Carrie: il romanzo che ha dato il via al mito di Stephen King
A volte si parte alla grande: è il caso di Stephen King, che vide in Carrie il suo primo romanzo pubblicato e anche l'opera che lo consacrò come nuovo Re di un genere sfruttato per raccontare gli orrori del mondo reale.
Basta leggere poche pagine di Carrie per comprendere il motivo che l'ha trasformato nel romanzo in grado di cambiare la vita di Stephen King.
Ma bisogna leggere tutto, ogni singola parola, per capire in che modo la storia di questa ragazza ha fatto presa su generazioni di lettori.
Senza dimenticare il film: il capolavoro che Brian De Palma ha tratto dal romanzo, in maniera molto fedele per gran parte della narrazione, è in qualche modo un complemento del libro, non una sua versione alternativa.
Come se King e De Palma avessero lavorato a due aspetti differenti della stessa storia, il libro e il film che ne è stato tratto si fondono in un'unico, potente grido: quello contro il bullismo.
Attraverso una delle migliori opere letterarie di un autore talentuoso come Stephen King.
La storia di Carrie White non è una storia horror, come a lungo ci è stato raccontato.
La storia di Carrie White è la storia di come l'ignoranza, la mancanza di empatia, i pregiudizi, l'odio, le convenzioni sociali e la stupidità si mescolino per creare uno dei mali più grandi di tutti i tempi: il bullismo.
Derisa, isolata, umiliata per tutta la vita, Carrie White esplode dopo l'ultimo, crudele tentativo di annientarla come se non contasse nulla. Come se non fosse nemmeno un essere umano con dei sentimenti.
Fra libro e film
Se De Palma (i remake non solo non li considero, ma non li nomino nemmeno) sceglie di variare il finale con un intento chiaramente simbolico sull'influenza del fanatismo sulla vita di Carrie e sulla morte di molte altre persone, King si concentra su altro.
La lettura di Carrie - con quell'inizio indimenticabile negli spogliatoi femminili della scuola, la stessa scena che apre ufficialmente la serie di eventi che portano al disastro anche nel film - non lascia spazio alle pause.
Attirando la curiosità del lettore con brani riportati dalle inchieste della Commissione White, da un libro che si occupa di telecinesi e dalle pubblicazioni dei sopravvissuti, King arricchisce il materiale che nel film diventa solo la storia di Carrie e di come l'odio e la discriminazione la trasformino in un'arma di distruzione di massa, con l'immancabile contributo del fanatismo religioso della madre.
Nel romanzo, invece, l'attenzione verso il fenomeno della telecinesi - e il legame con il romanzo successivo di King sull'argomento, L'incendiaria, è presente nell'ultima pagina di Carrie, come l'annuncio di un sequel cinematografico - è forte e radicata.
Il potere di Carrie di muovere gli oggetti con la sola forza della mente, ma anche di riuscire a comunicare telepaticamente con chiunque la avvicini nel drammatico finale, sono al centro del racconto come metafora dell'ira vendicativa.
A furia di provocare, umiliare, ferire e isolare, l'intera cittadina di Chamberlain paga il prezzo più alto.
Se De Palma fa crollare la casa di Carrie, seppellendovi la ragazza prima del colpo di scena finale, King si spinge molto oltre. Non sono solo i compagni di scuola e i ragazzi coinvolti nel crudele "scherzo" del sangue a pagare: i morti, nel romanzo, sono 440. L'intera città, dopo la notte del ballo, si svuota e muore poco alla volta.
I confini morali
Stephen King ci ammonisce: gli studenti che hanno trasformato Carrie in un mostro sono stati allevati da adulti che non hanno insegnato loro ad accettare, comprendere e tollerare.
Insieme all'incalzare degli eventi, che t'impediscono di sospendere la lettura, è l'allarmante attualità del romanzo di King a decretarne il successo: tutti noi abbiamo avuto - o siamo stati - il compagno "strano".
Tutti noi siamo stati derisi, o abbiamo deriso.
Il tema alla base di Carrie è un tema universale, senza confini, e purtroppo senza tempo. E la punizione che s'abbatte sulla città in cui la storia di sviluppa è la stessa punizione che, moralmente, lo scrittore impone a ciascun lettore: dobbiamo smetterla di considerare "diverse" le persone che non rispondono ai canoni di bellezza o "normalità" che ci sono stati insegnati. Soprattutto, dobbiamo smetterla di tramandare quei canoni.
Sono passati 45 anni dalla prima edizione di Carrie, e 43 dall'uscita del film.
Ciononostante, la lezione non è stata ancora imparata.
La tecnologia che dovrebbe renderci più evoluti ha dato vita a nuovi modi di diffondere odio, bullismo e pregiudizi.
E i valori che noi, e i nostri genitori prima di noi, tramandiamo ai nostri figli non sono sufficientemente forti da cambiare le cose.
Un grande romanzo
Ci sono diversi elementi, oltre alla tensione crescente, al fascino della telecinesi, agli input morali e alla condanna di ogni forma di fanatismo, che fanno di Carrie un grande romanzo.
Uscito nel 1974, ha trasformato un giovane ma già prolifico Stephen King in un autore al quale tutti riconoscevano una capacità straordinaria di servirsi del genere horror come metafora degli orrori nel mondo reale.
Carrie White è come un bruco che diventa farfalla sotto ai nostri occhi, pagina dopo pagina, fino al culmine della sua vita: la partecipazione a un ballo scolastico.
Per una ragazzina solitaria, senza amici e senza passatempi escluso il cucito, rinchiusa per ore a pregare in uno sgabuzzino dalla madre evidentemente pazza, un evento come il ballo della scuola può diventare lo strumento di riscatto di un'intera vita di angherie subite.
Allo stesso modo in cui è al centro della vita di ogni adolescente americano che si prepara a vivere una delle notti più indimenticabili della sua vita, Carrie White vive con trepidazione il momento di dare una svolta alla propria vita, ma la paura non la lascia mai.
Abituata da sempre a subire scherzi di cattivo gusto, non può credere di essere finalmente una ragazza come tutte le altre. E infatti, non lo è.
Non c'è lieto fine per Carrie White, né per la cittadina di Chamberlain. Non può esserci lieto fine quando si disprezza, si schernisce, si ferisce gratuitamente.
Prima di morire, Carrie White si aggira per Chamberlain portando con sé morte e distruzione. L'unica persona che aveva provato pena per lei, Sue Snell, verrà tormentata per il resto della sua vita dal ricordo della morte di Carrie, che la porta con sé nell'oscurità per mostrarle come aveva sempre vissuto.
Carrie White trascina anche noi lettori nel buio, con sé. Noi che, come Sue, avevamo provato pena per lei, veniamo risparmiati con un unico scopo: ricordare che l'odio porta solo, e inevitabilmente, ad altro odio.