Il discorso I Have a Dream di Martin Luther King compie 56 anni, ma oggi come allora resta un esempio di arte oratoria e di potenza insuperabile di un messaggio potente per un mondo equo e senza distinzioni razziali.
Sono passati 56 anni da quando il 28 agosto Martin Luther King Jr., in piedi davanti a una folla scalpitante e piena di speranze ha pronunciato quello che è stato definito come "il discorso" per eccellenza che iniziava appunto con quattro semplici parole. I Have a Dream. Ho un sogno.
Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per ciò che la loro persona contiene. Io ho un sogno oggi!
E chi non ne ha? Tutti, ma il sogno di quell'uomo, esposto dopo una marcia di protesta per i diritti civili a Washington, conteneva un mondo intero. Il sogno di una popolazione non più ghettizzata per il colore della pelle. Il sogno di una società equa con i bianchi e con i neri trattati allo stesso modo. Il sogno di una popolazione di colore con gli stessi diritti dei bianchi.
Martin Luther King, biografia: chi era, cosa ha fatto e morte
Se vi state chiedendo chi era Martin Luther King, cosa ha fatto nella sua lunga vita di battaglie politiche, come è morto e quali sono state le sue più importanti vittorie sul piano dei diritti delle persone di colore sappiate che la risposta è difficile da racchiudere in poche righe di un articolo.
Nato ad Atlanta il 15 gennaio del 1929 vive un'infanzia privilegiata per quanto segregata a livello razziale. Studia in scuole ottime, ma aperte solo ai neri, si laurea in Filosofia e diventa pastore, proprio come suo padre. La segregazione razziale però lo disturba. La disparità di trattamento tra bianchi e neri è per lui fonte di turbamento e, una volta trasferito in Alabama inizia una dura lotta contro queste problematiche.
Martin Luther King è un pastore, non vuole dar vita ad un movimento violento: si basa sulla non violenza, appoggia i principi di Ghandi e si snoda su manifestazioni dimostrative, come quando scatena un boicottaggio di 382 giorni dei mezzi pubblici da parte delle persone di colore dopo il famoso caso di Rosa Parks. Nel 1957 fonda la Southern Christian Leadership Conference e da qui, da quel pulpito semplice e umile parla. Martin Luther King non fa altro che parlare al cuore delle persone. Scuote gli animi. Lotta. Non si fa scalfire a nulla, nemmeno dagli arresti e dalle minacce. Arriviamo così al 1963 quando dopo una manifestazione pacifica a Washington con oltre 200mila persone, Martin Luther King Jr. pronuncia il fatidico discorso: "I Have a Dream". Quello fu un momento importante che catalizzò l'attenzione di tutto il mondo su di lui e sul suo operato, tanto che nel 1964 ottiene il Premio Nobel per la Pace e continua ad organizzare manifestazioni come quella indimenticabile di Selma.
La morte di Martin Luther King: l'assassinio il 4 aprile del 1968
La morte di Martin Luther King segna una tragica sconfitta, ma anche un evidente segnale di come gli animi nel 1968 si stessero surriscaldando e la figura di un pastore così amato e seguito potesse essere scomoda. Così, in circostanze che comprendono la cospirazione, Martin Luther King, attivista e Premio Nobel per la pace, venne ucciso il 4 aprile 1968 alle ore 18:01 quando si trovava da solo sul balcone al secondo piano del Lorraine Motel a Memphis. Un proiettile calibro 30-06 lo colpì alla testa.
Il discorso più famoso di Martin Luther King a Washington: I Have a Dream
Le parole I Have a Dream pronunciate da Martin Luther King hanno, negli anni, assunto un peso enorme. Chiunque, anche i più piccoli, quando le sentono sanno che quella frase così semplice racchiude un arcobaleno di emozioni, speranze e anche sofferenze. Considerato uno dei discorsi più famosi del ventesimo secolo è anche il simbolo della lotta al razzismo negli Stati Uniti d'America.
L'allora Presidente eraJohn Fitzgerald Kennedy e Martin Luther King ha utilizzato il concetto di sogno proprio per sottolineare il divario tra lui e la Casa Bianca su argomenti come la segregazione razziale. Il discorso I Have a Dream nasce con un titolo diverso che, molto probabilmente, sarebbe dovuto essere "Normalcy NeverAgain". Eppure, secondo le biografie ufficiali, pare che il pastore proprio mentre stava parlando alla folla decise di focalizzare l'attenzione sul concetto del sogno, spinto, pare, dalla cantante Mahalia Jackson che gli urlava proprio di parlare del sogno. In quel momento Luther King JR abbandonò la bozza del discorso realizzata con Stanley Levison e Clarence Benjamin Jones e iniziò a parlare con il cuore, a ruota libera.
Significato I Have a Dream e frasi più famose
Se quindi il discorso di Martin Luther King, I Have a Dream, è passato alla storia è anche per la forza delle immagini trasmesse dall'oratore al suo pubblico di 200mila persone che, con lui, condividevano il sogno di un mondo libero, senza distinzioni di razza.
Martin aveva usato molte volte il concetto di sogno nei suoi discorsi: era l'aspirazione a un mondo di uguaglianza, un mondo libero, un mondo equo, un mondo dove il colore della pelle non contava niente perché il cuore non ha alcun tipo di sfumatura e batte all'unisono al di là di ogni cultura, religione o paese di provenienza. Il significato quindi di queste semplici parole non è misterioso o difficile da capire. È esattamente quello che tutti immaginano.
Ciò che però ha sconvolto il mondo (compreso il Presidente Kennedy che, leggenda vuole, seguendo il discorso di Martin Luther King in diretta bisbigliò "È maledettamente bravo") è la potenza con cui queste parole sono state pronunciate. L'enfasi. Il calore. La potenza di questo sermone è la magia del reverendo King che è stata studiata, ma nessuno è mai riuscito ad emulare. Tra le frasi più famose pronunciate quel giorno da Martin Luther King, oltre alla classica I Have a Dream, ricordiamo:
Martin Luther King Jr.Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio.
Martin Luther King Jr.Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.