I Dissennatori di Azkaban: significato, origini... e legame coi Patronus
I Dissennatori di Azkaban sono le creature più spaventose del mondo magico di Harry Potter, persino più dello stesso Voldemort.
Chiunque abbia letto la saga di Harry Potter da bambino, è rimasto incantato dal mondo magico costruito da J.K. Rowling. Chiunque l'abbia riletta da adulto non ha potuto fare a meno di notare che di Harry Potter può essere fatta un'interpretazione più profonda. Ogni libro, usando la magia come metafora, racconta di tematiche reali, umane, terrene. Se il primo volume, La Pietra Filosofale, affronta temi più fanciulleschi, comel'amicizia e il coraggio, ma anche l'assenza di una famiglia amorevole e gli abusi subito da un bambino, dal secondo tomo le tematiche si fanno già più cupe e tenebrose.
La Camera dei Segreti affronta il razzismo e i crimini d'odio tramite il desiderio di Voldemort di mantenere il sapere magico nelle sole famiglie di purosangue, Il Prigioniero di Azkaban esplora invece la depressione, e lo fa attraverso la figura del Dissennatore, un essere terribile che, col suo Bacio, porta via ogni traccia di felicità e risucchia l'anima delle sue vittime, lasciando solo dei gusci vuoti.
E poi ci sonola follia (Il Calice di Fuoco), la morte (L'Ordine della Fenice), le violenze di ogni genere (Il Principe Mezzosangue) e infine la guerra, con i suoi orrori e le conseguenze che ne derivano (I Doni della Morte).
In questa sede, vogliamo però concentrarci sui Dissennatori. Chi sono? Qual è la loro storia? E perché l'Incanto Patronus riesce a scacciarli?
- Breve storia di Azkaban e dei Dissennatori
- Il Dissennatore come metafora della depressione
- Dissennatori, Patronus e cioccolata
Breve storia di Azkaban e dei Dissennatori
La prigione di Azkaban fa la sua comparsa in Harry Potter già nel secondo volume, in una citazione che potrebbe sfuggire a una prima lettura, ma che invece costituisce un indizio, un'anticipazione di ciò accadrà in Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (fateci caso: J.K. Rowling adotta questo schema nei primi sei romanzi della serie!).
La scrittrice ha raccontato della storia di Azkaban e delle creature che la popolano in un estratto esclusivo pubblicato originariamente su Pottermore e ora disponibile sul sito Wizarding World.
Costruita su un isola nel Mare del Nord, nel quindicesimo secolo Azkaban non era una prigione, ma un'introvabile fortezza infestata da Dissennatorie abitata da un potente mago poco noto, un certo Ekrizdis, il quale era dedito alle arti oscure.
Da solo nella sua tetra abitazione, Ekrizdis torturava e uccideva per puro piacere e solo dopo la sua morte, quando l'incantesimo che occultava il luogo svanì, il Ministro della Magia venne a conoscenza dell'esistenza della fortezza. Tuttavia, ciò che accadde al suo interno, restò per lungo tempo un mistero e chi vi si addentrava per svolgere delle indagini, ne usciva diverso e spaventato.
Cosa fare di quel posto tremendo? Secondo alcuni, doveva essere distrutto, ma altri erano spaventati di cosa avrebbero fatto i Dissennatori, impossibili da uccidere, una volta privati della loro casa. Si sarebbero vendicati? Sarebbero stati liberi di vagare nel mondo? Per paura di ciò che sarebbe potuto accadere, la costruzione fu lasciata abbandonata per molti anni, finché le cose non cambiarono.
Quando venne imposto lo Statuto Internazionale di Segretezza, l'allora Ministro della Magia avvertì l'urgenza di smantellare le piccole prigioni esistenti in diversi villaggi e città, perché costituivano un rischio per il mondo magico. Il Ministro decise di costruire una prigione per i maghi oscuri, ma il suo successore, Damocles Rowle, mise mano al progetto e decise che Azkaban sarebbe servita allo scopo. Secondo Rowle, un mago malvagio e sadico, i Dissennatori avrebbero fatto da guardie perfette per la prigione.
E così, nonostante la ferma opposizione di molti maghi, Azkaban divenne la prigione che oggi conosciamo, e i Dissennatori le sue temibili guardie.
Ogni tentativo dei successori di Rowle di non far uso dei Dissennatori ad Azkaban fu vano. Secondo gli esperti, tenere i Dissennatori confinati sull'isola su cui si erge la prigione costituiva un vantaggio. In questo modo le creature avrebbero sempre avuto di che nutrirsi e non avrebbero girovagato nel mondo in cerca di cibo.
Così, finché Kingsley Shacklebolt non ricoprì la carica di Ministro della Magia, nessuno osò più mettere in dubbio la presenza dei Dissennatori ad Azkaban né presero in considerazione l'idea di chiudere la prigione, fingendo di non essere a conoscenza delle condizioni inumane in cui si trovavano i prigionieri nella fortezza controllata dai mostruosi esseri.
Solo dopo le fughe di Sirius Black prima e di Barty Crouch Jr. poi, la sicurezza della guardia dei Dissennatori venne messa in dubbio. Durante la Seconda Guerra Magica, le creature si schierarono dalla parte di Lord Voldemort come predetto da Albus Silente, che temeva da tempo una simile, sciagurata alleanza. Solo dopo questa drammatica svolta, alla conclusione della guerra culminata con la Battaglia di Hogwarts, Azkaban fu epurata dai Dissennatori per ordine di Kingsley Shacklebolt.
Secondo J.K. Rowling, la fortezza è ancora in uso come prigione magica, ma a fare da guardia ai prigionieri, sono ora gli Auror che lavorano per il Ministero della Magia.
