L'ultimo giro della notte: recensione del giallo di Michael Connelly
di Chiara PoliMichael Connelly ci presenta la sua nuova protagonista con L'ultimo giro della notte: signore e signori, Renée Ballard. Detective che non vi deluderà...
Ha un cane, una nonna amorevole, un profondo legame con il mare e una determinazione che ne fa una detective incapace di lasciarsi sfuggire il più piccolo dettaglio: è Renée Ballard, la nuova protagonista che Michael Connelly - creatore del detective Bosch, protagonista di una fantastica serie TV - ci presenta con L'ultimo giro della notte.
Un romanzo che ti tiene incollato proprio grazie a lei: una donna che non scende a compromessi in un mondo, la polizia di Los Angeles, fatto ancora da uomini e per uomini.
La sua caratteristica più straordinaria? Non le importa: Ballard tira dritto per la sua strada.
Renée Ballard: la detective che vi conquisterà
Fra letteratura, cinema e serie TV abbiamo incontrato centinaia, migliaia di detective. Donne più o meno costrette a nascondere le loro fragilità per farsi prendere sul serio, pronte a lavorare dieci volte di più per essere apprezzate la metà dei colleghi e spesso vittime di pregiudizi e discriminazioni.
Il mondo di uomini e per uomini del dipartimento di polizia di Los Angeles che fa da sfondo a L'ultimo giro della notte non è diverso. A esserlo è la sua protagonista, la detective Renée Ballard. Finita a lavorare all'ultimo spettacolo - così si chiama il turno di notte a Hollywood - dopo uno scontro con un superiore, al contrario di molti suoi illustri predecessori letterari non cerca vendetta.
L'unico, reale obiettivo di Renée è la giustizia. Per le vittime dei casi sui quali indaga, per le loro famiglie e per se stessa.
Al contrario di molte sue colleghe letterarie, e si tratta di una differenza sostanziale, Ballard non è una ribelle, un'anticonformista o una che gioca a fare la tosta. No. La detective Ballard si fida del proprio istinto e lo segue. Anche nei giorni liberi. Anche a rischio della propria incolumità.
Badate bene, però: non è un'incosciente. Semplicemente, è libera. Si comporta come hanno sempre fatto tutti i suoi colleghi uomini... Senza che nessuno ne facesse un caso.
Una mappa di indizi da mettere insieme
Michael Connelly è un maestro del genere: sa benissimo quello che fa. Lo si capisce fin dalle prime pagine, in cui la presentazione del nuovo personaggio non prevarica il racconto dei casi in cui lei e il collega, il detective Jenkins, si imbattono durante l'ultimo spettacolo.
E quando un comune furto, un crimine violento e una sparatoria si susseguono nello stesso turno, sembra che Ballard e Jenkins - solo desideroso di tornare a casa ad accudire la moglie malata, facendo il minimo indispensabile - stiano solo avendo una nottataccia.
Invece, stanno gettando le basi di un mistero avvincente, in cui tutti i pezzi del puzzle finiranno al posto giusto in un grande disegno raccontato da un esperto narratore.
L'ultimo giro della notte scorre via liscio, con le sue 365 pagine che volano non appena il lettore comprende che ogni singolo elemento - dal passato di Ballard al suo stile di vita - sono lì per un motivo. Emergono in un momento preciso, secondo un piano elaborato con cura.
L'elemento più straordinario è la naturalezza con la quale Ballard e la sua storia si presentano: lo svolgimento è così fluido che niente sembra forzato, fuori tempo o fuori posto.
Se siete a caccia di una detective story che faccia il suo lavoro, intrattenervi mentre vi sfida a indovinare come da tradizione chi è l'assassino, siete nel posto giusto.
La detective Renée Ballard della polizia di Los Angeles lavora in un mondo fatto dagli uomini per gli uomini, ma non lo combatte e non scende a compromessi: Ballard è libera. Pronta per conquistarvi.