La signorina Tecla Manzi di Andrea Vitali: un romanzo delizioso
di Chiara PoliLa signorina Tecla Manzi è un romanzo delizioso: la storia di un improbabile furto nella Bellano degli anni '30, con il consueto stile garbato di Andrea Vitali.
A Bellano, graziosa e tranquilla località sul lago di Como, la stazione dei carabinieri entra in subbuglio quando l’anziana signorina Tecla Manzi denuncia il furto di un quadretto sacro dalla sua camera da letto.
Siamo negli anni ’30 e la signorina Manzi insiste per denunciare l’increscioso - e improbabile - furto direttamente al maresciallo Maccadò, mentre il brigadiere Mannu e l’appuntato Misfatti fanno a gara per mettersi in mostra.
Al bergamasco della caserma, il carabiniere Locatelli, non resta che stare a guardare i colleghi in competizione e indagare su una sparizione alla quale nessuno crede, ma che porterà alla luce un’incredibile intreccio di segreti.
C’è un termine che mi viene sempre in mente quando penso alle opere di Vitali, e per La signorina Tecla Manzi lo trovo particolarmente adatto: delizioso. Un romanzo delizioso, che soffre forse di un finale un tantino affrettato e quindi in parte deludente, ma non tanto da compromettere il giudizio complessivo.
Andrea Vitali ha il grande dono di una scrittura rassicurante, che trasforma anche la più improbabile delle trame in un’occasione di sereno intrattenimento. Nonostante l’ambientazione in epoca fascista, l’atmosfera resta rasserenante grazie ai personaggi come di consueto ben caratterizzati.
Geniale la scelta di far convivere nella piccola caserma di un paesino sul lago quattro carabinieri provenienti da quattro diverse zone di un’Italia che mostra tutte le sue peculiarità nella cultura regionale di chi porta nel cuore la propria casa lontana.
Andrea VitaliSecca da far paura e non più alta di un metro e cinquanta, stava compostamente seduta sulla sedia, la schiena bella diritta e la borsetta sempre afferrata con due mani. […] Le guardò le mani: di anelli non c’era traccia. Figurarsi, la signorina Manzi era il prototipo della zitella per vocazione e destino.
L’insistenza della signorina Manzi per una serie indagine a seguito del presunto furto di un oggetto privo di valore materiale, ma per lei fondamentale sia dal punto di vista affettivo che da quello - ben più importante - sacro, è il punto di partenza per una vicenda che finisce per trascendere i confini di Bellano e coinvolgere il lettore in un’avventura garbata, in puro stile Vitali.
L’ex medico condotto - recentemente tornato in corsia dalla pensione per dare una mano nella lotta contro il Coronavirus - ci regala un’altra perla della nostra narrativa contemporanea, con un tuffo in un passato che si concentra sulla vita di paese anziché sui grandi eventi che coinvolgono l’Italia. Pur senza ignorarli.
E poi c’è lei, naturalmente: la protagonista. L’impagabile signorina Tecla Manzi, la vecchietta del paese che scatena l’intera vicenda e non arretra mai, nemmeno di fronte alle insistenze del maresciallo in persona.
Ho amato molto anche Olive comprese, di cui vi ho parlato qui, ma questo resta il mio Vitali preferito. E ho già letto quasi tutti i suoi romanzi…
Un romanzo delizioso, che ruota attorno al furto di un oggetto privo di valore materiale ma di grande importanza per l’anziana signorina Manzi. Andrea Vitali ci regala un’avventura garbata, da leggere