cui guardare in libreria.

Se quindi la competenza di Amitrano in campo nipponico è indubbia, sorprende come il suo Iro Iro riesca ad essere quel compendio introduttivo a tante unicità culturali e non giapponesi che in tanti hanno provato a redarre, semplice a divulgativo. Senza però essere superficiale. Non mancano anche in Italia tentativi di scrivere un saggio del genere, ma Amitrano ne ha ricavato uno dei risultati migliori. Merito anche di come lascia aperta la porta al proprio vissuto, fondendo la conoscenza di un professore stimato a livello internazionale con le memorie di un giovane studente innamorato del Giappone. l'intervista all'autore.

Essere una macchina

Un'altra proposta non fiction che ha catalizzato l'attenzione del pubblico italiano nel 2018 è edita da Adelphi e riesce a coniugare due elementi spesso lontanissimi: la tecnologia e il paradosso umano. L'autore Mark O'Connell non si concentra tanto e solo sull'ultima frontiera tecnologica, il transumanesimo, raccontando i sogni visionari di quanti investono fette considerevoli dei loro lauti patrimoni alla ricerca del gradino successivo dell'evoluzione umana. Se infatti le storie raccolte in Essere una macchina ritraggono un futuro in cui l'uomo vivrà per sempre, o almeno riuscirà a staccarsi più o meno indenne dal proprio involucro di carne per diventare altro (meccanico), a colpire sono i pionieri che portano avanti queste ricerche.

Da Elon Musk ai cervelloni di Google, il lettore si ritrova a tu per tu con gli uomini più ricchi e teoricamente geniali del pianeta, ossessionati dalla possibilità di non venire cancellati dalla Morte, ognuno con una sua ricetta visionaria per farlo. Un'ossessione che racconta in maniera indiretta ma efficacissima la vera anima della Silicon Valley.

Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo: un'antologia

L'antologia più bella e coraggiosa vista in libreria nel 2018 è pubblicata guarda caso da Nero Edizioni; una casa editrici che dai suoi recenti natali non ha davvero sbagliato un colpo. Presentata sotto l'egida dei coniugi antologisti VanderMeer (di Jeff quest'anno abbiamo anche letto Borne con Einaudi), Le visionarie è una raccolta che demolisce parecchi stereotipi ricorrenti quando si parla di fantascienza.

Di astronavi ce ne sono pochissime, mentre è ricchissima di tutti quegli elementi conflittuali di cui si nutre la Letteratura alta e impegnata, spesso presentati come tali ben prima che divenisse comune tra i grandi autori da libreria. Maternità, prevaricazione lavorativa e affettiva, difficoltà di invecchiare con dignità in un mondo in che ti vuole sempre giovane e bella, magari anche caucasica. Per le autrici di fantascienza (tantissime e bravissime, ma spesso poco conosciute o proprio dimenticate) il genere SFF è stato la cornice ideale per esprimere le proprie istanze politiche e letterarie. Se invece di fantascienza già un po' masticate, non avete certo bisogno di presentazioni di sorta: l'impressionante batteria di cognomi più che illustri che campeggia in copertina rendono Le visionarie una delle grandi antologie dell'anno. Una di quelle con più fegato e cuore.