Il Dissennatore come metafora della depressione
Il nostro primo incontro con un Dissennatore risale al quinto capitolo di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Harry, Ron, Hermione e Neville si trovano sull'Espresso diretto a Hogwarts quando vengono per la prima volta in contatto con la misteriosa creatura, una figura interamente avvolta da un mantello nero, col volto completamente nascosto dal cappuccio. Solo una mano è visibile da sotto il mantello, un arto che Harry descrive come “scintillante, grigiastro, viscido e rugoso, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua”.
Tuttavia, non è tanto l'aspetto fisico di questa inquietante creatura ad essere terrificante, quanto ciò che rappresenta e la sensazione di opprimente oscurità che la accompagna.
Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria.
Harry si sente sopraffatto da un senso di vuoto interiore, sente un freddo gelido attraversargli la pelle e penetrare fin dentro le ossa, una fitta nebbia aleggia attorno al suo cuore e il ragazzo rivive gli ultimi istanti di vita dei suoi genitori.
Essenza della paura stessa, così li definisce il professor Remus Lupin, i Dissennatori sono le creature più spaventose del mondo magico creato da J.K. Rowling, perché si nutrono di emozioni positive e, secondo Harry, averli attorno è come essere svuotati di tutta la felicità.
I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l'aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Appena potrà, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui… malvagio e senz'anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti.
L'arma più crudele in possesso dei Dissennatori è il loro Bacio, tramite il quale succhiano l'anima delle loro vittime.
È quello che fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente qualcuno. Immagino che ci siano delle fauci lì sotto, perché le stringono sulla bocca della vittima e... le succhiano l'anima.
Un destino, a detta del professor Lupin, peggiore della morte:
Puoi esistere anche senza l'anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora. Ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun ricordo... nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n'è andata per sempre... è perduta.
È forse in questo passaggio, tratto dal capitolo 12 di Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, che la metafora della depressione è espressa nel modo più esplicito. Il Dissennatore avvolge la sua vittima in una morsa da cui sembra impossibile liberarsi e la condanna a una sorte che, il saggio Lupin ci dice, nessuno merita.
Harry, che più di altri ha sofferto un'infanzia solitaria e senza amore, è particolarmente sensibile alla presenza dei Dissennatori. È proprio per questo che le emozioni, nella serie di Harry Potter, sono così importanti. Pure se i Dissennatori non hanno occhi, avvertono la presenza degli umani perché ne sentono le emozioni. L'amicizia, l'amore, il desiderio di salvare i suoi cari, che rappresentano un lauto banchetto per i Dissennatori, fanno altresì in modo che Harry riesca a sfuggire a loro, un po' come 13 anni prima Lily fu in grado di proteggere Harry dalla furia di Voldemort.
Dissennatori, Patronus e cioccolata
Personificazione della disperazione che infesta il mondo, i Dissennatori non possono essere uccisi. J.K. Rowling non lo dice esplicitamente, ma la ragione è chiara: neppure nel mondo magico è possibile bandire il dolore dal cuore di chi soffre, solo attutirlo.
Per questo, quando il professor Lupin scaccia via il Dissennatore dall'Espresso per Hogwarts, offre a Harry un pezzatto ci cioccolata.
Sul sito web Wizarding World, la Rowling ha scritto che “le proprietà del cioccolato migliorano l'umore” e perciò “il cioccolato è l'antidoto perfetto per chiunque abbia incontrato dei Dissennatori”. Ma la cioccolata è un rimedio a breve termine. La scrittrice ha aggiunto:
Trovare modi per combattere i Dissennatori - o la depressione - è essenziale se si vuole diventare permanentemente più felici.
Nel mondo di Harry Potter, anche se i Dissennatori restano imbattibili, c'è un modo per scacciarli, per mandare via la sofferenza, per allontanarla: far leva sui ricordi felici. L'incantesimo che il professore di Difesa contro le Arti Oscure insegna a Harry è l'Incanto Patronus, una delle magie difensive più antiche e difficili.
Il Patronus è una forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la felicità, il desiderio di sopravvivere. Ma non può provare la disperazione come i veri esseri umani, quindi i Dissennatori non sono in grado di fargli del male.
Mentre impara a padroneggiare l'arduo incantesimo, Harry si ritrova a rivivere la morte dei suoi genitori, ne sente le urla agonizzanti e per la prima volta scende a patti col significato profondo del loro sacrificio. Se da un lato, un po' come accaduto con lo Specchio delle Brame, si lascia cullare dal desiderio di conoscerli per la prima volta attraverso le voci che avrebbero dovuto accompagnarlo durante l'infanzia, dall'altro si rende conto che vivere nei sogni non lo aiuterà.
Sono morti, e ascoltare i loro echi non li riporterà in vita.
Harry Potter, che nonostante i suoi soli 13 anni qui mostra una maturità fuori dal comune, sa che c'è solo un modo per farcela: mettere da parte i momenti dolorosi trascorsi con i Dursley e fare affidamento sulla proprio determinazione, che è sempre stata la sua più grande forza.
Nonostante le difficoltà incontrate sul proprio percorso, Harry non si è mai arreso alla disperazione e così, al pensiero di perdere Sirius Black, la figura genitoriale che per troppo tempo è stata assente nella vita del giovane Harry, il maghetto lancia il suo incantesimo più potente, salvando sé stesso e il suo padrino.
Expecto Patronum!
Tutte le citazioni sono tratte da Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitoli 5 (Il Dissennatore) e 12 (Il Patronus).
Per altri riferimenti vedere Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitoli 7 (Il molliccio nell'armadio), 8 (Artigli e foglie di tè), 9 (Una grama sconfitta), 20 (Il Bacio dei Dissennatori) e 21 (Il segreto di Hermione).