Dopo le strenne: i libri (e i fumetti) più belli da regalarsi a dicembre 2019
Dopo il Natale è arrivato il momento di indulgere in un po' di sano egoismo per i lettori e mettere a frutto tutto il denaro e le carte prepagate trovate sotto l'albero, trasformandoli in libri: ecco le novità editoriali da regalarsi a dicembre 2019.
Se il Natale è il momento dei doni per tutti, i giorni successivi al 25 dicembre sono i più dolci peri lettori forti. Quelli che sono riusciti ad educare i parenti che si presentavano ogni anno col nuovo libro di Bruno Vespa, quelli che hanno esaurito la wishlist grazie alla generosità degli amici, ma soprattutto quelli che hanno ricevuto denaro e carte prepagate in regalo. Non manca mai all'appello l'amico pigro (o molto previdente), la zia ottuagenaria che anche quando vai per gli anta e hai due figli ti mette in mano con aria un po' cospiratoria "la bustina" con dentro una discreta banconota. Esauriti gli stravizi alimentari e le tombolate in famiglia, è arrivato il momento di decidere come investire il piccolo capitale che avete accumulato, trasformando codici sconto e banconote in libri e fumetti.
Lettori, è arrivato il momento di pensare a sé stessi e concedersi un ulteriore regalo, magari da divorare subito in questi giorni di festa ricchi di ore libere e dolce far niente. Dopo fiumane di consigli per le strenne natalizie, di libri e fumetti perfetti da regalare ad altri, è arrivato il momento di pensare a voi stessi, di indulgere in un getto di sano egoismo. Afferrate dunque il vostro codice sconto online, contante le banconote nascoste nei bigliettini d'auguri dei parenti e soprattutto spulciate questa lista di uscite di dicembre 2019.
Dato che nelle settimane prima di Natale si concentra la maggior parte delle vendite annuali in libreria, gli editori arrivano a fine autunno con già il grosso delle novità più succulente tra gli scaffali. Tuttavia anche a fine novembre e nelle prime settimane di dicembre non sono mancate uscite molto interessanti, alcune delle quali rischiano di passare inosservate. Poniamo subito rimedio con qualche consiglio di lettura davvero sfizioso.
Namamiko. L'inganno delle sciamane
Safarà editore è una casa editrice dalle scelte davvero forti, talvolta spiazzanti, che più che indulgere nelle aspettative del lettore punta a riscriverle. Come altro inquadrare altrimenti l'arrivo in libreria il 5 dicembre di questo romanzo bellissimo ma così difficile da presentare al mercato editoriale italiano? Qualche mese fa l'editore aveva già regalato agli amanti della letteratura nipponica la ristampa di Onnazaka, celebre romanzo della scrittrice Enchi Fumiko diventato ormai irreperibile da molti anni nella sua vecchia edizione italiana.
Con Namamiko però l'asticella dell'ambizione è posta ancora più in alto. Innanzitutto perché stiamo parlando di un'opera inedita sul mercato italiano, che deve aver presentato molte sfide di traduzione a Paola Scrolavezza, data la sua evidente complessità narrativa e linguistica. Inoltre pur essendo una delle scrittrici più brillanti e talentuose del Novecento giapponese (oltre che una figura di riferimento per il movimento femminista del Sol Levante) Enchi Fumiko non è un nome così noto al grande pubblico italiano. È una situazione che spero cambi presto, perché pur essendo stato scritto nel 1965 Namamiko è una storia di grande modernità, anzi, contemporaneità.
In questo romanzo di possessioni spirituali e sciamane alla corte imperiale giapponese del periodo Heian, Enchi Fumiko opera un ribaltamento simile a quello letto quest'anno in libri di grande successo come Circe. Mette al centro della narrazione una consorte imperiale che la storia ufficiale ha relegato in un angolo, rendendola protagonista di una storia che racconta intrighi di corte, manovre politiche abiette, l'amore di un imperatore debole e manipolabile. Al suo fianco poi pone una dama di corte al di fuori delle convenzioni stilistiche dei monogatari, che vibra di passione, rimpianto, sensualità e gelosia.
