André Aciman torna sui suoi passi, arricchendo la storia di Elio, Oliver e Samuel con un nuovo romanzo. Cercami si è guadagnato molti commenti negativi, generati dalla complessa contraddittorietà del romanzo.
È stato uno dei libri divisivi e aspramente criticati del 2019, tanto atteso quanto temuto e poi criticato. Non poteva essere altrimenti: Cercami infatti maneggia una materia delicatissima, quella dell'immaginario collettivo. In tanti autori che sono riusciti a farvi entrare una loro creazione hanno avuto la tentazione di tornare sui loro passi e apportare cambiamenti; in pochissimi sono riusciti a farlo con mutua soddisfazione personale e del pubblico. Quello dei protagonisti di questa storia è un destino molto particolare, che dal mondo letterario sconfina in quella cinematografico. Se il libro di André Aciman godeva di un considerevole successo ben prima di diventare un film, è indubbio che sia stato proprio il lungometraggio di Guadagnino a renderne iconici i suoi personaggi.
Oliver, Elio e suo padre Samuel sono diventate figure largamente riconoscibili, ma dalla natura mai davvero a fuoco. Tra il trio del romanzo originario e quello del film le differenze non mancano. Il romanzo di Chiamami col tuo nome è ambientato lontano da Crema, esplora versanti che il film appena accenna, ma soprattutto si spinte temporalmente oltre la chiusura voluta da Guadagnino. Rimettendoci mano una decina d'anni dopo aver steso il primo romanzo, Aciman torna a parlare del suo Elio e dei suoi Oliver e Samuel, ma non è così automatico che per il pubblico la distinzione sia così netta. Il responso della critica e del pubblico a riguardo di questo sequel letterario è unanime: non è all'altezza del suo predecessore e presenta molte criticità. Il perché e il come sia stato criticato forniscono più di uno spunto di riflessione interessante.
Alla ricerca dell'occasione perduta
Personalmente ritengo che Cercami abbia tanti difetti, ma non sia un libro brutto o privo d'interesse. Non potrebbe essere altrimenti: anche nei suoi momenti più infelici a scriverlo è un autore dalla cultura ricca, dalla scrittura suggestiva e dalla capacità non comune di evocare i sentimenti in sfaccettature solitamente nascoste dietro strati di banalità. Sin dai tempi di Chiamami col tuo nome non è che Aciman manchi di detrattori che gli criticano un eccessivo sentimentalismo e un distacco nettissimo dal mondo del qui e dell'ora, alla perenne ricerca di un'ideale o di un ricordo. Non è che queste critiche siano nemmeno così campate per aria. È vero che quello raccontato dall'autore è un piccolo mondo, personale e intimo, i cui confini sono rigidissimi, i panorami noti, i ricorsi quasi ossessivi.
In Cercami poi i personaggi sono perennemente impegnati a rievocare eventi, a ripercorrere luoghi non per vivere nuove esperienze ma per proiettare sul presente quanto successo tempo addietro in strade e case che ormai appartengono ad altri. Elio e suo padre le chiamano veglie e costituiscono la spina dorsale dei loro incontri a Roma, la città al centro dell'universo di Aciman uomo e scrittore. Divisoin quattro parti con un alto grado di autonomia - quasi fossero racconti indipendenti - Cercami si muove con attenzione tra la Francia, gli Stati Uniti e Roma, passando per la villa ligure che ben conosciamo fino alla città di Alessandria d'Egitto (altro luogo del cuore di Aciman), percorrendo gli spazi vuoti di Chiamami col tuo nome. Ritroviamoi protagonisti dieci anni dopo quella fatale estate ligure, poi a quindici, infine un paio di decenni più tardi.
I lettori del precedente romanzo sanno che Aciman deve circumnavigare un momento preciso della storia di Elio e Oliver non raccontato nel film, non contraddicendo quanto postulato in quel primo romanzo. Il libro del 2007 infatti si chiudeva con un incontro tra i due amanti ormai adulti alla villa, con Elio e Oliver intenti a ricordare Samuel, morto anni prima.
