Lo scrittore che racconta l'Inghilterra di ieri e oggi, 6 libri di Jonathan Coe da leggere

di Emanuela Brumana

Un approfondimento sulla penna che, con sguardo critico e uno stile inconfondibile, racconta il nostro tempo: i libri più letti e le citazioni più belle di Jonathan Coe.

Indice

Ai lettori capita spesso: misurare le persone anche in base agli autori preferiti. Jonathan Coe è uno dei miei metri di giudizio. E guarda a caso, l'ho sempre scovato nelle librerie di persone che ritenevo a me affini. (Non è una regola aurea, ma scoprire letture condivise, per un lettore, è come sentire di conoscersi un po' di più; almeno, per me è così.)

Il primo libro di Jonathan Coe in cui mi sono imbattuta è stato La casa del sonno. Una lettura potente, uno stile che ho imparato a riconoscere e ho amato da subito; e così, a quel libro ne sono seguiti altri. Sarò onesta: non con tutti ho provato lo stesso coinvolgimento, ma alcuni titoli sono e restano tra i miei libri preferiti, che consiglio o regalo ogni volta che posso.

Di Coe amo (in ordine sparso): la capacità di scombinare la carte in tavola quando meno te lo aspetti, l'alternanza di forme di scrittura sempre nuove (narrazione, diario, lettera, mail...) riuscendo a essere convincente in tutte, l'essere ancorato al reale non per posa, ma perché lui il tempo lo scava, lo seziona e lo narra con onestà (per fare un esempio: in molti libri che ho letto, lo scrittore ha provato a inserire nella storia riferimenti ai social, ma l'effetto era più quello di un manierismo usato tanto per dire: "Ehi, guarda quanto sono contemporaneo"; Coe invece sa gestire questi rimandi in modo spontaneo e mai forzato). E poi ci sono quei personaggi così ben costruiti, la sua capacità di immergersi nei cuori, nelle storie, nei fatti... Insomma, ogni volta che esce un libro di Coe, scatto in libreria e devo dire che poche volte sono rimasta delusa.

Diciamo che le ultime uscite sono state quelle che mi hanno portata più spesso a chiudere il libro sentendo di aver perso il Coe che avevo imparato ad amare; mai libri brutti o difficili da leggere, col suo stile Coe difficilmente risulta noioso, però mancava quel guizzo, a mio parere. I terribili segreti di Maxwell Sim o Expo 58 mi hanno fatto pensare che tra me e lui il feeling si fosse spezzato, ma poi è arrivato Middle England e ho sentito che no, Coe meritava ancora un posto nell'Olimpo dei miei autori intoccabili.

Quindi, per chi non lo conoscesse, ecco una mia personalissima lista dei cinque libri (più uno) più belli di Jonathan Coe.

La casa del sonno

Per amore di ordine cronologico, comincio con il primo libro che ho letto di Jonathan Coe, La casa del sonno. La struttura del libro è molto semplice: i capitoli dispari sono ambientati nel 1983-84, periodo in cui un gruppo di ragazzi vive ad Ashdown, una casa per studenti; i capitoli pari sono ambientati nel 1996, quando quello stesso edificio è diventato una clinica per curare la narcolessia.

Un continuo avanti e indietro tra due tempi diversi: i protagonisti, ognuno con una sua storia, sue ambizioni e stranezze, crescono e cambiano; sperimentano l'assurdità della vita e mettono alla prova le proprie inclinazioni.

Un libro appassionante, oscuro, "malato", ironico nel modo in cui le vicende si rincorrono: una lettura davvero consigliata, soprattutto per aprire le danze col signor Coe.

La banda dei brocchi

Primo capitolo della saga di Coe (per chi volesse approcciarla, i capitoli sono tre e l'ordine in cui leggerli è: La banda dei brocchi, Circolo chiuso, Middle England), che attraverso le vicende dei personaggi, sembra in realtà raccontare una storia che trascende il singolo, per focalizzarsi sulla storia di un intero paese: l'Inghilterra. Gli attentati dell'Ira, le lotte sociali, il governo Thatcher, ma anche la nascita del punk, i movimenti culturali: tutto questo fa da sfondo alle vicende di Benjamin, Harding, Anderton e Philip e le loro famiglie in questo primo capitolo.

Ne La banda dei brocchi, conosciamo questo gruppo di ragazzi alle prese con un prestigioso liceo e i difficili anni in cui si cerca di delineare se stessi. A tenere insieme buona parte degli eventi è La bacheca, il giornale della scuola su cui appaiono articoli scritti da alcuni del gruppo.

