10 libri (e qualche fumetto) da leggere a ottobre 2019
Ottobre volge quasi al termine e il comodino rischia di crollare sotto il peso delle ultime novità letterarie: i ritorni di André Aciman e di Bret Easton Ellis, una trilogia space opera attesissima in traduzione e qualche lettura da brivido per Halloween.
Questo mese la consueta rubrica dedicata alle uscite letterarie (e a fumetti) del mese ha tardato un po', ma perché attendeva impaziente una delle grandi uscite letterarie di ottobre 2019 e dell'annata. Proprio oggi (28 ottobre) arriva nelle librerie italiane Cercami (titolo originale Find me) il grande e inaspettato ritorno di Elio e Oliver in libreria, i protagonisti del fortunatissimo romanzo Chiamami col tuo nome. Non è l'unico grande di libro a riportare una grande film in libreria questo mese, anzi: tra il memoir/saggio di Bret Easton Ellis e il nuovo romanzo di spionaggio di John Le Carré, i grandi editori italiani vanno davvero a colpo sicuro in questo inizio d'autunno letterario.
Per i fan della fantascienza e del fantasy, dopo tanto penare e tante polemiche arriva in libreria la trilogia di Imperial Radch (nota anche come trilogia di Ancillary), la pluripremiata saga space opera a firma Ann Leckie. Non mancano poi titoli di comprovata qualità, che ci facciano riflette e interrogare sul presente sociopolitico e sul cinema, in una sorta di crossover multimediale. In vista di Lucca Comics & Games, appuntamento cardine del mondo del fumetto italiano e europeo, non mancano ovviamente grandi titoli a fumetti e dal comparto manga.
Prima di cominciare questa carrellata davvero ricchissima, una segnalazione extra: a inizio mese vi ho recensito in anteprima il terzo volume della saga dell'Attraversaspecchi di Christelle Dabos, La Memoria di Babel. Consideratelo pure tra i consigli di lettura del mese di ottobre 2019, anche se non compare di nuovo qui per lasciare spazio ad altri titoli di cui non abbiamo ancora parlato. Nel frattempo La memoria di Babel è già apparso nelle classifiche dei libri di narrativa straniera più venduti in Italia, a testimonianza del crescente successo di questa saga edita da Edizioni E/o.
Cercami
Dopo aver parlato per mesi di Chiamami col tuo nome, dopo essere rimasti incantati dall'adattamento filmico di Luca Guadagnino che ha donato nuova e ulteriore popolarità al già amatissimo romanzo best seller di André Aciman, non potevamo che ripartire da qui. Galeotto fu un incontro al Teatro Neri Parenti di Milano, alla presenza dell'autore e del regista. In quell'occasione Aciman si lasciò sfuggire di essere tornato al lavoro per continuare a raccontare la storia di Elio, adolescente intelligente ed emotivo la cui estate in compagnia dello studente universitario e allievo del padre Oliver cambierà la vita.
L'editore italiano storico di Aciman Guanda ha fatto davvero le cose in grande: Cercami esce in contemporanea con la versione in lingua inglese oggi 28 ottobre 2019, tradotto da Valeria Bastia. Non voglio anticiparvi nulla o quasi delle 278 intense pagine di questo ritorno a metà tra l'espansione, il sequel e il rimpianto. La sorpresa è che Elio non sarà l'unico Pearlman protagonista del tomo, che si snoda nelle città di Roma e di Parigi, tra viaggi in treno e incontri fortuiti forieri forse di felicità sentimentale, sicuramente di passioni brucianti. Sempre messa in forse da ricordi indelebili, da un paio di sillabe appena che riaprono amori mai sopiti.
Bianco
Non poteva che essere circondato di dibattito critico e polemica il ritorno di Bret Easton Ellis, un autore che ha scritto un capitolo graffiante della narrativa statunitense degli anni '90, lasciato la sua impronta indelebile in libreria e al cinema con American Psycho e poi, per sua stessa ammissione, ha cominciato a lottare con una forma narrativa che gli andava sempre più stretta, con un mondo sempre meno disposto ad applaudire il suo piglio critico e iconoclasta. Così Ellis abbandona il romanzo, ammette che la vena creativa furiosa di un tempo si è estinta e decide di mettere al centro sé stesso in una non-biografia.
