Magnus in 5 imprescindibili storie a fumetti (oltre Alan Ford)
di Lorenzo BianchiUn percorso cronologico e ragionato per scoprire l'arte di Magnus oltre Alan Ford. Cinque storie per conoscere meglio una tra le più influenti personalità del fumetto italiano.
Dalla pubblicazione del primo numero del Corriere dei piccoli, avvenuta nel dicembre del 1908, in Italia il fumetto ha visto assecondarsi e succedersi una serie lunghissima di nomi e personalità, grandi autori che hanno reso il suo panorama tra i più floridi, variegati e apprezzati di tutto il mondo.
Tra questi c'è Magnus, nome d'arte di Roberto Raviola, fumettista emiliano che, in coppia con Max Bunker alias Luciano Secchi, a partire dagli anni '60 ha dato vita a personaggi e serie di successo come Alan Ford, Kriminal e Satanik.
Sebbene dai più sia ricordato soltanto per questi tre lavori, la sua produzione è in realtà molto più ampia e stratificata, composta sia da storie realizzate nelle vesti di autore completo che da opere in cui la sua minuziosa matita è stata messa a disposizione di altri sceneggiatori.
Per coloro che fossero interessati a scoprire l'arte di Magnus oltre Alan Ford, ecco 5 opere a fumetti da recuperare, tutti di facile reperibilità e spesso corredate di gustosi extra, approfondimenti scritti e materiale inedito.
Maxmagnus
Decisi a staccarsi dal fumetto nero che avevano aiutato a rendere popolare grazie ai personaggi di Kriminal e Satanik, nel 1968 Magnus & Bunker cambiano totalmente genere dando alle stampe le brevi storie di Maxmagnus. Pubblicate con cadenza mensile sulle pagine della rivista Eureka, queste rappresentano uno dei primi approcci dei due a quella comicità grottesca e intrisa di black humor che, l'anno successivo, avrebbe fatto il successo di Alan Ford.
Protagonisti di questa serie, ambientata in un sporco e gretto Medioevo non lontano, però, dall'Italia di quel periodo, sono l'ingordo Re Maxmagnus e il suo malfidato e nasuto Amministratore Fiduciario, il cui unico scopo è quello di arricchirsi alle spalle del popolo. Entrambi avidi fino al midollo, nel corso dei 29 episodi che compongono la prima “stagione” del fumetto, l'unica disegnata da Raviola, i due non mancheranno di cercare di truffarsi a vicenda, situazione che li manderà incontro a esiti tragicomici.
Il volume in questione, edito da Mondadori nella collana Oscar Ink, raccoglie integralmente queste storie nella loro versione restaurata, permettendo così di apprezzare le ricche e dettagliate tavole di Magnus in tutto il loro originale splendore.
Lo Sconosciuto
Arrivato nelle edicole nel 1975, Lo Sconosciuto segna per Raviola la fine della collaborazione con Max Bunker. Un divorzio artistico che il fumettista emiliano sottolinea iniziando a firmarsi non più come Magnus ma con un esagramma tratto dall'I Ching, un simbolo composto da sei linee orizzontali traducibile come il “Viandante”, perfetta rappresentazione del suo cammino verso nuovi orizzonti artistici.
La serie racconta le gesta del misterioso Unknow, un lupo solitario di mezza età, un cercatore di rogne senza fissa dimora, un ex legionario il cui passato sembra non volergli mai dare tregua. Le sue avventure, ambientate in giro per il mondo e realizzate in differenti formati, sono un perfetto mix di politica internazionale, azione, attualità sociale ed erotismo.
La prima vera prova importante di Magnus come autore completo è dunque un fumetto molto più vicino al nero di Kriminal e Satanik che alla comicità e alla satira di Alan Ford. Un nero che però viene qui declinato in uno scenario decisamente più realistico, dai toni hard boiled ed esotici, in cui Raviola inizia a mostrare tutta la sua maniacale arte grafica che lo porterà a non riuscire a rispettare le scadenze.
Di volumi dedicati al personaggio di Unknow Rizzoli e Mondadori ne ha realizzati ben due: il primo, Lo Sconosciuto, contiene le storie che lo vedono come assoluto protagonista; il secondo, Lo Sconosciuto racconta, raccoglie invece quelle che lo vedono solo come voce narrante, oltre a vasta galleria di copertine e illustrazioni e al soggetto inedito dell'avventura Socco Chico - L'uomo che aveva perso il suo cappello.
La Compagnia della Forca
Concluso il primo ciclo de Lo Sconosciuto, Magnus sente l'esigenza e la voglia di tornare a disegnare figure buffe e caricaturiali, di far divertire e ridere anche i lettori più giovani. Con la collaborazione di Giovanni Romanini, suo fidato collaboratore dai tempi di Kriminal e Satanik, progetta dunque una complessa serie a fumetti che unisca il genere fantasy a quello storico/cavalleresco reso celebre da film come L'Armata Brancaleone di Monicelli. Nasce così La compagnia della forca, tragicomica epopea picaresca che segue le gesta della Compagnia di Montblanc, variegato gruppo di bizzarri soldati di ventura perennemente in lotta contro le forze dell’Oscuro Signore.
