Le otto montagne: La recensione del romanzo di Paolo Cognetti

di Chiara Poli

Un romanzo parzialmente autobiografico incentrato sul rapporto del protagonista con la natura: Le otto montagne di Paolo Cognetti è un viaggio alla scoperta della semplicità, una scelta che non tradisce mai.

Indice

Pietro vive in città ma trascorre ogni estate in montagna, insieme alla famiglia. I suoi genitori si erano conosciuti e innamorati grazie alla passione comune per la montagna, un luogo magico in cui le camminate con il padre diventano l'unica vera occasione per Pietro di entrare in contatto con un uomo che sembra vivere la lontananza dalle cime e dalla natura come una malattia. Diventerà così anche per Pietro, grazie all'amicizia con Bruno, il ragazzino che ritrova puntualmente ogni anno.

Un dramma famigliare porterà Pietro a rivedere le priorità della sua vita e a ripensare all'importanza che avrebbe dovuto riservare alla montagna...

Vincendo il Premio Strega, è cosa nota, si ottiene una notevole esposizione mediatica. Certamente è accaduto a Le otto montagne, il romanzo parzialmente autobiografico di Paolo Cognetti che dopo la vittoria nella primavera del 2017, a metà autunno dello stesso anno era già stato tradotto in 35 lingue.

E così l'ho letto anch'io, probabilmente per lo stesso vostro motivo di alcuni di voi: perché ne parlavano tutti.

L'importanza della natura

La storia famigliare, personale e relazionale di Pietro è evidentemente costruita sulle esperienze reali di Cognetti.

Ma non è questo a portare avanti la narrazione: il vero cuore di questo romanzo è il rapporto di Pietro con la natura, e in particolare con le montagne fra le quali ha passato tante lunghe estati da ragazzino.

Ben scritto, Le otto montagne ci prende per mano e ci porta a scoprire un amore fra il protagonista e la natura che in qualche modo fa sognare anche noi, ricordandoci quanto stare immersi nel verde, a contatto con i colori, i profumi e i rumori degli alberi e dei prati possa essere una cura per l'anima e per il corpo.

Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente. - Paolo Cognetti

Oggi più che mai riscopriamo il bisogno di stare all'aria aperta, di immergerci in un'atmosfera fatta di uccellini che cantano e di acqua che scorre nei ruscelli. Camminare nei boschi ci fa sentire bene, e a volte non siamo nemmeno in grado di spiegare davvero perché. Paolo Cognetti invece ci riesce benissimo, descrivendo il suo rapporto con la montagna con parole che ci fanno condividere le sue sensazioni.

Io ho sempre amato il mare, per tutta la vita. Poi mi sono ammalata e sono sono più potuta andarci. La montagna, invece, era vicina a casa e raggiungibile, così ho iniziato a frequentarla... E ho imparato a riconoscere quel rapporto che Cognetti ci racconta come se ci stesse parlando della sua innamorata.

Un approccio semplice e verosimile

Quando lessi per la prima volta Le otto montagne, lo ammetto, sul momento rimasi delusa. Almeno in parte. Perché le mie aspettative erano talmente alte che ero certa mi sarei trovata di fronte a una sorta di esperienza mistica. Nulla è più lontano dalla realtà, e paradossalmente il valore di questo romanzo sta proprio qui. Nella semplicità, nella quotidianità, nella banalità - se vogliamo - degli eventi di una vita che potrebbe essere la nostra, nella quale ci riconosciamo facilmente.

La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio tempo e misura. - Paolo Cognetti

Mi è bastato pensarci, dopo aver girato l'ultima pagina, e ho capito che il problema era sempre lo stesso: Le otto montagne era un caso editoriale, in quel momento. E i casi editoriali, si sa, ti derubano sempre un po' del gusto vero della lettura. Più che abbandonarti a una storia, hai fretta di formarti un'opinione a riguardo, spesso inconsciamente. Vuoi capire subito se tutto ciò che il mondo intero va gridando è vero. E ci caschi, come si dice, con tutte le scarpe.

Tutto, nella storia di Pietro, è ordinario. Ed è proprio questo, il modo ordinario in cui l'autore narra questa storia, la semplicità con cui descrive la propria famiglia e quella del suo amico delle lunghe estati in montagna, l'immediatezza del suo rapporto con i boschi, gli alberi e i ruscelli, l'acqua, il punto di forza de Le otto montagne.

A conquistarmi è stata la sua normalità. E accostarsi alla sua lettura sapendolo, forse, può aiutare nuovi lettori ad apprezzarlo nel profondo.

Avrebbe certamente aiutato me, perciò spero che le mie impressioni siano utili ad altri.

Le otto montagne di Paolo CognettiPaolo Cognetti
VOTO8.5 / 10

Le mie aspettative erano altissime, e pensavo fossero state deluse; il problema di tutti i "casi" editoriali. Credevo di trovare chissà quale magia... E ho capito che c'era davvero: la semplicità.