Se già proporre la traduzione italiana di Namamiko non fosse di per sé un grande regalo, Safarà lo fa con un'edizione curatissima, impreziosita da prefazione e postfazione curate da due grandi firme come Giorgio Amitrano e Daniela Moro. Imperdibile e non solo per i nippofili.
Viscere
Facile facile: se avete amato la raccolta di racconti Cat Person di Kristen Roupenian e vorreste una lettura simile, il tomo da regalarvi lo pubblica una piccola casa editrice comePidgin edizioni. Tradotta da Stefano Pirone, Viscere è in realtà antecedente di un paio d'anni per pubblicazione a uno dei volumi più chiacchierati del 2019 e per molti versi sembra il suo antesignano. A giudicare dalle ultime uscite statunitensi di grido, quello delle raccolte dei racconti duri, crudi e talvolta spiazzanti di giovani autrici americane sembra un vero e proprio trend letterario, destinato a durare abbastanza da descrivere questo periodo culturale nordamericano.
La prova di Amelia Gray è composta da scritti che spesso non superano le due facciate, ma si contraddistinguono per la capacità di graffiare. Alle volte l'autrice usa il bisturi della società, altre volte la brutalità dell'amore che aggredisce e attacca a mani nude, oppure c'è la cieca violenza delle armi da fuoco, delle droghe, persino di eventi casuali che trasformano la vita delle persone e delle nazioni. La natura millimetrica della scrittura di Amelia Gray non tradisce la sua origine televisiva - ha sceneggiato numerosi episodi di serie cult e cupe come Mr. Robot e Maniac - ma di certo eredita la capacità di tenere altissima l'attenzione e la tensione dello spettatore, talvolta riuscendo a infilare un colpo di scena da vera maestra.
Nei circoli underground statunitensi è stato un piccolo cult. Per il lettore post natalizio appesantito dalle festività e dal ritorno improvviso della routine quotidiana può essere un buon volume con cui riprendere il ritmo. Le storie sono così brevi che potrete divorarle anche nei risicati intervalli di tempo che vi lascia la vita quotidiana, anche prima di addormentarvi. Certo, non è garantito che poi l'inquietudine che si lasciano dietro vi facciano dormire sonni tranquilli, ma vale la pena di rischiare.
Non siamo mai stati qui
Voi però non volete un lettura indie, ricercata e impegnativa con cui concludere le festività natalizie, anzi: volete leggere un libro accessibile, un esordio già famoso e chiacchierato. Il problema è che, seguendo assiduamente questo rubrica, avete già letto tutti i casi editoriali dell'anno, italiani e stranieri. In vostro aiuto accorre DeA Planeta con una pubblicazione novembrina che ha riscosso parecchio successo (soprattutto a livello internazionale), ma che non ero ancora riuscita a segnalarvi per il gran numero di volumi affollatisi tra le nuove uscite in autunno.
Leggendo Non siamo mai stati qui vi regalerete una lettura attualissima: si sta molto parlando di questo romanzo di Lara Prescott (tradotto in italiano da Chiara Baffa), che sa unire ricostruzione storica, nuance sentimentali e il dietro le quinte di un libro che si può davvero dire abbia cambiato le sorti del Novecento. L'autrice si chiama Lara perché, come tante persone della sua generazione, la madre fu rapita dal film di Il dottor Zivago, il cui romanzo è al centro di questa ricca storia di amore, spie e gulag.
Non siamo mai stati qui infatti romanza una serie di storie relative alla scrittura, censura e diffusione clandestina del capolavoro russo di Pasternak in URSS, raccontate da un punto di vista femminile. Da una parte c'è Olga Vsevolodovna, la compagna di Boris Pasternak arrestata dagli uomini di Stalin per fare pressione sullo scrittore. Dall'altra Irina, una spia della CIA che collaborerà alla diffusione clandestina del libro, usato dagli americani come arma letteraria per rinfocolare la dissidenza russa.
Doveste scegliere di leggere questo romanzone storico e sentimentale un po' Mad Men e un po' The Americans, divenuto un esordio letterario da 2 milioni di dollari, sappiate che sarete già pronti per un adattamento filmico in preproduzione.
