La Spada del Destino: la recensione della seconda raccolta di racconti di The Witcher

di Simone Alvaro Segatori

Un'altra serie di storie per scendere ancora più in profondità nell'universo di The Witcher e incontrare il destino di Geralt, una bambina dai capelli di cenere di nome Cirilla.

Indice

La Spada del Destino è ancora una serie di racconti che vanno però a riempire l'universo di The Witcher di tasselli fondamentali per iniziare a considerare l'opera di Sapkwoski un vero universo narrativo fantasy.

Dopo Il Guardiano degli Innocenti, non è facile approcciarsi nuovamente ad un altro libro fatto di frammenti di storie sparsi nel tempo. Si sente il bisogno di qualcosa di uniforme, di continuo, per poter davvero appassionarsi ad una narrazione più grande e non solo ai tratti di un buon protagonista. Sapkwoski però mette ancora tempo all'evolversi della storia con questo libro, scritto prima del precedente ma che cronologicamente narra degli avvenimenti accaduti dopo. Sorprende quindi vedere come i personaggi raggiungano la piena maturità in qualcosa che è stato scritto prima e come molte delle idee alla base di tutta l'opera fossero già presenti nel primo volume, dormienti, in attesa di essere pian piano risvegliate.

I pezzi del puzzle trovano il suo posto

Proprio come il suo predecessore anche La Spada del Destino porta il lettore in un viaggio a cavallo tra le storie anche se questa volta manca il racconto che fa da cornice a tutte le altre. L'unità tra le storie narrate rimane ma viene nascosta fino all'ultimo episodio del libro, Qualcosa di più, che completa con i pezzi mancanti anche i puzzle rimasti irrisolti dal libro precedente: come procede la guerra portata avanti da Nilfgaard che sta conquistando l'intero Continente? Che fine ha fatto la regina di Cintra? E il bambino promesso a Geralt? Tutti interrogativi apparentemente slegati e che invece andranno a comporre le basi della storia principale di The Witcher.

Carta assimilazione di Ciri nel gioco di Carte GwentCD Projekt Red

Non solo continuity però perché rimangono anche le favole rimaneggiate alla Sapkwoski in cui mostri e personaggi delle leggende e dei racconti per bambini trovano nuova vita in contesti differenti, spesso più oscuri e maturi delle loro origini classiche. È il caso del racconto Un piccolo sacrificio dove Geralt fa da cupido tra una sirena e un principe. Nella lettura è impossibile non notare le somiglianze con la storia della Sirenetta, anche se Sapkwoski troverà il modo di portare alla riflessione pur partendo da un contesto così leggero.

D'altronde lo strigo si riconferma essere il personaggio migliore di tutta la narrazione, spettatore silente di un mondo in rovina, dedito alle lunghe riflessioni che lo portano a sollevare dubbi sulla sua morale e su quella dei cosiddetti "mostri". Nel racconto Il fuoco eterno, infatti, Geralt si troverà alle prese con un Mimik, una creatura in grado di prendere l'aspetto di chiunque che si è inserito nella società umana solo per sfuggire alla persecuzione dell'uomo.

Un concetto che raggiunge la massima esplicazione ne Il limite del possibile, dove uomini, maghi, nani e principi partono per una caccia al drago. Un racconto medievaleggiante che inizia a mostrare i tratti delle varie razze del mondo witcheriano e i pregressi che le portano a diffidare le une dalle altre. Durante la caccia infatti ogni personaggio metterà in mostra il proprio essere, spinto da convinzioni morali, ma anche dalla paura del diverso.

Le ancore del witcher

Yennefer nel GwentCD Projekt Red

Torna anche l'amata maga Yennefer nel racconto Una scheggia di Ghiaccio, summa massima del doloroso rapporto d'amore con Geralt. In questa storia viene aggiustato il tiro e corretto il rapporto frettoloso che si era delineato tra i due ne Il Guardiano degli Innocenti. Geralt e Yennefer sono ora personaggi più profondi, consapevoli di trascorsi e di un passato insieme che al lettore viene solo sussurrato e che per quanto si provi non può essere dimenticato. Un rapporto di cui Geralt ha bisogno per sentirsi qualcosa di più della creatura che è.

Proprio come la compagnia del bardo Ranuncolo, altra ancora del witcher che lo trascina in viaggio da una parte all'altra del Continente. Ranuncolo si trasforma pagina dopo pagina e passa da simpatica macchietta a vero confidente e amico per Geralt e a compagno di avventure per il lettore che scoprirà il mondo di The Witcher e la sua evoluzione proprio dai suoi racconti.

Verso i romanzi

Il tutorial alla saga principale. Volendo usare una manciata di parole è così che può essere definito questo libro, un preludio a quello che verrà e che mostra tutte le potenzialità di una storia ambientata in un medioevo oscuro, in cui i canoni del fantasy classico sono stati rimaneggiati e resi più maturi e dove ogni avvenimento viene filtrato dallo sguardo cinico e riflessivo del protagonista.

La Spada del Destino e Qualcosa di più, ultimi due racconti del volume, inseriscono nella vita di Geralt la piccola Cirilla (Ciri), una mocciosa ingombrante e fastidiosa da cui lo strigo però non riesce a stare lontano. Il loro legame funziona e diverte già dalle prime pagine e sarà proprio Ciri il pezzo mancante alla vicenda che permetterà allo scrittore di concatenare questi libri di racconti alla serie di romanzi principale. Con il suo arrivo ogni evento troverà una precisa collocazione spaziale e temporale, come se la bambina fosse la linea del tempo utilizzata per misurare tutto l'universo di The Witcher.

La spada del destino. The Witcher: 2Andrzej Sapkowski
La spada del destino. The Witcher: 2
VOTO8 / 10

Con questa seconda raccolta di racconti Sapkowski termina l'ossatura del suo universo fantasy ed è finalmente pronto a trasformare le sue storie in una vera e propria serie di romanzi.