Bird Box: recensione del romanzo di Malerman e differenze con il film

di Chiara Poli

Il libro è (quasi) sempre meglio del film, spesso perché troviamo attori e ambienti diversi da quelli che avevamo immaginato. Nel caso di Bird Box, però, il romanzo di Josh Malerman è davvero un capolavoro...

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Il grande successo del film con Sandra Bullock, presente nel catalogo di Netflix, ha attirato l’attenzione anche sul romanzo di Josh Malerman da cui il film è stato tratto.

Bird Box, in versione letteraria, è un grande thriller. Per circa 300 pagine, l’autore ci tiene con il fiato sospeso mentre ci racconta il viaggio di una donna, sola con due bambini in un mondo impazzito, verso un luogo sicuro.

Tutto, nella narrazione, è costruito per far tornare i conti. Non esistono coincidenze, solo eventi che finiscono per trasformare profondamente la vita di Malorie.

L’aspetto soprannaturale delle creature, così chiamate, che fanno impazzire le persone, nel romanzo è solo vagamente accennato. Rispetto al film, che per ragioni di drammatizzazione ha aggiunto e stravolto alcuni elementi, finendo per non far quadrare alla perfezione la sceneggiatura, il romanzo non ha difetti.

Josh Malerman ci prende per mano e, alternando presente e passato con equilibrio, ci conduce attraverso una storia terrificante, ben congegnata e ricca di messaggi importanti.

Trama

Malorie vive insieme a sua sorella Shannon. Scopre di essere incinta proprio nel periodo in cui dalla Russia arrivano notizie di persone che impazziscono, uccidono gli altri e poi si tolgono la vita. La situazione peggiora e l’epidemia di follia si diffonde, fino ad arrivare agli Stati Uniti. Malorie e Shannon vivono recluse in casa, con coperte alle finestre perché, dicono i media, la gente vede qualcosa che la fa impazzire. Creature di cui nessuno ha mai fornito una descrizione.

Quando Shannon ne rimane vittima, Malorie si dirige verso una casa sicura di cui ha letto sul giornale: gli abitanti hanno messo un annuncio per offrire riparo ai sopravvissuti.

In casa ci sono Tom, Jules, Don, Felix e Cheryl. Dopo l’arrivo di Malorie, arriveranno altre persone inclusa Olympia, un’altra donna incinta. Uscire è rischioso, ma va fatto. Poi, la notte in cui Malorie e Olympia entrano in travaglio, tutto va a rotoli…

Recensione

Tutti abbiamo paura del buio, da piccoli. Molti non la superano mai. Così, Malerman ha preso il buio e ne ha fatto l’indiscusso protagonista di una storia angosciante, equilibrata, quasi perfetta.

Bird Box è un romanzo claustrofobico, che costruisce tutto sulla suggestione nella mente del lettore. Mentre i personaggi descrivono la paura che provano, la sensazione di essere in pericolo e il terrore di sentire una presenza vicino a loro, i lettori ricostruiscono le stesse impressioni nella loro mente.

Il potere evocativo della parola, ben più forte di quello delle immagini in casi come questi, contribuisce a fare di Bird Box un thriller riuscito, una profonda riflessione sul mondo e sui privilegi che tendiamo a dare sempre per scontati.

Un romanzo perfettamente calibrato nel ritmo e nella tensione. Uno di quei romanzi che ti catturano dalla prima all'ultima pagina, impedendoti d'interrompere la lettura.

Qua fuori, Malorie lo sa, tutto quello che si riesce a immaginare è possibile.

Nel mondo contemporaneo, quando le nostre vite sono affidate a computer e cellulari, nessuno ha più un elenco telefonico. Un oggetto che per decenni ha fatto parte della nostra quotidianità, e che nel “nuovo mondo” di Bird Box ha un’importanza fondamentale, è semplicemente diventato desueto.

Siamo così abituati ad avere tutto e subito, a portata di click, da essere di fatto diventati incapaci di pensare con intelligenza e razionalità, quando ci troviamo nei guai.

Questo ci dice Malerman, mentre ci presenta tutti i "tipi" umani, spingendoci a scegliere quello in cui potremmo identificarci.

