La ragazza della neve: recensione del bestseller di Pam Jenoff
di Chiara PoliUn romanzo sentimentale ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Una storia di amore, coraggio e speranza sullo sfondo di una tragedia indimenticabile. Ecco La ragazza della neve di Pam Jenoff.
Nella Germania nazista, una ragazzina di sedici anni rimasta incinta di un soldato tedesco, ripudiata dalla famiglia, si trova a vivere per strada dopo essere stata costretta a separarsi dal figlio appena nato. Per sbarcare il lunario fa le pulizie alla stazione e un giorno, per caso, s’imbatte in una scena terrificante: un carico di neonati destinati al massacro. Impulsivamente, Noa ne prende uno con sé e fugge in cerca di un luogo sicuro. Lo trova presso un circo, il cui proprietario le offre ospitalità a patto che lei accetti di diventare una trapezista. E la sua insegnante, Astrid, non ha alcuna intenzione di facilitarle il compito…
Pam JenoffIl circo è una grande livella; la classe o la razza o la storia personale non hanno importanza, siamo tutti uguali qui, veniamo giudicati in base al nostro talento
Non è difficile intuire il motivo per cui La ragazza della neve è in testa alla classifica dei bestseller di Amazon: siamo di fronte a una storia d’amore, di coraggio e di speranza nell’Europa della Seconda Guerra Mondiale.
Le vite di un gruppo di personaggi s’intrecciano, ispirate ad alcune vicende reali in cui l’autrice si è imbattuta nelle sue ricerche sulla vita circense dell’epoca, sullo sfondo di una tragedia più grande di tutte loro.
Nelle poco più di 350 pagine del suo romanzo, Pam Jenoff dimostra di saper ricostruire con efficacia l’atmosfera della Seconda Guerra Mondiale, le tensioni sociali, il clima di tensione e paura ma soprattutto i compromessi ai quali tutti dovevano sottoporsi per cercare di restare vivi. Come i compromessi degli artisti circensi in un universo narrativo in cui lo stupore per un numero al trapezio o l’apparizione di un elefante in scena sapevano scatenare nel pubblico emozioni indescrivibili.
Il mondo del circo ci viene raccontato da un doppio punto di vista: quello di Astrid, nata e cresciuta in una celebre famiglia di circensi, e quello di Noa, che lo avvicina per la prima volta e viene comprensibilmente vista come un’estranea, derisa e osteggiata.
Astrid e Noa
Così come doppio è il punto di vista sul momento storico, in un caso per scelta e nell’altro per destino. L’unica cosa che a mio parere non funziona, nella prosa scorrevole della Jenoff, è la decisione di dividere il romanzo in due, facendo fare da narratore a entrambe le protagoniste: il loro modo di esprimersi, nonostante la provenienza così diversa e le esperienze di vita diametralmente opposte, è troppo simile.
Non c’è una differenziazione abbastanza marcata: se non fosse per la mera descrizione degli eventi, o i titoli del capitoli che indicano se a parlare con noi sia l'una o l'altra, faremmo davvero fatica a riconoscere le due voci, e questo non può che essere un difetto.
Pam JenoffFino a poco fa, per la gente il circo era un rifugio dalla guerra, una palla di vetro piena di neve tranquilla mentre fuori il mondo continuava ad andare avanti. Ma le pareti si stanno assottigliando.
Ciò premesso, La ragazza della neve è anche carico di emozioni, principalmente per il legame che si crea fra Noa e il piccolo Theo: un amore materno e sincero per quel bambino sfortunato, che non è il suo ma lo diventa.
La tenerezza della ragazzina per una creatura nata senza colpe eppure condannata a un destino atroce non può non lasciare il segno nel cuore del lettore. Ed è per questo che, nonostante alcune mancanze e una forzatura eccessiva nella trama - l’irrevocabile decisione del signore Neuhoff di mandare Noa al trapezio, supportata dalla scoperta che, puta caso, era stata una ginnasta - finisce per funzionare.
Una lettura semplice, che non impegna dal punto di vista della comprensione ma intrattiene da quello emozionale.
Una storia di amore, coraggio e speranza sullo sfondo dell'Europa dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale. Due protagoniste, due voci narranti non sufficientemente diverse, ma ricche di emozione.