Gli Orchi-Dei, il fantasy gotico a fumetti di Hubert e Gatignol
Intrighi di corte, cospirazioni e uno stile grafico che ricorda quello di manga. Ecco la saga degli Orchi-Dei, l'epopea gotica a fumetti firmata da Hubert e Gatignol.
La fine delle serie TV del Trono di Spade ha lasciato il mondo intero a digiuno del fantasy di stampo classico, quello fatto di intrighi di corte, giochi di potere ed epiche battaglie. In attesa che George R.R. Martin faccia finalmente uscire il nuovo volume delle sue Cronache del Giacchio e del Fuoco, gli orfani dello show di HBO potrebbero trovare conforto nella lettura dei primi due capitoli di una nuova epopea, questa volta a fumetti.
Edita in Italia da Bao Publishing, la saga degli Orchi-Dei dei francesi Hubert e Gatignol ha infatti molti punti in comune con Game of Thrones. Ambientata in un complesso e stratificato mondo fantasy con forti richiami al medioevo, anche questa è una storia di dinastie e casate, di stragi e stratagemmi per conquistare e mantenere il potere, in cui il sesso, la violenza e gli omicidi sono all'ordine del giorno.
Niente draghi o zombie di ghiaccio, però. Centro nevralgico del racconto sono gli Orchi-Dei, una razza di giganti cannibali che, dall'alto di un oscuro e monumentale castello, dominano su tutti i regni circostanti, passandosi - o, più spesso, uccidendosi l'un l'altro - lo scettro di generazione in generazione.
È in questo scenario, in cui la gente comune viene allevata nelle fattorie per poi essere servita come banchetto alla tavola dei monarchi, che sono ambientate le vicende dei protagonisti dei primi due volumi della saga, intitolati Piccolo e Mezzo Sangue.
Nel primo seguiamo le gesta di colui che dà il nome al libro, nato tra gli Orchi-Dei ma troppo minuto per essere considerato più che un aborto; nel secondo viene invece narrata l'ascesa di Yori, che da figlio illegittimo di una plebea e un nobile aspira a diventare il ciambellano più potente del regno. Due vicende diverse per toni e natura ma anche profondamente simili, in cui il rapporto con i genitori gioca un ruolo decisivo per la maturazione e il destino dei due protagonisti.
L'amore per le madri e l'odio per i padri portano infatti i due a compiere scelte che li portano a tradire la loro vera natura, trasformandoli in qualcosa di completamente diverso da ciò che erano destinati a essere.
Piccolo appare così in tutto e per tutto un romanzo di formazione, in cui il progredire degli eventi insegna a vivere - o, meglio, a sopravvivere - al giovane gigante, al contrario di Mezzo Sangue che è invece un racconto di rivalsa sociale, una rivincita che, pagina dopo pagina, acquista sempre più i tratti di un thriller politico.
Benché leggibili e apprezzabili anche singolarmente, le trame dei due volumi si intrecciano tra loro in più di una occasione, formando un unico grande affresco che finisce per raccontare la storia di un intero reame. Una storia che, oltre che a fumetti, i due autori propongo al lettore anche sotto forma di testo scritto, sfruttando l'escamotage del "libro dentro al libro".
Oltre alla vicenda principale, ogni volume della saga contiene infatti anche estratti provenienti da due testi fittizzi - Il Libro degli Avi e Il Libro dei Ciambellani - che narrano le gesta dei più famosi antenati dei due protagonisti, tracciando attraverso i loro profili l'evoluzione economica, politica e culturale dell'intero regno.
Attraverso un sapiente gioco di incastri e solide svolte narrative, Hubert mette in scena una saga fantasy di stampo familiare oscura e crudele, in cui la fame, sia essa di potere, di conoscenza o anche semplice appetito, ne è l'elemento centrale.
Se i testi e l'intera narrazione hanno un'impronta e un'impostazione quasi da romanzo rinascimentale (i richiami alla serie di Gargantua e Pantagruele di Rabelais sono molteplici), a stupire sono soprattutto i disegni di Gatignol, il cui tratto è sicuramente uno dei più particolari dell'attuale panorama fumettistico mondiale.
Volti ed espressioni dei personaggi sembrano infatti essere usciti direttamente da un manga, così come la scelta di proporre la storia utilizzando soltanto il bianco, il nero e numerose tinte di grigio. Anche nelle scene più dialogate, la costruzione delle tavole cerca poi sempre il dinamismo, anche se nella sua composizione e nella grande attenzione riposta agli ambienti e alle architetture - vero piatto forte dell'intera opera - guarda più al fumetto francese.
Curati tanto dal punto di vista dei contenuti quanto della forma (l'edizione proposta da Bao Publishing è come sempre di altissima qualità, con i due volumi impreziositi da dettagli in oro metallizzato), i primi due capitoli della Saga degli Orchi-Dei di Hubert e Gatignol immergono il lettore in un mondo crudo, grottesco e violento, raccontando un'epopea sfaccettata, complessa e dal sapore mitologico.
Una lettura che riesce nel non semplice intento di affascinare e coinvolgere sia gli amanti del fantasy incentrato su dinastie e lotte di potere che coloro che amano il fumetto d'autore, consegnandogli un'opera tanto interessante da leggere quanto visivamente sorprendente.
Una saga grottesca e violenta che mescola gotico e fantastico per raccontare la storia di un regno e delle sue dinastie, sfoggiando uno stile grafico a metà tra un manga e un fumetto francese.