The Seven Deadly Sins: considerazioni sul famoso manga da cui è stata tratta la serie animata su Netflix
di Silvio MazzitelliOrmai The Seven Deadly Sins si è concluso in Giappone. Nell'attesa di leggere anche da noi il finale, ripercorriamo le tappe di questo shonen manga di successo.
Questo maggio è un mese di grandi conclusioni per quanto riguarda i manga giapponesi. Uno degli shonen più popolari degli ultimi anni è infatti arrivato, nel paese del Sol Levante, al fatidico volume conclusivo proprio in queste settimane. Stiamo parlando di The Seven Deadly Sins, fumetto che è diventato molto popolare in tutto il mondo anche grazie a una serie animata trasmessa in diversi paesi in esclusiva su Netflix. In Italia il servizio di streaming ha già reso disponibili le prime due stagioni e un film d’animazione legato alla serie, mentre i fan sono in attesa della terza stagione, conclusasi in aprile sulle reti televisive giapponesi.
Il manga, realizzato da Nakaba Suzuki, in totale si compone di 41 volumi, usciti tra il 2012 e il 2020. In Italia la serie è pubblicata da Star Comics. Le vendite complessive del fumetto hanno superato i trenta milioni di copie, permettendogli di piazzarsi tra le prime posizioni nelle classifiche annuali dei manga più venduti. Quali sono gli elementi che hanno reso possibile il successo di quest’opera?
La trama
The Seven Deadly Sins è uno shonen molto classico come struttura, che vede la sua forza principale in personaggi ben caratterizzati e sequenze d’azione spettacolari. La storia è ambientata in un mondo fantasy in cui coesistono, insieme agli umani, diverse razze immaginarie, come fate e giganti. In passato, nel regno di Liones esisteva un gruppo di cavalieri chiamati I Sette Peccati Capitali, che erano conosciuti per la loro incredibile forza e il loro grande coraggio. Dieci anni prima dell’inizio della storia, però, il gruppo fu sciolto con l’accusa di aver tentato di uccidere il re per usurparne il trono. I sette riuscirono a fuggire facendo perdere le loro tracce e nessuno seppe più nulla di loro.
Ho cercato di proteggere tutti, ma ho fallito. Questo è il peccato che porto dentro di me. Questa volta però riuscirò a proteggere tutti.
Meliodas
Dieci anni dopo, Elizabeth, principessa del regno di Liones, fugge dal castello proprio per cercare questi leggendari cavalieri e chiedere il loro aiuto per sconfiggere gli Holy Knights, gruppo vicino al re di Liones che di soppiatto ha preso il controllo del regno. Elizabeth, per sfuggire agli inseguitori, finisce in una locanda fatiscente, gestita da un ragazzo biondo e da un maiale parlante, ma proprio quando sarà messa alle strette dai suoi inseguitori scoprirà che in realtà quel ragazzo è Meliodas, ex capitano dei Sette Peccati Capitali: questi, dopo averla salvata, accetterà di aiutarla, ricomponendo il suo vecchio gruppo.
Considerazioni sui Sette Peccati Capitali
Il manga The Seven Deadly Sins ha un andamento molto lineare: ci troviamo di fronte alla classica formula di saghe multiple (tre in totale per tutto il manga) in cui i nostri protagonisti affrontano nemici sempre più potenti diventando a loro volta più forti così da poterli affrontare. D’altronde, nel panorama degli shonen manga incentrati sulle battaglie a suon di colpi speciali, è difficile trovare una formula che sia completamente originale.
Ciò che di fatto ha contraddistinto quest’opera da molte altre simili è una buona scrittura dei personaggi. Il gruppo dei Sette Peccati Capitali è ben caratterizzato, con figure molto diverse l’una dall’altra, dotate di un background narrativo solido e pieno di misteri, che verranno svelati solo con il procedere della storia. Meliodas sembra sempre allegro, e a volte frivolo, ma nasconde un legame con la razza demoniaca, un passato oscuro che prima o poi dovrà fronteggiare.
Anche se la mia vita non è stata un granché. Ho pensato che vivendo abbastanza a lungo sarebbe capitato qualcosa di buono.
Ban
Uno dei personaggi più amati è Ban, un umano divenuto immortale dopo aver bevuto da una fonte leggendaria. Nonostante il suo comportamento sopra le righe, si scoprirà avere un passato molto triste legato al suo amore per Elaine, un membro della razza delle fate posta a protezione della fonte che lo ha reso immortale. Ban non si dà pace per la morte dell’amata, incolpandosi di ciò e cercando un modo per rimediare. Abbiamo poi King e Diane, appartenenti a due razze diverse: uno è il re degli esseri fatati, mentre l’altra è una gigantessa. Condividono un passato comune, che purtroppo Diane ha dimenticato. Nel prosieguo della storia non mancheranno poi alcuni colpi di scena ben escogitati per mantenere sempre alta l’attenzione.
Anche i combattimenti sono spettacolari al punto giusto e disegnati molto bene dall’autore, seppur solitamente piuttosto diretti e senza grande complessità. A un certo punto della storia viene anche introdotto, nello stile di Dragon Ball, un elemento numerico per quantificare la potenza dei personaggi: in realtà scelta non proprio brillante e piuttosto abusata. The Seven Deadly Sins d’altronde non è un manga perfetto e presenta molte leggerezze e diversi cliché, legati sia ad avvenimenti riguardanti alcuni personaggi che alla storia in sé, storia che poteva essere narrata con un po’ più di fantasia senza scadere, come a volte accade, nella banalità. Tutto sommato è comunque un manga molto godibile, soprattutto per chi ama il genere shonen basato sui combattimenti.
Nonostante il finale del manga, a quanto pare Nakaba Suzuki non è intenzionato a lasciar andare questa storia. Un sequel intitolato The Four Knights of the Apocalypse è già stato annunciato, inoltre si vocifera che usciranno anche delle storie extra dedicate ai personaggi secondari del manga originale. Dunque la parola fine è solo temporanea, per il magico mondo di The Seven Deadly Sins.