Il morbo bianco
Una casa editrice decisamente in controtendenza rispetto alla consuetudine di "frenare" le uscire di rilievo nel mese di dicembre è Urania Mondadori, che nel dodicesimo e ultimo mese del 2019 ha concentrato alcune delle uscite fantascientifiche più rilevanti dell'annata. Vale la pena di segnalarvene almeno un paio, a partire da un grande classico. Era il 1982 quando Frank Herbert, il celebre autore del ciclo di Dune (che vedremo di nuovo al cinema a fine 2020) dava alle stampe Il morbo bianco. Di lì a quattro anni sarebbe morto il primo autore statunitense a demolire l'assunto secondo cui la fantascienza era un genere pseudoletterario per ragazzini.
Il morbo bianco è tra i suoi romanzi più cupi, forse il più catastrofista, di certo indicato se quest'anno avete amato I testamenti di Margaret Atwood e avete voglia di un altro futuro in cui per le donne sopravvivere diventa una vera sfida. Come spesso accadeva nella fantascienza degli anni '80, la colpa di tutto è da imputarsi a uno scienziato che gioca ad essere Dio. John Roe O'Neil è un biologo molecolare sconvolto dalla morte improvvisa e violenta della sua famiglia. In un impeto di vendetta crea il morbo bianco, una pestilenza che dilaga per la Terra e uccide milioni di persone, accanendosi in particolare sulle donne, tanto che alla fine per ognuna di loro ci saranno decine di migliaia di uomini soli. Non ancora archiviato l'incubo della malattia, le poche sopravvissute dovranno fronteggiare la violenza degli uomini che se le contendono come tesori preziosissimi.
Al centro di Il morbo bianco però c'è il folle che impone questa piaga biblica di sintesi all'umanità e in particolare all'Irlanda, che poi è la vera protagonista della storia. Sarà l'IRA infatti a strappargli la famiglia e quindi a spingerlo nel suo diabolico piano, mentre Herbert descrive come la millennaria cultura irlandese, fieramente e ciecamente rivolta verso il proprio passato, inglobi nella sua stessa mitologia e storia l'impatto devastante del morbo bianco. Un altro ottimo tomo per le feste, se avete già divorato il ciclo di Dune. La traduzione italiana è di Roberta Rambelli.
Su la testa
Se c'è un difetto nella proposta mensile di Urania è quanto guardi ostinatamente al passato, rendendo il pubblico italiano poco consapevole della scena fantascientifica contemporanea, autoriale e pop. Per fortuna a dicembre Urania propone l'atteso seguito di una serie a cavallo tra fantascienza e thriller, scritta da uno degli autori più amanti e venduti della scena statunitense contemporanea. Potreste già conoscere il nome di John Scalzi anche senza aver letto le sue fatiche SFF: il suo blog Whatever è infatti ormai da anni un punto di riferimento letto (e aggiornato) quotidianamente da decine di migliaia di persone.
La scrittura ironica, veloce, pop e divertente di Scalzi blogger la si riconosce facilmente anche nei suoi romanzi. Tradotto da Marcello Jatosti, Su la testa ci riporta nel futuro raccontato da Chiusi dentro, in cui buona parte della popolazione è imprigionata in corpi ormai incapaci di muoversi e reagire a causa di una misteriosa malattia. Le loro menti ora possono muoversi grazie ai threep, macchine umanoidi iperefficienti. Grazie a queste si possono esercitare sport folli e violentissimi come l'hilketa, in cui tutto è lecito, anche staccare la testa all'avversario. Tutto è sicuro e dannatamente divertente, dato che le coscienze di ciascuno sono intrappolate altrove, lontano, custodite nei corpi ormai immobili. Tuttavia quando Duane Chapman viene ammazzato per davvero, alla terza decapitazione di fila in una partita di hilketa, tutto torna a cambiare.
Adrenalinico, futuribile ma soprattutto divertente con un tono qua e là pungente, Su la testa è un thriller fantascientifico che si legge tuttod'un fiato, di un autore che in Italia non è ancora stato davvero sdoganato, ma che è capace di stregare con le sue storie anche i lettori più recalcitranti.
