La recensione di 1984, un capolavoro immortale che tutti dovremmo leggere almeno una volta nella vita. Perché George Orwell è il profeta del lato oscuro dell'uomo, e metterci in guardia era il suo unico scopo.
Londra, capitale dell’Oceania, è sotto il controllo politico e sociale dell'unico Partito, guidato dal Grande Fratello: un uomo che nessuno ha mai visto davvero.
I cittadini sono monitorati costantemente dai teleschermi, telecamere che invadono ogni spazio pubblico e privato e impediscono che chiunque prenda una decisione autonoma. Winston Smith, funzionario di basso rango del Partito Esterno, è impiegato presso il Ministero della Verità: il suo compito è alterare il passato modificando libri, testi e immagini perché anche la storia sia gradita al Partito. Ma Winston Smith non è come tutti gli altri: inizia a tenere un diario, gesto che potrebbe costargli caro, e quando si innamora potrebbe trovare il coraggio di combattere... Succederà davvero?
Il Grande Fratello vi guarda
"Big Brother is watching you". Parole che non mi sono levata dalla testa per più di vent'anni. Parole che mi hanno tormentata a lungo. Parole che - per mia fortuna - erano già impresse nel mio cuore e nella mia testa prima che il Grande Fratello diventasse una trasmissione televisiva.
L'ossessione del potere è solo una, il controllo. Perché controllo e potere si alimentano a vicenda.
Ho letto questo grande classico di Orwell nell'estate dei miei diciassette anni. L'ho letto in inglese, per la scuola, e l'ho amato moltissimo.
Poi, molti anni dopo, sono entrata in una libreria e ho visto l'edizione italiana con una fascetta che recitava: "Il libro che ha ispirato il reality show".
Così, ho deciso di rituffarmi in quel futuro distopico e spaventoso da adulta, riesumando ricordi e sensazioni, per capire cosa fosse cambiato. In me e nel mondo.
1984 andrebbe letto almeno una volta nella vita, e dico almeno perché sarebbe opportuno rileggerlo di tanto in tanto. Soprattutto quando il mondo sembra impazzito, come accade in tempi di pandemia, e la speranza che un grande classico ispiri il rifiuto di un futuro spaventoso ci spinge verso il maestro Orwell.
Maestro di metafore, denunce, ispirazioni. Maestro di comprensione dell'animo umano, e quindi pronto a terrorizzarci con futuri in cui la nostra oscurità prende il sopravvento, nel silenzio generale.
Il messaggio di Orwell è chiarissimo: ogni volta che l'umanità si avvicina al momento più buio della sua storia, lo fa perché la stragrande maggioranza delle persone scelgono di non fare nulla per evitarlo.
Cambiare il futuro
Il Grande Fratello è ovunque. La libertà personale non esiste più. Tutto è proibito, perfino il sesso, se non autorizzato dal potere centrale per scopi utili alla comunità (per esempio, il sesso dev'essere finalizzato alla riproduzione, ma anch'essa va controllata).
L'oppressione della dittatura socialista ipotizzata da Orwell affonda le proprie radici storiche nel passato ma è anche terribilmente moderna, al punto che lo scrittore indovina in qualche modo la totale mancanza di privacy che caratterizza un futuro in cui la tecnologia affianca le forze dell'ordine come la psicopolizia del romanzo.
La prima volta che ho riletto 1984, non era cambiato nulla. Rileggere un libro che hai amato a distanza di molti anni può deluderti, o al contrario rinvigorire la tua passione con l'accesso a nuove chiavi interpretative. A me non era successa nessuna delle due cose: io e il Grande Fratello eravamo sempre rimasti in contatto.
Ma quando il mondo ha iniziato ad assomigliare a quel futuro spaventoso, allora si che qualcosa era diverso. Lo ero io, perché cercavo di avere uno stile di vita il più vicino possibile al contrario di 1984. A cominciare dal rispetto di un ambiente che sembra non importare davvero a nessuno.
E poi è arrivato Covid-19. Non ho bisogno di rileggere 1984, è ancora con me e grida sempre più forte, nella mia testa: Fermatevi, prima che sia troppo tardi.
Ma non credo saremo in grado di farlo.
Forse, se 1984 fosse obbligatorio da conoscere a memoria, da tramandare come in Fahrenheit 451, le cose sarebbero diverse. O forse no, perché George Orwell, profeta del lato oscuro dell'uomo, aveva già previsto tutto.
1984 è un capolavoro immortale in cui l'atmosfera ossessiva, la voglia di libertà implicita in ogni gesto e la feroce denuncia di Orwell ci fanno gridare la voglia di un futuro diverso. Lo otterremo?