I personaggi del romanzo sono costruiti proprio per questo, per evidenziare come la maggior parte delle persone siano incapaci di reagire quando vengono privati di tutto ciò a cui si sono affidati per anni. Perfino se si trattava di innovazioni introdotte nel corso della loro vita: molti di noi sono cresciuti senza internet e senza smartphone, ma pochi avrebbero le risorse necessarie per pensare e agire tempestivamente in caso di necessità, con solo mezzi “antiquati” a disposizione.

Tom e Malorie, nel romanzo, sono i due personaggi più portati a riuscirci.

Le scene più discusse del film, quelle meno verosimili, nel romanzo non ci sono, sostituite da situazioni che appaiono molto più credibili.

La scelta è senz’altro dovuta a una necessità di spettacolarizzazione, ma il romanzo - credetemi - è molto più spettacolare.

Malerman non sbaglia un colpo, nel suo intento. In tutta la sua lucida, spietata missione di costringerci ad avere paura del buio. Di nuovo. Per sempre.

E anche quando il buio è la nostra unica possibilità di salvezza.

Differenze con il film

Il romanzo di Malerman è molto diverso dal film conSandra Bullockche ne è stato tratto.

Ogni aspetto "visivamente fastidioso" del romanzo è stato eliminato, o edulcorato. La sporcizia, le necessità corporali, i cattivi odori, i cadaveri o le loro parti: tutto è sparito, oppure è stato addolcito.

Non ci sono i cani - fondamentali nel libro - e non ci sono le sortite di Tom e Jules, sostituite da una spedizione collettiva al supermercato mai avvenuta nel romanzo. E manca anche l'episodio importante sui lupi, sostituito nel film da una pausa nella navigazione che nel libro non c'è.

Gary - il nuovo arrivato - ha un ruolo molto diverso rispetto al film: il ruolo di instillare il dubbio, la paranoia, i dissensi. Possiamo definirlo lo Yoko Ono della situazione, molto prima che il responsabile del disastro.

I bambini sono molto più preparati e interagiscono di più con Malorie. Hanno un ruolo attivo.

Infine, ci sono le due differenze più marcate, quelle che trasformano profondamente la storia di Malerman facendole perdere la perfezione: primo, Malorie è sola con i due neonati, subito dopo la loro nascita.

Sempre sola, e nella casa in cui trova rifugio all’inizio. Tom non c’è, lei sente la sua voce nella mente per farsi forza e per avere una guida, ma è l’unica sopravvissuta. La Malorie del romanzo è molto più forte, determinata e al tempo stesso umana, come mostrano le frequenti occasioni in cui si lascia andare al pianto, rispetto alla donna più distaccata e pratica del film.

Non ha dato un nome ai bambini, come nel film, ma la Malorie del romanzo si fa chiamare mamma. Ha insegnato ai piccoli cosa significa avere una madre e mette continuamente in discussione il suo ruolo. Continuamente, con grande efficacia.

Seconda, grande differenza: il finale. Tutti gli elementi che hanno fatto discutere sul film, quelli meno credibili, si riferiscono in particolare proprio alla parte finale del film. E nel romanzo non ci sono.

La narrazione è lineare ed efficace, fino alla sua amara, spietata conclusione (anch’essa edulcorata dal film), che ha uno scopo fondamentale: spiegarci che, alla fine, tutto è andato come doveva andare.

L'attesa di 4 anni, il viaggio, le perdite, la voce di Tom nel messaggio in segreteria. Tutto ha contribuito alla sopravvivenza di Mallory e dei bambini, con un messaggio profondamente diverso da quello lanciato dal film.

In definitiva, questa volta vale il famoso detto "il libro è molto meglio del film".

Ma non per il solito motivo. Non perché abbiamo "girato" nella nostra mente un film diverso da quello che vediamo sullo schermo, rimanendo immancabilmente delusi.

No. Qui le differenze stanno proprio nell**'efficacia** della narrazione, nella credibilità della storia e nell'essenza stessa dei personaggi.

Il film ha puntato, vincendo, su un'interpretazione diversa della storia. Ma ne ha perso per strada gli elementi fondamentali.

VOTO10 / 10

Bird Box è un grande thriller, un romanzo perfetto. Per 300 pagine ci tiene con il fiato sospeso nel raccontarci il terrificante viaggio di una donna, sola con due bambini in un mondo impazzito...