Misery: la recensione del romanzo e le differenze dal film

di Laura De Rosa

Misery è un romanzo che non passa mai di moda, un vero e proprio capolavoro horror di Stephen King, che ha ispirato una pellicola altrettanto riuscita, "Misery non deve morire" di Rob Reiner. Scopriamone trama, recensione e differenze dal film.

Indice

Se c'è un libro che nella trasposizione cinematografica è altrettanto riuscito del romanzo da cui trae ispirazione, è senza dubbio Misery di Stephen King. Un classico horror che ha fatto la storia e che, non a caso, si è conquistato il celebre premio Bram Stocker.

Chiunque abbia letto il libro, e visto anche il film, non potrà che concordare. Perché qui stiamo parlando di un vero e proprio capolavoro sia letterario che cinematografico.

Trama

Veniamo alla trama del romanzo Misery: lo scrittore Paul Sheldon, dopo aver subito un grave incidente stradale lungo una strada del Colorado, viene miracolosamente salvato da Annie Wilkes, ex infermiera che decide di prendersene cura. Guarda caso Annie è anche un'affezionatissima fan di Sheldon, in trepidante attesa dei nuovi episodi della saga Misery.

Ma qualcosa non torna, Annie è infatti a dir poco problematica, ha un passato controverso da serial killer, e non ha confessato ad anima viva dove si trovi il celebre scrittore, intenzionata a tenerlo tutto per sé.

Quando scopre la triste fine che attende Misery, la sua eroina prediletta, nel seguito della saga, va su tutte le furie e costringe Sheldon a trovare un espediente verosimile per non farla morire.

Dal libro Miseryè stato tratto il film di Rob Reiner, riuscitissimo, "Misery non deve morire", del 1990, piuttosto fedele al romanzo. Qui, a interpretare magistralmente Annie, fu Kathy Bates, che vinse addirittura il Premio Oscar e il Golden Globe. Il successo di pubblico della pellicola non fu da meno e la critica, a sua volta, la accolse con entusiasmo.

Misery: recensione libro

Un romanzo claustrofobico, un capolavoro della letteratura americana contemporanea di genere horror, di cui Stephen King è indiscusso maestro, dove le paure più recondite dell'animo umano vengono sviscerate dalla penna dell'autore in un crescendo di tensione e calma apparente, in un contesto amplificato dalla solitudine circostante.

L'intreccio semplice e scarno nulla toglie all'approfondita introspezione psicologica dei personaggi, che emergono con forza nell'apparente banalità della situazione. È in fondo questa la grandezza del romanzo, rendere indimenticabile la storia di un uomo costretto all'infermità e all'isolamento in un luogo sperduto, in compagnia di un'ex infermiera psicopatica che alterna momenti di lucidità ad altri di totale follia.

Il linguaggio è altrettanto semplice e colloquiale, e proprio per questo in grado di rendere partecipe il lettore di tutte le sofferenze, fisiche e morali, della vittima, lo scrittore Paul Sheldon. King ci riesce scrivendo in terza persona ma facendo emergere il punto di vista del protagonista, con qualche intervento in prima persona.

La tensione cresce man mano che l'instabilità mentale di Annie si fa largo nella quotidianità. La protagonista non accetta l'indecorosa fine di Misery, un'eroina in cui si è profondamente identificata, e l'idea che Sheldon la voglia eliminare per sempre, la tormenta. Misery, d'altro canto, pur non esistendo sembra quasi vivere di vita propria, al di là dei due protagonisti, che diventano funzionali al suo obiettivo di continuare ad esistere. Ecco perché è stato anche definito romanzo nel romanzo.

Per quanto riguarda la psicologia dei personaggi, da un lato c'è Paul diventato famoso per la saga "Misery" che non ritiene alla sua altezza, e da cui tuttavia non riesce a liberarsi. Dall'altro c'è Annie, ex infermiera dal passato oscuro, che identificandosi in Misery, si concede un piccolo sogno di evasione. E poi c'è l'invisibile ma pervicace presenza di Misery, che alleggia misteriosa sui destini dei protagonisti.

Fra le pagine del libro scorrono tutte le nostre ossessioni claustrofobiche e i tentativi più o meno riusciti per evadere dalle situazioni che ci tengono prigionieri. E se la paura paralizza il lettore, al tempo stesso lo tiene inchiodato alle pagine, fino alla fine.

Differenze dal film

Il film presenta alcune differenze sebbene sia piuttosto fedele nel complesso al libro. Innanzitutto nel romanzo Misery mancano le parti dedicate allo sceriffo che sta indagando sulla scomparsa dello scrittore.

Inoltre ci sono delle incongruenze per quanto riguarda le amputazioni e le varie scene di violenza: Annie non amputa a Paul il piede sinistro con un'ascia come nel romanzo, ma gli frattura le caviglie con un mazzuolo. Sempre nel libro, Annie gli amputa anche il pollice della mano sinistra mentre Paul scaglia la macchina da scrivere sulla sua schiena e non in testa.

Ulteriori differenze riguardano la forcina con cui Paul forza la serratura della porta per fuggire, che nel libro si spezza rimanendo incastrata, e il destino della sua auto. Nel libro la vettura segue il corso del fiume bloccandosi a decine di kilometri dal luogo dell'incidente, nel film, invece, viene recuperata dalla polizia. Se nel libro Paul non ha figli, nel film dichiara di averne una, inoltre nel romanzo la sua auto è una Camaro, nel film una Mustang del 65.

Altra differenza riguarda il Novril, farmaco inventato da Stephen King, che Paul, nel libro, assume per se stesso e non per tentare di sedare Annie, e che nel film, dopo averlo assaggiato, decide di utilizzare per drogarla.

Annie, nel libro, si riempie di dolciumi in seguito a una crisi depressiva, cosa che non avviene nel film. Infine se nel film Annie impone a Paul di rifare il romanzo, nel libro lo invita solo a trovare un espediente che permetta di resuscitare Misery, destinata alla morte, in modo credibile.

VOTO10 / 10

Misery è l'ennesimo capolavoro letterario di Stephen King, un romanzo claustrofobico da cui è stato tratto un film altrettanto riuscito, il celebre "Misery non deve morire".