La forza di questo libro, oltre ai personaggi, è la capacità di Coe di bilanciare la narrazione delle vite dei ragazzi e delle loro famiglie, di ciò che di "piccolo" accade loro con eventi di portata più ampia, che hanno segnato il destino di milioni di persone.

Circolo chiuso

Ritroviamo qui i protagonisti, ma anche i personaggi marginali, de La banda dei brocchi; e la forza di questo libro è che il tempo non passa solo sulla carta, ma Coe riesce a presentarci i ragazzi che abbiamo conosciuto come uomini veri, con le loro debolezze, le loro incertezze, le loro battaglie.

Circolo chiuso ci rende di riflesso, insomma, ancora più reale La banda dei brocchi, perché si avverte la connessione tra i due volumi; si sente la verità del conto che la vita presenta quando si diventa adulti e Coe è bravo a raccontarcelo in modo diretto, spietato e mai, mai banale.

E questa volta, a innestarsi sul felice ritrovarsi del lettore con i personaggi troviamo l'ascesa di Tony Blair, l'attentato dell'11 settembre 2001, la guerra in Iraq. Altri fatti che, per chi li ha vissuti riportati da giornali e TV, acquistano qui una forza inaspettata, perché Coe non è solo narratore, è in qualche modo un reporter del nostro tempo.

Middle England

Da Circolo chiuso sono passati tredici anni e, come ho già ammesso, diversi libri in cui non ho sentito di ritrovare il Coe dei "vecchi tempi". Così, quando ho scoperto l'uscita di questo libro, ero molto titubante, come quando scopri che qualcuno è andato a "disturbare" i personaggi che hai amato, riportandoli alla ribalta senza il tuo permesso. Middle England, però, ha superato le mie aspettative e mi ha fatto gridare se non al miracolo, al felice ritorno di uno scrittore che temevo di aver perduto.

L'ascesa del nazionalismo, la Brexit, l'austerity, tutti i fatti politici a noi contemporanei e i fantasmi che stanno tornando a infestare il nostro presente emergono dalle pagine di questo libro, creando la tetra realtà in cui ognuno di noi prova a vivere. Coe ci riporta qui Ben, Lois e gli altri, ormai invecchiati e obbligati a passare il testimone alla generazione successiva, introducendo personaggi in lotta con la precarietà lavorativa e sentimentale, con le incertezze che, di nuovo, tutti noi fronteggiamo ogni giorno.

Middle England è un libro diretto, a tratti spietato, il cui intento è chiaro praticamente da subito: parlare della Brexit.

La famiglia Winshaw

Veniamo al capolavoro di Coe. Una saga familiare che presenta i lati oscuri della società inglese (e non solo) degli anni Ottanta: tutto ha inizio quando Tabitha Winshaw chiede allo scrittore Micheal Owen di narrare la storia della sua famiglia, facendo luce sulla morte del fratello Lawrence, avvenuta durante la guerra.

Quello che Owen scopre è un delirio di onnipotenza che ha intaccato tutti i membri della famiglia, evidentemente sprezzanti verso le fasce più basse della società, e più o meno segretamente in lotta gli uni contro gli altri. I Winshaw sono personalità in vista dell'economia, della società, della cultura, ma dietro la facciata luccicante si nascondono intrighi, sospetti e illeciti che vengono a galla nel corso della narrazione, dipingendo un quadro tutt'altro che incoraggiante.

In circa cinquecento pagine, Coe porta il lettore attraverso un percorso a ostacoli letterario, su un ottovolante emotivo che coinvolge a mano a mano che la storia avanza. Uno dei libri del nostro tempo che non si può non avere letto.

La pioggia prima che cada

E veniamo al mio libro preferito di Coe. Non è lucido come gli altri fino a qui citati. Non è una fotografia storica così nitida. Non è un volume di centinaia di pagine.

È una breve storia tutta al femminile, che ho letto e riletto milioni di volte.

Ben prima della celebre serie 13, c'erano una morte (forse suicidio?) e una storia registrata su cassette. Ma qui, a parlarci dall'aldilà, non è la voce di una ragazzina, bensì quella di zia Rosamond che a settantatré anni, ha deciso di raccontare la sua storia.

Tre generazioni di donne si alternano in queste pagine, scritte da un uomo che ha saputo cogliere l'intensità di una voce femminile narrante e ha creato una storia appassionata, tragica, coinvolgente.

Le frasi più belle di Jonathan Coe

I miei libri di Jonathan Coe vantano diverse sottolineature (sì, sono una di quelle creature orribili che sottolinea interi passaggi con matite, penne, pastelli... e se non ha nulla a disposizione, fa le orecchie alle pagine), ma queste sono in assoluto le mie citazioni preferite tratte dai libri di Coe.