Il punto di forza di questa lunga serie, pubblicata in 19 albi tra l'aprile del 1977 e il luglio del 1979, risiede principalmente nella caratterizzazione dei suoi numerosi personaggi. La nuova fatica di Magnus è infatti una storia corale ricca di intrecci e intrighi narrativi, dove anche le figure secondarie, tratteggiate al pari dei protagonisti, finiscono per ricoprire un ruolo fondamentale all'interno delle vicende. La sua complessa struttura, dotata di più livelli di lettura e davvero avanti per gli anni in cui è stata concepita e pubblicata, vede questi personaggi perdersi e ritrovarsi durante tutto il tempo del racconto, dando modo a Raviola e Romanini di giocare tanto con la Storia quanto con i più disparati luoghi e scenari.
Benché graficamente meno dettagliata rispetto alle avventure dello Sconosciuto o di altri suoi futuri lavori, ne La compagnia della forca Magnus esprime tutta la sua bravura e fantasia nel creare soluzioni visive in grado di raccontare con una sola immagine un concetto ampio. Inoltre, il suo tratto marcato e netto e l'utilizzo del chiaroscuro si dimostrano ancora una volta perfetti non solo per evidenziare gli elementi parodistici dei personaggi ma anche per infondere la giusta atmosfera a ogni diversa ambientazione.
Ristampata nel 2005 da Panini Comics in 10 volumetti da edicola che la ripropongono nel suo formato originale, più di recente La compagnia della forca è stata rieditata da Rizzoli Lizard in due corposi cartonati di grandi dimensioni, che presentano però – come nel caso de Lo Sconosciuto – le tavole rimontate.
I Briganti
Nonostante la realizzazione e la pubblicazione delle saghe de Lo Sconosciuto, della Compagnia della forca e di altre numerose storie brevi, dall'abbandono di Alan Ford Magnus inizia a coltivare un progetto che lo terrà impegnato per quasi vent'anni, dal 1973 al 1989. Si tratta de I Briganti, una nuova, mastodontica epopea che trae ispirazione da Shuǐhǔ Zhuàn, un classico della letteratura cinese del XV secolo. Un libro difficilissimo da trovare in Italia, al tempo pubblicato soltanto da Einaudi nel 1956 ma in una versione incompleta e imprecisa.
Forse è proprio per questo motivo, per queste evidenti mancanze, che Magnus, pur mantenendo inalterato lo spirito e il contesto orientaleggiante dell'opera, ambienta la sua versione in un mondo retro-futuristico con sfumature cinesi, andando così a richiamare le avventure di Flash Gordon nonché autori quali Alex Raymond e Mac Raboy.
Come per la Compagnia della forca, anche qui la storia è un crocevia infinito di personaggi, le cui vicende si intrecciano costantemente tra loro dando continuamente vita a nuove trame e sottotrame. Dopotutto, al centro della narrazione ci sonole gesta di 108 briganti, reincarnazione di altrettanti antichissimi e diabolicamente astuti spiriti, pronti a battersi contro ingiustizia e corruzione.
Purtroppo, l'incompletezza dell'edizione in suo possesso e il maturare di uno stile di disegno sempre più complesso e impegnativo portano Magnus a lasciare quest'opera incompleta. Dei sei capitoli previsti ne realizza infatti solo quattro, tutti contenuti nel volume riedito di recente da Rizzoli e Mondadori nella collana Oscar Ink. Seppur senza fine, è probabilmente questo il lavoro che più di tutti riesce a mostrare l'evoluzione stilistica e narrativa di Raviola nel corso dei decenni, dunque imprescindibile per chiunque ne voglia approfondire e studiare la carriera.
Tex - La valle del terrore
Ultimo, imprescindibile tassello di questa carrellata - e anche ultima opera realizzata da Magnus prima di morire – è La valle del terrore, albo speciale di Tex Willer, il celebre eroe del West della Sergio Bonelli Editore. Questo storia, sceneggiata da Claudio Nizzi e composta da 224 tavole, è considerata all'unanimità come il suo lavoro più impegnativo nonché il suo testamento artistico. Un progetto su cui Raviola riversò gli ultimi sette anni della propria vita, deciso a rendere il più affettuoso e rispettoso omaggio a una delle più importanti e famose icone del fumetto italiano.
Per questo, come da lui stesso dichiarato, decise di ritirarsi fra i monti e i boschi di Castel del Rio, veri protagonisti di questa magnifica opera. Una clausura autoimposta per gettarsi a capofitto nello studio ossessivo di ogni minimo elemento che avrebbe incluso nel racconto, così da rendere affascinante e sorprendente per il lettore persino la più semplice e banale delle sparatorie. La cura e la perfezione al limite del maniacale che Magnus ha impresso a ogni dettaglio, ogni fondale, ogni volto di questa storia sono la concreta dimostrazione della riuscita dei suoi sforzi. Sforzi che purtroppo Raviola non ebbe mai modo di veder pubblicati, in quanto scomparve nel febbraio del 1996 all'età di 57 anni, pochi giorni dopo aver ultimato l'albo.
Di questo Texone, ristampato qualche anno fa da Rizzoli, si potrebbero scrivere interi saggi critici o tenerci interi seminari. Ma prima di tutto occorre recuperare e leggere l'ultima opera di Magnus, sfogliandone ogni pagina come se ci trovassimo davanti a qualcosa di magico, prezioso, unico. Proprio come è stata la carriera artistica di questo grande pilastro del fumetto italiano.