Il Battesimo del Fuoco: la recensione del terzo romanzo di The Witcher

di Simone Alvaro Segatori

Mentre la guerra imperversa sullo sfondo, Geralt si rimette in piedi ed è pronto a tornare in viaggio nel volume che raggiunge la piena maturazione della saga di The Witcher.

Indice

Il Battesimo del Fuoco è una storia di fratellanza nata nel clamore della guerra. Un viaggio, l'ennesimo, nel mondo di The Witcher, che mette insieme personaggi totalmente differenti per un fine comune. Un obiettivo che nel tempo li aiuterà ad andare oltre le loro differenze.

Dopo una serie di volumi in cui Geralt è rimasto in disparte, come il lettore che può solo assistere agli eventi raccontati, ora è giunto il momento di prendersi il posto che gli spetta, diventando la forza narrante di questo capitolo.

In viaggio con una nuova compagnia

Ciri è scomparsa e con lei la forza dello strigo. Ne Il Battesimo del Fuoco ci si trova di fronte ad un Geralt diverso, quasi rassegnato al continuo martellare del destino. Un Geralt il cui unico scopo ormai è ritrovare Ciri e con lei quello che era un tempo. Non è solo però in questo viaggio di ricerca e a fargli compagnia c'è un gruppo improbabile eppure perfettamente funzionale.

Regis, il vampiro di The WitcherCD Projekt RED

Ranuncolo, l'immancabile bardo cantastorie e sempre presente, per immortalare nelle sue ballate il mondo prima che venga distrutto dalla guerra. Maria Barring, detta Milva si unisce a loro dopo la sosta alla foresta di Brokilon alla fine del precedente volume. È una combattente che come Geralt è in cerca di se stessa in un mondo che fatica ad accettare una driade come lei. Anche Cahir Mawr Dyffryn aep Ceallach si unisce alla compagnia. Non è un elemento fisso, ma come gli altri sta cercando un modo per cambiare e vuole iniziare proteggendo Ciri, la bambina che ha sempre perseguitato.

Che compagnia sarebbe infine senza nani e vampiri? A rappresentare i primi c'è Zoltan Chivay e i suoi profughi, spinti dal massimo tornaconto che può avere l'altruismo, mentre Emiel Regis è un vampiro tutto fare e uno dei migliori personaggi della saga, di cui è impossibile non innamorarsi.

Come scrivevo in apertura però questo è il romanzo di The Witcher sullo strigo, un Geralt che svestirà i panni della sua professione di ammazza mostri indossando quelli da cavaliere per salvare Ciri. D'altro canto i mostri non hanno fatto niente alla giovane bambina dai capelli di cenere, ma è l'uomo che smania per averla ad ogni costo.

Un romanzo completo

Dopo due raccolte di racconti e altre due travestite da romanzi, finalmente la frammentazione delle storie diventa unitaria e coerente dando vita al primo vero grande romanzo della saga. Tutto è chiaro, non ci sono personaggi di contorno a raccontare la vicenda, ma protagonisti che vivono tutto in prima persona. Solo in alcuni casi le avventure della compagnia di Geralt vengono interrotte dallo sguardo esterno di personaggi secondari, poche pagine che contengono però delle grandi rivelazioni sulla saga.

Purtroppo questa concentrazione della trama su Geralt e compagni fa sparire quasi completamente Ciri che, proprio come lo strigo, è risultata una grande protagonista, ma che qui apparirà solo in fugaci momenti durante gli agitati sogni di Geralt.

Il Battesimo del Fuoco è figlio delle grandi narrazioni epiche, dei viaggi tra luoghi, culture ed usanze che innescano nel lettore il desiderio di conoscere il mondo narrato sempre più a fondo. Allo stesso tempo però è anche un viaggio di crescita, sia per i personaggi che per lo scrittore che raggiunge una piena maturazione del suo mondo e anche se a volte può ancora sembrare che si tratti dell'ennesimo racconto di Geralt, la verità e ben altra e c'è sempre qualcosa nascosto in ogni pagina pronto a ricordarlo.

La guerra ovunque

Carta del Gwent della fazione NilfgaardCD Projekt RED

Questo terzo romanzo dello strigo è però ancheun viaggio nel cuore nero della guerra. Non c'è bisogno di stare a ricordarlo in ogni pagina ma la guerra è in ogni luogo, brucia i campi e devasta i villaggi, plasma il mondo e taglia qualsiasi ponte con il passato. La compagnia di Geralt vive attraverso questo velo di bugie e cenere, quasi abituata alla distruzione che ha intorno, come se non avesse mai conosciuto altro. Una distruzione che non ha né volto né bandiera. È in questa irrazionalità che l'autore trova anche spazio per colpire la guerra, un mostro che non ha ragioni se non la fame di potere mossa dall'uomo.

L'unica pietà provata dai personaggi è per i mostri, una specie in estinzione e su cui Geralt fatica ormai ad alzare la spada. Delle creature capaci di non far riflettere solo lo strigo, ma anche il lettore in un lungo viaggio in cui è impossibile rimanere indifferenti.

Il battesimo del fuoco: The Witcher 5 di Andrzej SapkowskiFrasiX
VOTO9 / 10

L'ennesimo viaggio di Geralt e compagni, stavolta al centro di una guerra che unisce storie e persone regalando al lettore uno dei migliori volumi della saga di The Witcher.