Einaudi ad ottobre 2019 porta in libreria con la traduzione di Giuseppe Culicchia (voce italiana dell'autore negli ultimi 15 anni) Bianco, con un titolo che è tutto un programma. Sospeso tra saggio, memoir e attacco al politically correct statunitense, il bianco a cui allude il titolo del tomo è il colore della pelle di Bret Easton Ellis, simbolo per molti di più possibilità, più porte aperte, più facilità nel far sentire la propria voce. L'autore non ci sta e come sempre non è disposto a chiedere scusa, farsi da parte, mitigare le proprie parole.
Anzi: alla soglia del 45 anni Ellis prende di petto la duplicità del mondo hollywoodiano di cui ha fatto parte, degli Stati Uniti sempre più attenti alla forma e alla parola nel descrivere la propria multiculturalità. Parlando di sé stesso, della propria frustrazione e anche dei propri fallimenti, Ellis scandaglia l'ipocrisia della cultura bianca e le sue stesse profondità. Per i cinefili in ascolto segnalo in particolare una lunga riflessione che l'autore dedicata al lungometraggio premio Oscar Moonlight e al suo successo in patria.
La spia corre sul campo
Se gli Stati Uniti sobbollono di conflitti e contrasti interni irrisolti, il Regno Unito in pieno tentativo di Brexit ribolle violentemente e nessuno dei suoi grandi autori riesce a stare a guardare senza prendere in mano la penna e tentare di elaborare il tutto con la scrittura. Dopo Ali Smith e Ian McEwan, torna in libreria con un romanzo profondamente influenzato dalle traversie della Brexit un grandissimo nome della narrativa inglese del Novecento, considerato da molti il più grande scrittore di spionaggio di sempre: John Le Carré. All'età di 88 anni l'ex spia del MI5 e autore di successi strepitosi come La spia che venne dal freddo, Il sarto di Panama, La tamburina e La Talpa (per non parlare dell'ininterrotta scia di adattamenti che TV e cinema continuano a trarre dalle sue opere) Le Carré torna più caustico che mai.
La spia corre sul campo è per sua stessa ammissione un romanzo che non riesce ad abbracciare davvero la Brexit: scritto due anni fa, è troppo vicino agli eventi raccontati ma soprattutto troppo influenzato dallo stupore rabbioso di un autore che vede il suo paese arrendersi a una politica maliziosa nei momenti migliori, mercenaria nelle sue svolte più buie. In un Regno Unito dominato dal caos persino nei servizi segreti la situazione è caotica, distruttiva. Un paese senza guida non può condurre sé stesso, ammonisce Le Carré, figuriamoci sperare di mantenere una complessa rete di operazioni internazionali.
Mentre ci godiamo il suo nuovo romanzo, ancora una volta dedicato alla moglie Valerie Jane e tradotto da Elena Cappellini, lui è già al lavoro sulla scrittura di un adattamento per BBC del suo ultimo romanzo con protagonista George Smiley Un passato da spia e non sembra contemplare l'ipotesi che questo sia il suo romanzo d'addio.
Trilogia Imperial Radch
Questa uscita ottobrina di Mondadori tradotta da Francesca Mastrucco ripara a un torto che i lettori italiani di fantascienza avevano mal digerito, qualche anno fa. Non è la prima volta infatti che arriva in Italia Ancillary Justice, il primo volume di una fortunatissima trilogia firmata da Ann Leckie, che ha catapultato l'autrice statunitense al suo esordio nel gotha della fantascienza mondiale. Il suo romanzo d'esordio ha vinto tutto, ma davvero tutto, quello che un libro SFF può sperare di vincere nel comparto, riscontrando un grande successo di pubblico.
L'arrivo in Italia però è coinciso con un'edizione poco curata, che ha preso sottogamba la sfida non da poco posta dalla lingua qui elaborata dall'autrice. Infatti nell'impero Radchai (una sorta di versione interstellare dell'antica Roma imperiale) gli abitanti umanoidi non hanno attributi fisici visibili riconducibili al loro sesso e la loro lingua riflette questo fatto: non esiste il genere maschile (he/his/him e via dicendo) e il femminile è diventato il nuovo neutro e universale. La traduzione italiana dell'epoca fu criticatissima e a ragione, perché risultava così caotica da essere incomprensibile. Per questo motivo Mondadori presenta questo gioiello sottolineando la presenza di una nuova traduzione e anteponendo la nota della traduttrice stressa al trio di romanzi uniti in questa Titan edition.
