Girl from the Other Side, la recensione: protetta da un mostruoso angelo custode
Una bambina tenera e indifesa e una creatura mostruosa che le fa da tutore sono i protagonisti di Girl from the Other Side: la recensione del primo volume del manga di Nagabe.
Non ha bocca, non percepisce caldo né freddo, non si nutre e non sembra avere mai sonno. Il Maestro, affascinante protagonista di Girl from the Other Side - Siúil, a Rún, è una creatura bizzarra e sfuggente, emblematica delle sensazioni di lettura del primo volume di questo manga dal tocco lievemente gotico. Annunciato durante l'ultima edizione di Lucca Comics & Games, questo titolo in corso di realizzazione in Giappone (dove ha all'attivo sei volumi) vantava già una certa nomea a livello internazionale, ben prima dell'annuncio dell'edizione italiana.
Il merito va forse allespiccate qualità di illustratore che Nagabe dimostra di avere. È rintracciabile una riconoscibilità distintiva in ogni suo schizzo e bozzetto, c'è sempre un quel non so che fortemente caratterizzante in ogni sua illustrazione a colori disegno in digitale. È una delle qualità professionali che distingue gli illustratori e i designer dai mangaka, anche se nulla vieta alla prima categoria di confluire nella seconda. Questo discorso è particolarmente vero per questo autore, dalle cui storie e disegni traspare un gusto antico per gli arredi in legno e le foreste misteriose, senza dimenticare una bizzarra ossessione per creature degne di un bestiario medioevale, dalle fattezze antropomorfe e dal ricercatissimo vestiario.
Con le sue corna ritorte e il suo bizzarro becco nerastro, il Maestro è un mostro dall'aspetto sorprendentemente intrigante, una creatura orrorifica che irradia eleganza e raffinatezza, di cui il lettore percepisce la sensibilità che sfugge agli antagonisti di una storia sospesa tra fiaba e sinistra leggenda.
Una bimba perduta allevata da un mostro
Shiva è una bambina dolce e vivace, che adora passeggiare per la foresta, fare ghirlande di fiori e immaginare come sarà incontrare di nuovo la sua nonna. La bimba infatti si trova a vivere da sola in un villaggio abbandonato ai margini di una foresta pericolosa. Dei suoi genitori e parenti non c'è traccia, così come degli abitanti del villaggio. Il cibo scarseggia e ogni tanto un cadavere fa capolino tra i tronchi del bosco. Con la sua spensieratezza e ingenuità di bambina, Shiva comprende solo parzialmente la pericolosità della situazione: si trova lontano dal Mondo Interno dove è nata e cresciuta, dove la nonna le leggeva di fiabe e leggende riguardanti i terribili mostri che popolano il Mondo Esterno.
Eppure è proprio uno di questi mostri a prendersi cura di lei. Si fa chiamare Maestro e vieta tassativamente alla bimba di toccarlo. Infatti la sua bizzarra condizione di animale fantastico antropomorfo è una sorta di maledizione che si trasmette con il contatto tra persone sane e già raggiunte dal sortilegio. Se Shiva lo toccasse, si trasformerebbe anche lei in una creatura simile. Non ci è noto perché il Maestro vegli su Shiva, né come i due si siano incontrati. Quel che è certo è che la creatura prova dell'affetto genuino per la bimba e tenta il più possibile di tenerla lontana dai pericoli.
La peculiare convivenza tra i due protagonisti sembra costituire quasi un bizzarro ritratto di serenità familiare, ma basta un acquazzone o una gita nel bosco perché la violenza del mondo irrompa nelle vite di Shiva e il Maestro. Nonostante i suoi frequenti vuoti di memoria, il Maestro sembra saperne molto più di Shiva sulla maledizione e sul passato della piccola compagna di vita. La solitudine grazie a cui i due hanno costruito il loro rapporto di fiducia e affetto sembra sempre più destinata a finire presto.
La tenerezza della mostruosità
Non è certo la prima volta che ci capita di imbatterci in creature demoniche che di mostruosa hanno solo la bontà; Tim Burton su questa commistione tra dolcezza e orrore ci ha costruito su un impero e un'intera carriera. Allo stesso modo, forse con ancor più delicatezza e dolcezza, Nagabe trasforma cupissime tavole intrise di nero in quadretti d'idilliaca (ma mai superficiale) felicità tra i due protagonisti. Anzi: uno dei passaggi più convincenti del primo volume è come riesca a cogliere, senza mai esplicitarlo, l'immalinconirsi di Shiva di fronte alla prospettiva di dover attendere ancora la nonna.
Con la sua copertina e il suo design elegante Girl from the Other Side non avrà problemi a farsi notare da chi ama questo genere di storie sullo scaffale delle novità in fumetteria. L'edizione proposta da J-Pop è il giusto compromesso tra prezzo popolare (6,5 euro) e una cura editoriale che comunque gratifica l'occhio. L'unica pecca, a voler proprio essere puntigliosi, è la mancanza delle pagine a colori iniziali del volume, ma a questo prezzo era difficile fare di più. La copertina conserva i dettagli ramati dell'originale e una grafica il più possibile simile a quella curata dallo stesso Nagabe. Si tratta dell'ennesimo autore in ascesa e con una propria nicchia di lettori occidentali che J-Pop porta in Italia all'insegna di un'offerta di carattere popolare ma dalla distintiva qualità.
Il primo volume scorre via tutto d'un fiato, forse anche un po' troppo velocemente. Nei neri profondissimi delle tavole di Nagabe raramente si trovano atmosfere davvero cupe; si respira piuttosto l'aria diuna fiaba con al centro una bimba sperduta e costretta ad affrontare molte peripezie, con un sapore alla Grimm o alla Andersen. Non c'è un legame così netto con il mondo dei manga, anzi, la nazionalità del fumetto è meno palese del solito, anche grazie al design di vestiti e abitazioni che richiama un po' la campagna europea di qualche secolo fa.
L'autore semina qua e là tanti piccoli interrogativi su cosa sia davvero successo in questa versione in piccolo di una contrapposizione alla Attacco dei giganti. Da una parte infatti la popolazione umana si è rinchiusa dietro altissme mura ed è terrorizzata dal contagio, all'esterno circolano indisturbati gli esseri maledetti come il Maestro. Qualche vaga risposta arriva nel primo volume, dove Nagabe dimostra di essere già più che smaliziato nel prendersi lo spazio necessario alla resa grafica di ogni colpo di scena, utilizzando il contrasto tra bianco e nero, tra pieni e vuoti e (quando è necessario), l'intera pagina per aumentare la tensione e sorprendere il lettore.
L'unico vero dubbio che rimane a fine lettura è se le risposte che ha in serbo per il lettore siano all'altezza delle domande, o se a vincere sulla narrazione sarà l'emozione fine a se stessa. Quel che è certo è che con il primo volume di Girl from the Other Side Nagabe ha già fatto più del necessario per spronare il lettore ad attendere il secondo volume, infiltrandosi ulteriormente nel suo mondo dolcemente sinistro.
Nagabe sbarca in Italia con un'opera sospesa tra delicatezza familiare e brivido gotico. Il primo volume di Girl from the Other Side è un tenero abbraccio che si scioglie in un brivido finale.