Il Gruffalò: origini e molto altro sul simpatico mostro del bosco

di Emanuela Brumana

Una storia in rima che è velocemente diventata un classico della letteratura per l'infanzia: chi è e come nasce il Gruffalò.

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Chi ama i libri per bambini non può non conoscere Il Gruffalò. Il mostro con "zanne tremende, artigli affilati, denti da mostro di bava bagnati, ginocchia nodose, terribili unghione e un bitorzolo verde in cima al nasone, occhi arancioni, lingua molliccia e aculei violacei sulla pelliccia". Spaventoso, vero?

Un po', ma grazie ai versi in rima di Julia Donaldson e alle immagini vivide e ricche di Axel Scheffler, questo mostro non spaventa i piccoli lettori, anzi, la sua storia (che poi è la storia di un piccolo topolino) li appassiona.

Anche in questo caso, ho un test molto affidabile: mia figlia, che ha scelto il libro tempo fa e, per diverse settimane, mi ha chiesto di leggerlo, e leggerlo, e leggerlo...

Ma come inizia l'avventura editoriale del Gruffalò? E come è continuata? Ecco un piccolo approfondimento sul Gruffalò: come è nato questo libro e come è proseguita la sua storia.

Il Gruffalò: origini e storia

Nel 2019, il Gruffalò ha compiuto vent'anni. Li porta bene, il mostro! La sua storia piace ancora ai bambini di oggi, tanto che è una delle letture tipiche di nidi e materne. Ma come ha inizio?

Non serve essere bravi in matematica per capire che la prima edizione risale al 1999, ma l'avventura ha preso il via qualche tempo prima, nel 1995, quando l'autrice, Julia Donaldson lesse una fiaba cinese che la ispirò. La Donaldson riprese il meccanismo di quel racconto e lo sviluppò, modificò i protagonisti, aggiunse personaggi, cambiò e ricambiò strada, finché fu soddisfatta del suo racconto. La storia venne mandata a un editore e a un illustratore che la Donaldson aveva già incontrato: Axel Scheffler. Dopo diversi tentativi, tavole di prova e modifiche, il libro arrivò in libreria, dove fu accolto alla grande!

Per darvi qualche numero del successo: Il Gruffalò è stato tradotto in più di cinquanta lingue, ha venduto oltre tredici milioni di copie in tutto il mondo ed è stato insignito di molti riconoscimenti, sia da parte degli addetti ai lavori sia da parte del pubblico.

Ma di che cosa parla il Gruffalò? E perché si chiama così?

Parto dalla fine e rispondo prima a quest'ultima domanda: inizialmente, il Gruffalò era una tigre, ma poi la Donaldson cambiò strada introducendo un mostro a cui diede un nome che iniziava con "Gr", verso che per assonanza rimanda ai ruggiti delle belve feroci.

La storia comincia con un topolino che se ne va a spasso per la foresta. Incontra nell'ordine una volpe, una civetta e un serpente che in comune hanno l'intento di papparselo, ma il topino è molto astuto e sfugge loro inventandosi il Gruffalò. Come è fatto costui? Oltre a peculiarità tipiche del mostro ("i denti da mostro di bava bagnati" o "gli aculei violacei sulla pelliccia"), il topino dà al Gruffalò tratti comuni ai suoi predatori: come la volpe ha artigli affilati, come la civetta ha terribili unghione, come il serpente ha la lingua molliccia (questo rimando, così come il richiamo al ruggito nel nome, è più chiaro nella versione animata, di cui vi parlo più avanti).

Ma oltre all'aspetto terribile, il Gruffalò spaventa i predatori perché il suo piatto preferito è di volta in volta il predatore stesso cucinato in modo creativo.

I predatori scappano via spaventati, ma che sorpresa quando il topolino incontra per davvero il Gruffalò, identico a come lo ha descritto agli animali!

Anche il mostro sembra intenzionato a papparsi il topolino, ma il nostro amico, anche questa volta, dà prova di grande ingegno e ribalta la situazione, dipingendosi come mostro di cui tutti quanti hanno paura. Il suo piano funzionerà? Non vi dico altro, ma vi garantisco che questa storia, grazie alle rime ben rese dalla traduzione di Laura Pelaschiar, vi rimarrà in testa e diventerà una delle vostre preferite.

Il seguito: Il Gruffalò e la sua piccolina

Nel 2004 arriva in libreria il seguito de Il Gruffalò, chiamato Il Gruffalò e la sua piccolina.

I colori delle tavole sono più cupi e freddi, non c'è il calore del verde della foresta, ma le atmosfere innevate di una notte di inverno.

Tutto ha inizio nella tana del mostro, dove la cucciola di Gruffalò gli chiede di raccontargli del Grande Topo Tremendo, ma come tutte le storie spaventose, non convince appieno la piccola, che di notte scivola fuori dalla tana e va a spasso tra gli alberi, in cerca di avventure.

Incontra la volpe, la civetta e il serpente... E ovviamente, si imbatte nel nostro vecchio amico, il topolino: sarà lui il Grande Topo Tremendo?

Un sequel forse meno incisivo del precedente, ma comunque molto piacevole da leggere ai bambini, che sono felici di ritrovare il Gruffalò e di scoprire che, in fondo, anche lui è un papà affettuoso.

I film de Il Gruffalò