Sul valore di questa trilogia ho speso negli anni tante parole e tanti articoli: è stata epocale nel suo momento, ha fotografato un cambiamento di sensibilità letteraria e sociale statunitense che la narrativa generalista ancora fatica ad abbracciare e ha creato un world building così complesso e affascinante che persino l'autrice fatica a sfruttare fino in fondo. Insomma, è una lettura più che consigliata, che temo giunga un po' troppo in ritardo per cogliere l'ondata d'interesse in merito che si era scatenata qualche anno fa. La trilogia di Ancillary è impegnativa, specie all'inizio, ma regalerà un viaggio interstellare che parla tantissimo del nostro presente e del nostro futuro, a chi avrà la pazienza e la curiosità di leggerla.
Mi permetto però un appunto: romanzi di questa mole e questa complessità a mio parere non meritano un'uscita in Titan edition, che scoraggia il lettore occasionale, rende la fruizione scomoda e condanna questi titoli a faticare ad uscire dala nicchia in cui già si trovano. Con l'aggravante che, a differenza di quanto successo per il bellissimo Luna di Ian McDonald, stavolta i tre romanzi di Ann Leckie sono proposti anche in doppia colonna, una pratica del passato della collana Urania che certo salva spazio, carta e contiene i costi, ma doveva rimanere nel passato che la ideò e usò. Oscar Vault sta pubblicando un catalogo strepitoso, e una segnalazione doverosa non manca praticamente mai in questa rubrica. È un peccato però che perle come questa non riescano a ritagliarsi lo spazio e l'edizione che meriterebbero.
La città dell'orca
Altro giro sulla giostra SFF, altro elogio che bisogna spendere per questo romanzo che Zona 42 ha scovato quando era un'uscita fresca fresca e poco nota, salvo poi diventare un finalista al premio Locus e Nebula. Tradotto da Chiara Reali, La città dell'orca è il secondo romanzo dello scrittore newyorkese Sam J. Miller che ha saputo raccogliere un consenso critico trasversale, anche al di fuori della cerchia degli appassionati. È un libro che sa traghettare certe visioni gibsoniane della tecnologia che controlla e sorveglia molto care a chi la fantascienza non la frequenza da un po' a tematiche ambientali di pressante interesse contemporaneo.
Il titolo fa riferimento a Qaanaaq, una massiva città oceanica che si trova nei pressi della Groenlandia e che ricava dall'energia geotermica la sua fonte principale per il sostentamento delle infrastrutture. La politica è rimasta nel vecchio mondo, precipitato in una guerra infinita e nel tempo verbale passato. Il presente è fatto di una città da incubo, figlia del più sfrenato sogno liberalitario, dove tutto è mosso da ignoti capitalisti senza scrupoli, i portavoce politici sono Manager, la sicurezza e gestita dalle intelligenze artificiali e il mercato immobiliare ed economico viene tenuto artificialmente sulle spine dai pochi che lo governano. Ai margini però si muovono giovani uomini e donne le cui storie rivelano la capacità dell'autore di fornire spunti di riflessione che rimarranno col lettore a lungo, domande sul futuro non banali ed esiti narrativi sorprendenti.
Fanta-scienza
Il legame tra scienza e fantascienza italiane si è dimostrato nel tempo solido e ricco di interscambi creativi, come dimostra Fanta-scienza, una nuova antologia di racconti di genere curata da Marco Passarello per le edizioni Delos Digital. Il modello è quello seguito da tanti scrittori e antologisti affermati, come ad esempio Neal Stephenson, che ha curato una raccolta di storie brevi in collaborazione con gli scienziati dell'università dell'Arizona.
