Gli (in)cantautori: recensione di un libro di racconti in musica
di Emanuela BrumanaUna raccolta di racconti in cui risuonano le voci della canzone, un gioco letterario che mischia narrazione e musica, un libro da leggere muovendosi liberamente tra nomi, citazioni e note.
Una canzone si lega a ricordi e persone, ma suscita anche fantasie e ci trasporta in posti lontani. Ci sono protagonisti di canzoni che ormai sentiamo come amici da quante volte abbiamo ascoltato la loro storia. Ci sono cantanti la cui voce ci è familiare e il cui universo sembra creato su misura per accogliere i nostri stati d’animo.
Nasce da queste sinergie il libro Gli (in)cantautori, una raccolta di racconti ispirati a musicisti e canzoni.
Il coro di angolazioni, voci, toni, stili e generi che si crea in questo libro è risultato della ricchezza che scaturisce dalla musica e da ciò che questa significa per ognuno di noi. C’è chi parla di un cantante trasformandolo in protagonista della sua storia, c’è chi dà voce a personaggi di canzoni famose, c’è chi tratta un cantante come “cornice” per la propria narrazione. Modi diversi di affrontare il tema libero proposto dagli editori agli autori.
E proprio gli editori confessano, in una piacevole introduzione, che molte voci sono rimaste fuori dal libro: tanti sono i cantanti assenti; e tra i presenti, c’è anche qualche nome che suona “stonato” in mezzo a personaggi come Pino Daniele e Guccini. Ma anche se alcuni cantanti citati non corrispondono ai vostri gusti, poco male! Quello che conta è la storia che ispirano, i personaggi che prendono vita partendo dalla loro musica.
Sebbene io non ami i libri di racconti (lo ammetto, limite mio, forse sono troppo fedele a un personaggio per abbandonarlo dopo poche pagine), l’idea alla base de Gli (in)cantautori mi è piaciuta tantissimo, così come ho apprezzato la pluralità di voci e di generi che compongono l’indice. Ci sono amore, noir, ironia, introspezione… non ci si annoia leggendo questo libro e, inevitabilmente, voci, versi e suoni affiancano la narrazione e la lettura. Ecco perché è giorni che ho in testa “A me me piace 'o blues”.
Insomma, se anche voi sentite che la musica è parte fondamentale della vostra vita, godetevi questo divertissement letterario. Vi garantisco che, inevitabilmente, alla fine vi ritroverete col desiderio che ne esca un secondo volume, in cui magari troveranno posto quelle voci e quelle canzoni che per voi sono fondamentali. (Qualsiasi incoraggiamento in questo senso agli editori è assolutamente intenzionale!)