Il codice delle creature estinte
Amanti dell'oggetto libro, figli mancati di Tim Burton e Guillermo Del Toro, adoratori delle illustrazioni, del bizzarro e del fantastico: Moscabianca edizioni ha dato alle stampe a dicembre un volume bellissimo dai dettagli sublimi, che non vede l'ora di fare bella mostra di sé sul vostro comodino. S'intitola Il codice delle creature estinte ed è un bestiario e insieme un racconto biografico, che riesce a mettere in ombra persino Il libro degli esseri a malapena immaginabili di Adelphi. Quello qui illustrato da E.B. Hudspeth è il Codex Extinct Animalia, una straordinaria galleria anatomica di creature immaginarie, talvolta estinte anche nella fantasia umana. Draghi, sfingi, ragazzi cerbiatti, satiri, sirene: ogni genere di creatura leggendaria e mitologica qui viene raccontata e illustrata nella sua anatomia con rigorosa bellezza, attraverso una serie cospicua di dettagliatissime tavole illustrate.
Il codice però contiene anche la straordinaria biografia fittizia di un uomo controverso, sospeso tra scienza e fantasia: quella del dottor Spencer Black, vera anima del libro illustrato. Ad inizio volume viene raccontata la peculiare vita del figlio di un'anatomista che vive nella Philadelphia dell'Ottocento ed è convinto di aver scoperto l'origine della specie umana. Così comincia la sua lunga caccia, tra tendoni del circo, fosse scavate di fresco nei cimiteri e aule dell'università, alla ricerca di prove che colleghino leggendarie creature mitologiche con la razza umana. Un volume strepitoso, che vale molto più del suo prezzo di copertina e che conferma ancora una volta la capacità di Moscabianca edizioni di scovare gemme editoriali di rara bellezza, estetica e letteraria. La traduzione è di Mauro Maraschi.
Internazionale Storie n. 1339
Mentre la redazione del settimanale Internazionale si gode le meritate vacanze, in edicola arriva ogni anno un numero speciale che fa la gioia di tutti i lettori: s'intitola Storie ed è una raccolta di racconti brevi dedicati a un genere, tema o nazionalità specifica. Si sfoglia come una rivista, ma si legge come un'antologia di racconti, spesso sorprendenti e memorabili. Dopo il Giappone e il Cile, il numero in edicola in questi giorni (disponibile fino al 9 gennaio 2020) è un grandissimo regalo per gli amanti della science fictione una sorpresa per i lettori poco avvezzi al genere: infatti quest'anno il tema è proprio quello della fantascienza.
Impreziosito da un'illustrazione di copertina di Lorenzo Mattotti (che si è occupato anche delle bellissime locandine della Mostra d'arte cinematografica di Venezia), Storie n.1339 raccoglie dieci racconti selezionati da Neil Clarke, fondatore di Clarkeworld Magazine. Ogni racconto tradotto è poi impreziosito da un'illustrazione creata da grandi artisti italiani per l'occasioni, da Gipi allo storico disegnatore di Urania Franco Brambilla.
È un'occasione davvero imperdibile, per tutti i lettori. Innanzitutto con soli 4 euro potrete portarvi a casa un'antologia che contiene inediti in Italia, storie a firma di voci che stanno disegnando la fantascienza contemporanea; da Aliette De Bodard a Nnendi Okorafor, l'autrice di Binti. Non capita spesso che in Italia vengano tradotti racconti di fantascienza contemporanea di questa varietà e rilevanza. Molti di questi titoli (tutti pubblicati nell'ultimi decennio) hanno vinto premi come lo Hugo e il Nebula, altri permetteranno ai lettori italiani di avvicinarsi a voci femminili e internazionali, in una nazione in cui si guarda con fin troppa nostalgia alla fantascienza d'antan e si fa spesso riferimento solo a quella scritta in lingua anglosassone. È la prima volta che Internazionale dedica un numero alla fantascienza, un'operazione meritoria per il coraggio e la voglia di rompere con certi preconcetti polverosi: si tratta di un'uscita e un'occasione imperdibile. Ultima nota: in regalo avrete anche un calendario 2020 illustrato da Anna Parini.
Piccole donne
Stavolta il mondo editoriale italiano non si è fatto trovare impreparato, anzi: chi volesse (ri)leggere il classico statunitense a firma di Louisa May Alcott in vista dell'arrivo delle sale del nuovo adattamento cinematografico, troverà in libreria un sacco di nuove edizioni fresche di stampa. La più votata all'estetica è quella di Oscar Draghi, che ripropone in grande formato e con una copertina che strizza l'occhio ai lettori e alle lettrici più giovani il celebre romanzo che Greta Gerwig ha voluto rinnovare con un un nuovo adattamento. La traduzione è di Chiara Spallino Rocca.
