La musica segreta di Parigi: recensione del romanzo tra amore e musica
di Emanuela BrumanaUna storia che si snoda tra Parigi, l'Inghilterra e l'Italia, portando con sé amore, caduta e rinascita; un piacevole romanzo da leggere d'un fiato.
Un articolato mix di musica, artigianato, sentimenti dà vita al romanzo d’esordio di Anstey Harris, insegnante di scrittura creativa alla Canterbury Christ Church University. Dopo premi ed elogi per i suoi racconti, la Harris si cimenta con un romanzo, La musica segreta di Parigi, edito Sperling & Kupfer, regalando al pubblico un’intensa storia, che può essere letta sotto diversi registri.
La musica segreta: la trama
Parigi è presente nel titolo e nell’inizio del romanzo. Poi, in realtà, la città scivola leggera in secondo piano, portandoci tra l’Inghilterra e Cremona insieme alla protagonista della storia, Grace.
Un passato da violoncellista alle spalle, diversi traumi e fantasmi da combattere e un presente all’apparenza perfetto. Complicato, forse. Ma perfetto per Grace, che attraverso la sua storia d’amore con David vive una vita fatta di passione e complicità, attimi rubati, incontri frugali e fantasie su un prossimo futuro insieme.
Ma qualcosa, inaspettatamente, si rompe. E Grace è costretta a fare i conti con se stessa e il proprio passato, a lottare contro i suoi fantasmi e lo fa attraverso ciò che sa fare meglio: la liuteria. Già, perché Grace è una stimata liutaia e David l’ha iscritta a sorpresa a un prestigioso concorso cremonese: al violoncello che presenterà alla giuria Grace lavora con dedizione. Proprio attraverso questo strumento e attraverso la musica, in compagnia di due amici assai diversi per età e temperamento, Grace metterà insieme i pezzi non solo del violoncello, ma anche della sua via.
Recensione de La musica segreta di Parigi
La musica segreta di Parigi non è solo un romanzo d’amore. Come non è solo un romanzo di formazione e rinascita. È un inno alla forza che ogni persona ha dentro di sé: sia che si tratti di una donna ferita, sia che si tratti di un ultraottantenne amante della musica. Ognuno ha la forza per scrivere il proprio futuro e non c’è evento che sia così grande da spazzare via questa possibilità.
Ecco il messaggio che è risuonato forte tra le pagine, mentre leggevo questo romanzo.
La Grace che conosciamo all’inizio del libro cambia completamente a mano a mano che la sua quotidianità e soprattutto il futuro che aveva immagino per sé vanno in pezzi. All’inizio, la sua dedizione e la sua ingenuità quasi ci respingono, ce la rendono distante. Le sue illusioni e le sue fantasie creano intorno alla donna una gabbia dorata dentro cui lei stessa si è rinchiusa. Perché là fuori, ad aspettarla, ci sono le sue paure. La paura di suonare di fronte a un pubblico, grande o piccolo che sia. La paura di un passato con cui non ha mai fatto i conti. E la paura di misurarsi con un concorso così grande come quello per liutai di Cremona. Ma appena quella gabbia si apre e Grace viene scaraventata fuori, conosciamo una donna diversa. Più fragile, più imperfetta, più sperduta, e quindi più vera. Perché ogni lettore si è sentito così, almeno una volta. Senza futuro. Senza casa. Solo. E vedere Grace che si rialza dalle sue stesse ceneri è uno spettacolo che dà forza, trasmette fiducia.
La musica, poi, altra protagonista del libro è sempre lì, presente: una colonna sonora discreta e delicata che accompagna il lettore, raccontagli un sapere antico come quello della liuteria e sottolineando gli stati d’animo dei protagonisti.
La musica segreta di Parigi è un romanzo piacevole, che lascia come un formicolio nelle mani. Penso sia la voglia di usarle per creare qualcosa di bello, per plasmare la propria vita proprio come Grace ha fatto con la sua.