Lo spunto è semplice: otto scienziati dell**'Istituto Italiano di Tecnologia** hanno raccontato ad altrettanti scrittori di genere nostrani dove li e ci condurranno le loro ricerche sul domani, in vari ambiti scientifici. A partire da questa finestra sul futuro fornita dalla scienza più avveniristica, scrittori prestigiosi nel panorama italiano di cui parliamo spesso in questa rubrica come Alessandro Vietti, Andrea Viscusi e Lukha B. Kremo hanno realizzato altrettanti racconti brevi, raccolti in questo agile volume.
È davvero un peccato che la nostra vetrina culturale, già poverissima di contenuti legati alla letteratura fantascientifica, ignori quasi totalmente la produzione nostrana. A pochissime voci spetta l'onere e l'onore di portare un po' di luce su progetti come Fanta-scienza, che è un modo per toccare con mano e immaginare con l'aiuto di scrittori e pensatori d'eccezione un futuro con cui stiamo capendo non sarà sempre facile fare i conti. Alle volte ci esaltiamo per antologie e saggi come Essere una macchina di Mark O'Connell, dimenticandoci che c'è chi racconta e immagina il futuro (e bene!) anche da questa parte delle Alpi.
Per presupposti scientifici Fanta-scienza mi ha ricordato il volume di Future Fiction Segnali dal futuro, mentre per risultati letterari mi è parso più vicino a Propulsioni d'improbabilità. Se solo dovessi muovere una critica a quest'ottimo lavoro editoriale, direi che bisogna lavorare ancora e molto per aumentare la varietà dei nomi proposti in questo genere di antologie, anche se chiaramente un paio di autori dalla notevole popolarità assicurano una visibilità che, come accennavo prima, si stenta a conquistare.
Nel approfitto per segnalare che questo mese arriva il libreria anche la nuova antologia a cura di RiLL Riflessi di Luce Lunare, edita da Quality Games, contenente nove racconti di Andrea Viscusi. S'intitola L'esatta percezione e sarà disponibile in anteprima a Lucca Comics & Games, presso lo stand di RiLL.
Steven Spielberg
Di cinema non si parla (e legge) mai abbastanza, quindi dedico questa posizione ai più cinefili tra di voi, che lo scorso mese hanno apprezzato l'inclusione di due volumi dedicati al genio di Stanley Kubrick ed editi da Lindau. Stavolta il testimone passa alla collana Elementi di Marsilio Editore, su cui arriva a settembre un piccolo volume dedicato a uno dei più grandi nomi del cinema statunitense: Steven Spielberg. Curato da Andrea Minuz, questo saggio racconta un regista e autore che ha avuto un ruolo strategico nel ridefinire l'industria dell'intrattenimento cinematografico statunitense e mondiale negli ultimi decenni, costruendo le basi di quello che è il cinema di largo consumo così come lo conosciamo oggi.
Da Lo squalo a Ready Player One, da E.T. a Schindler’s List passando per Minority Report, Spielberg è un regista la cui analisi critica è stata spesso viziata dall'enorme successo commerciale che la sua opera ha sempre riscosso, rendendo talvolta la critica cieca alla qualità di un cinema che ha saputo col tempo diventare iconico, non entrando bensì plasmando un immaginario collettivo condiviso. Film dopo film Minuz analizza l'arte del cinema di tutti eppure unico di Spielberg, la sua eredità che continua ad ampliarsi, film dopo film.
Il colore viola
La tentazione di utilizzare questo gancio è irresistibile, quindi a proposito di Spielberg, che realizzò l'adattamento filmico di questo libro nel 1986: a volte ritornano e sono grandi ritorni. Era il 1982 quando uscì nelle librerie per la prima volta Il colore viola, un romanzo che vinse il Premio Pulitzer e il National Book Award, catalizzando l'attenzione nazionale e mondiale su una storia dalle tematiche allora quasi "proibite", di certo non popolari.
Il razzismo contro gli afroamericani, certo, ma anche la violenza di genere e la sessualità femminile: l'epistolario di Celie aveva una forza e un'autenticità che conquistano critica e pubblico. Reso ancor più popolare dal film di successo che ne trasse Spielberg con protagonista una strepitosa Whoopi Goldberg, il romanzo di Alice Walker è diventato in meno di mezzo secolo un grande classico americano.