I motivi di un ritorno
Se al centro di Chiamami col tuo nome c'era il racconto di una storia d'amore che, pur finita, continua a influenzare le vite dei suoi protagonisti, l'obiettivo di Cercami non è altrettanto chiaro. L'autore persegue fini differenti in ogni parte del romanzo e finisce spesso per mettere le quattro linee narrative in competizione tra di loro. Si è molto dibattuto su quanto sia stata reale l'urgenza ditornare su questa storia per l'autore e quanto questo sequel abbia avuto motivazioni squisitamente commerciali. È una questione interessante ed è un quesito che ci si pone spesso durante la lettura.
Per Aciman è passato un decennio dalla scrittura di Chiamami col tuo nome e, se dovessi azzardare un'ipotesi, direi che il suo rapporto con i protagonisti del romanzo non è stato così influenzato dall'uscita del film. Forse è questo uno dei motivi per cui la reazione del pubblico è stata così negativa: quelli di Cercami sono i personaggi di Aciman non filtrati dalla lente di un film pensato per compiacere la sensibilità di un pubblico trasversale. Anzi, uno dei difetti di Cercami è quanto si riveli un modo persoddisfare i desideri del suo autore. La parte forse più criticata del romanzo è la prima, dedicata al padre di Elio, Samuel. Ormai anziano, il professore conosce una ragazza poco più che ventenne durante un viaggio in treno e tra i due esplode una passione così totalizzante da rendere impietosamente visibile la sutura tra le inclinazioni del personaggio e quelle di chi lo ha creato.
C'è molto del sentimento di Aciman in come Samuel desidera Miranda, una donna contorta e contraddittoria, che al contrario del suo amante non ha alcuno spessore carnale. D'altronde il punto forte dell'autore non sono mai stati i personaggi femminili. La pecca peggiore di questo romanzo a mio modo di vedere è come ancora una volta metta in pausa tutte le mogli e le amanti (la madre di Elio, la moglie di Oliver), non riconoscendo loro una complessità tale da poter stare al centro della scena, liquidandole con un "loro lo sanno, loro capiranno". Anche Miranda, protagonista al fianco di Samuel della prima metà del romanzo, si rivela poco più tardi una sorta diutero letterario in affitto. Gli esiti di questa scelta, che arrivano proprio sul finale, sono davvero infelici.
Tuttavia leggendo le tante reazioni a caldo dei lettori e della critica mi è sembrato che a urtare molti fosse la dimensione assolutamente corporea e disinibita che l'amore ha nei romanzi di Aciman. Associata alla passione di Elio e Oliver era stato uno degli elementi vincenti di Chiamami col tuo nome, mentre declinata in una storia dalla differenza d'età così marcata (ed eterosessuale) ha risvegliato una netta reazione di rifiuto. Eppure anche la seconda parte del romanzo vede una coppia alle prese con le medesime distanze temporali: quella tra Elio e Michel, un avvocato abbiente con un rapporto irrisolto con il padre scomparso. Proseguendo nella lettura del romanzo è palese comel'ombra paterna e il sentimento amoroso siano strettamente allacciate, in un viluppo che farebbe la gioia di ogni freudiano. Non a caso la parte più insignificante del romanzo è la terza, quella dedicata ai desideri di Oliver, un'amante che manca di spessore sia come figlio, sia come padre.
Vale la pena di leggere Cercami?
Per tutto Cercami ci sono ricorsi simili e altrettanto sublimi, di cui sono testimoni solo l'autore, il tempo e un lettore molto attento. Riflettendoci un po' l'obiettivo di questo romanzo è abbastanza chiaro:rendere una coppia un trio, inserire nella comunanza spirituale di Elio e Oliver anche Samuel, un personaggio altrettanto caro all'autore, smarcandolo dal suo ruolo distaccato di padre. Forse è questa intrusione che ha urtato di più i lettori. Cercami è un libro frustrante, che alterna momenti di imbarazzante consapevolezza (quando emerge Aciman dietro ai personaggi) a passaggi di assoluto splendore narrativo e di candida onestà spirituale. Per questo motivo, nonostante la frustrazione accumulata, non ne considero la scrittura (e la lettura) un'occasione sprecata.
Cercami in Italia è edito da Guanda, con la traduzione di Valeria Bastia.