La scelta di Einaudi è altrettanto imponente e dedicata al pubblico dei completisti e degli adulti. La sobrietà grafica di copertina nasconde infatti un tomo massiccio di oltre 1100 pagine, che comprende tutti e quattro i romanzi che raccontano la vita di Joe e delle sue sorelle: Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo. La traduzione è di Luca Lamberti.
Il clan dei Poe
Che J-Pop sia diventata nell'ultimo quinquennio uno dei principali punti di riferimento editoriale per chi cerca manga di grande qualità è indubbio e conclamato. Anche per una casa editrice di manga che ha mostrato così grande coraggio e attenzione al manga classico annunciare una collana interamente dedicata a Moto Hagioè una mossa davvero incredibile. Sia chiaro, dal punto di vista qualitativo, ci sono pochissimi mangaka che possono competere con la regina del manga, che ha scritto pagine importantissime della sua storia sin dal suo nascere nel dopoguerra giapponese e che è ancor oggi in attività. Moto Hagio incarna la tradizione e la modernità e ha all'attivo almeno un paio di titoli che sono assoluti capolavori non del genere, ma dell'intero mondo a fumetti tutto.
Il problema è che i tentativi di proporla al pubblico italiano in passato hanno raccolto risultati deludenti. Complici anche edizioni di scarsa ambizione, Hagio è stato poco esaltata dal piccolo formato in cui veniva proposta, non restituendo appieno la ricchezza del tratto dell'autrice. Gli appassionati si sono allora rivolti al mercato inglese, che le ha dedicato incredibili tomi di formato A4, veri e propri oggetti da collezione, ma piuttosto dispendiosi. La collana a lei dedicata di J-Pop sceglie una vita di mezzo come grandezza, ma non accetta compromessi sulla qualità di stampa: veste grafica rinnovata ed elegantissima, pagine a colori, approfondimenti onnicomprensivi a fine volume, nuove traduzioni per le opere già edite in Italia.
Da possessore della precedente edizione di Il clan di Poe vi confesso che non credo di riuscire a resistere alla tentazione di aggiornare i volumi in libreria a questa edizione, che in due corposi tomi gli rende davvero giustizia. È una delle storie a tema vampiresco (e omoaffettivo) più celebri del manga tutto, imperniata di quella fascinazione per l'Europa classica e letteraria (vedi il riferimento ad Edgar Allan Poe nel titolo) che le autrici attive negli anni '70 e '80 subivano.
Vi consiglio anche Il cuore di Thomas, grandissimo classico del manga sospeso tra mistero e thriller, precursore di quel genere yaoi che oggi spopola in tutto il mondo.
Celestia
Per gli amanti del bel disegno e delle storie che si dimostrano quasi profetiche nel fotografare il presente consiglio il ritorno di un illustratore e artista italiano dal tratto inconfondibile. A fine ottobre Oblomov ha infatti pubblicato il primo volume di Celestia, un'opera in due parti a cui ha lavorato negli ultimi 5 anni Manuel Fior. L'autore de L'intervista e Cinquemila Chilometri al secondo è tornato con le sue tavole dai colori sfumati e dalle malinconie sospese, per raccontarci un bizzarro mondo al contrario, ma forse poi non lontano da quello in cui viviamo. E un luogo in cui sono i più piccoli e le giovani generazioni a prendersi cura degli adulti, arroccatisi nelle loro dimore per paura del futuro.
I giovani telepati protagonisti della storia vivono a Celestia, un riflesso lagunare di una Venezia in queste settimane più in affanno che mai. Qui si sono rifugiati gli abitanti spaventati ai tempi dell'invasione venuta dal mare, interrompendo ogni collegamento con la terra fredda e distruggendo ogni passaggio che collegava l'isola con il resto del mondo. Oggi Celestia tra i suoi edifici di pietra ospita criminali e faccendieri, ma anche due ragazzi di nome Dora e Pierrot, desiderosi di scoprire cosa sia successo lontano dalla Laguna, nel resto del mondo.