A 35 anni da quella prima edizione italiana edita da Frassinelli, è SUR a riportare questo classico novecentesco in libreria, con una copertina impreziosita dall'acquerello di Nicola Magrin e una nuova traduzione di Andreina Lombardi Bom.
Sulla liberazione della donna
Ho scelto il titolo di Simone de Beauvoir perché tratta una tematica che sento sempre la curiosità e la necessità di approfondire, ma ogni contributo scelto da Edizioni e/o per il grande ritorno della Piccola Biblioteca Morale promette di essere una lettura di peso: sulla coscienza, sulla mente, sulla vita. A volte è necessario non astrarsi e fuggire, bensì usare la letteratura come lente d'ingrandimento, per guardarci con più chiarezza intorno e anche dentro. Questo piccolo libro contiene un'epocale intervista a Simone de Beauvoir che realizzò Anna Maria Verna nel lontano 1977, per la rivista Ombre rosse. Il tempo è passato e sottolinea ancor più impietosamente la lucidità della scrittrice, il cui pensiero chi viene qui per la prima volta restituito in edizione integrale, senza tagli.
Diretta a Goffredo Fofi, Piccola Biblioteca Morale ricomincia il suo cammino con parecchi titoli interessanti, che vi vado a segnalare: Gesù il Cristo di Ernesto Bonaiuti, L'Italia secondo Fellini (altro titolo notevole per i cinefili in lettura) e Il teatro e la crudeltà di Antonin Artaud.
Una visita al Bates Motel
Non potevo che chiudere con un titolo un po' orrorifico, dedicato a quanti sono a caccia di una lettura cinefila sì, ma anche perfetta per Halloween. Con grande tempismo ed eleganza, Adelphi propone più che un saggio o un "curiosario" sul celeberrimo film da brivido di Alfred Hitchcock: Una visita ad Bates Motel si candida ad essere una guida definitiva al mondo esplicito ed implicito di Psycho, che per livello di dettaglio e cura editoriale vuole più che giustificare il suo importante prezzo di copertina.
Il cuore di Thomas
La faccio molto semplice perché non c'è nemmeno da girarci troppo intorno, dopo tanti anni di attesa e un sogno che sembrava quasi impossibile. Quello che J-Pop porta a ottobre nelle fumetterie italiane è il primo volume un manga epocale, capace di cambiare il panorama fumettistico giapponese in un decennio creativo e mutevole come quello degli anni '70. Per la precisione era il 1974 quando Moto Hagio - una leggenda vivente del manga giapponese e un punto imprescindibile di partenza e arrivo per chi si approccia al genere - pubblicò questo titolo, che fonde mistero, ricostruzione storica e quello che sarebbe divenuto un racconto antesignano del genere shounen ai. Il cuore di Thomas sembrava uno di quei titoli antitetici al mercato italiano e invece nel 2019 possiamo finalmente leggerlo in italiano.
Moto Hagio ha avuto avverse fortune nel panorama nostrano, dove assoluti capolavori come Siamo in undici! sono stati sostanzialmente ignorati negli scorsi decenni. Lo scenario sembra ora maturo per proporre al pubblico un titolo che non manca in alcun tipo di analisi storica o critica della storia del manga, in un'edizione curatissima, come da nuovo standard adottato da J-Pop. Se andrete a Lucca Comics & Games sarà uno degli acquisti migliori che possiate fare tra le novità editoriali presenti, insieme all'ampia offerta già annunciata allo stand della casa editrice.
La musica di Marie
A proposito di stand imperdibili a Lucca Comics & Games 2019, acquisti di alta qualità e cura editoriale sopra la media, vi consiglio di fare un giro anche allo stand di Coconino Press, dove troverete il nuovo volume di Usamaru Furuya, La musica di Marie. Difficile restituire a parole la sontuosità narrativa e grafica di questo volume di oltre 500 pagine, che fonde uno scenario apocalittico a influenze stilistiche steampunk e a contenuti che indagano senza reticente e semplici risposte domande esistenziali e angoscianti su Dio, la religione, l'universo e tutto il resto.
La storia di Kai e Pipi è la più esemplare uscita dell'anno per quanti pensano ancora che il fumetto "di livello" dimori altrove e il manga sia territorio di un'estetica votata alla pura commercialità. Vi ricrederete.