La Storia delle Mie Tette: una graphic novel che insegna ad amare sé stessi
Jennifer Hayden ci racconta la sua lotta contro il tumore al seno in una graphic novel schietta e pungente che si legge come una lettera d'amore al genere femminile.
Sono nata senza tette. Giusto quei due capezzoli taglia unica che hanno tutti. Ero dunque felice, e stupida, e libera.
Jennifer Hayden ce lo fa capire fin dalla prima pagina: La Storia delle Mie Tette è molto più che l'emozionante racconto della sua lotta contro il tumore al seno. La sua graphic novel è che un'auto-biografia tremendamente schietta, dove l'autrice cerca quasi senza saperlo una nuova libertà: quella di amare sé stessa.
Tra scene imbarazzanti e rimpianti che non hanno mai smesso di bruciare, la Hayden dà l'impressione di non nascondere nulla, in un racconto a tratti crudo ma sempre viscerale e complesso. La sua storia non ha un'unica protagonista, ma dipinge il ritratto di molte vite, con le loro gioie e i loro dolori: dalle momentanee vittorie ai grandi addii a cui, prima o poi, tutti siamo costretti.
Tutto ha inizio in un'infanzia piatta e senza sorprese. Jennifer è una bambina senza alcuna preoccupazione che presto, però, inizia a sentire il bisogno di qualcosa che la renda più desiderabile: le tette, oggetto di venerazione sia per Jennifer che per le persone che la circondano. In prima linea c'è il padre, una figura a cui l'autrice è legata da odio e amore, con le sue dimostrazioni d'affetto alla moglie e la sua collezione di Playboy in bella vista.
Mentre le tette di Jennifer crescono, lei passa dall'infanzia all'adolescenza; finché, un giorno, tutto sfocia dolorosamente nell'età adulta. D'improvviso, le illusioni di Jennifer svaniscono e lei si ritrova a camminare sola nel "grande mondo cattivo", senza una bussola a cui affidarsi. E poi tutto cambia di nuovo.
La storia di Jennifer, seppur unica, spesso è presentata come il riflesso o la continuazione di quella di altre donne-chiave dalla sua vita: dalla sorella ("la donna dalle tette d'acciaio"), alle colleghe dell'ufficio, che spesso sembrano riuscire a realizzare quelli che per lei rimangono solo sogni lontani.
Le figure dominanti del racconto però sono sicuramente le sue due madri: quella biologica, sopravvissuta al cancro al seno, e la l'amata suocera, colpita d'improvviso da un cancro ai polmoni.
Le loro lotte contro la malattia avranno esiti diversi: una mastectomia, una guarigione inaspettata, un addio molto sofferto; e da loro Jennifer imparerà più di quanto poteva immaginare in partenza. Incluso come affrontare la morte.
La Storia delle Mie Tette si presenta come un onesto resoconto della lotta al cancro; ma, più da vicino, questa graphic novel è anche la storia di una famiglia.
Non è un caso che Jennifer Hayden abbia scelto un formato piuttosto particolare per raccontare la sua storia: un volume quadrato, che rimanda ai vecchi album dei ricordi. Al posto delle fotografie, però, troviamo una serie di tasselli che, uno dopo l'altro, riscostruiscono la storia di una vita in uno stile pungente anche nel tratto. Ogni capitolo corrisponde un segmento della vita dell'autrice (e dell'evoluzione dei suoi seni), con eventi a volte distanziati di anni, e che a volte si ricorrono in una spirale che sembra volerla sopraffare.
Non è un caso, quindi, nemmeno che questa doppia cornice vada in frantumi proprio alla fine, quando Jennifer testa i confini della sua nuova vita e decide di essere, e basta. La sua ritrovata libertà non è innocente e spensierata come quella della sé stessa bambina, ma viene da anni di lacrime di gioia e dolore e ferite che hanno lasciato cicatrici più o meno profonde. Alcune sulla pelle, altre nell'anima.
Schietta, sincera, caustica: ci fidiamo della protagonista di La Storia delle Mie Tette perché è così che lei continua a presentarsi, anche al di fuori della sua graphic novel.
Di recente, Jennifer Hayden ha annunciato l'arrivo del volume in Italia svelando nuovi aneddoti sul suo passato, divertita che il titolo della sua opera abbia conservato una certa assonanza con l'originale, The Story of My Tits:
Ci sono alcune parole che non cambiamo mai, a quanto pare. Una è tette e l'altra è storia. Penso sia perché tutti abbiamo bisogno di entrambe le cose.
Non conosco l'italiano, a parte i nomi di alcuni cibi (che io e il mio fratellino ci urlavamo a vicenda per strada nel nostro viaggio di famiglia in Italia, attorno al 1974, convinti che si trattasse di imprecazioni) e quel che ho sentito dire da mia sorella a suo marito. Ma non potrei essere più felice che i miei amici italiani adesso possono leggere il mio libro nella loro lingua.
Sebbene il dolore sia uno dei fili rossi della graphic novel, la storia di Jennifer Hayden è una storia di speranza e una chiamata alla forza insita ogni donna.
Proprio nell'insensatezza di una vita che vuole farla inciampare a ogni costo, Jennifer trova nuova energia e una nuova fonte d'ispirazione per amare sé stessa.
La dea madre, simbolo della forza femminile, chiude il cerchio con un abbraccio portatore di una speranza che non deve mai mancare.
A portare in Italia La Storia delle Mie Tette ci ha pensato Edizioni BD, che l'ha aggiunta alla collana Psycho Pop, dedicata alle graphic novel non convenzionali. La traduzione è di Micol Beltramini, già curatrice della collana, mentre la complicata operazione di lettering è stata affidata a Bianca Pistillo.
Disponibile da giugno 2016, il volume di 352 pagine è acquistabile sia in formato cartaceo sia in versione digitale. A corredare la storia di Jennifer Hayden c'è anche una postfazione di Alberto Costa, esperto di tumori al seno, che contestualizza la storia e ci offre qualche dettaglio in più su come comprenderla.
Un racconto schietto, caustico e soprattutto sincero che abbraccia più generazioni e le mette a confronto, senza tacere gli aspetti più dolorosi della battaglia contro il cancro al seno. Da leggere.