Le sette morti di Evelyn Hardcastle: la recensione

di Emanuela Brumana

Un rompicapo, un puzzle quasi senza soluzione, un mistero dal sapore gotico e decadente: ecco un esordio letterario che difficilmente si dimentica e nonostante alcuni punti restino oscuri, si tratta decisamente di un romanzo consigliato per l'originalità.

Un libro consigliato a chi ama le atmosfere cupe e decadenti, le trame intricate e i misteri non sempre svelati? Eccolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle.

Immaginate una tenuta in rovina sferzata da quella pioggia così fine e persistente che fa pensare che non finirà mai, radunate un assortito gruppo di uomini e donne tutti con più o meno qualcosa da nascondere e aggiungete un dramma che dal passato torna a tormentare i protagonisti. E non è ancora finita! Per un crudele quanto oscuro meccanismo, il protagonista che incontrate nelle prime pagine, in realtà, non rimarrà "lui" per tutto il libro; e per di più, lui stesso non sa bene chi sia e che cosa ci faccia lì.

Un inizio decisamente complesso! Vediamo di sbrogliare la matassa senza però rivelarvi i colpi di scena che, già dai primi capitoli, vi terranno incollati al libro.

Tutto ha inizio in un bosco. Un uomo cammina senza meta e senza ricordi, con incollata alla lingua una sola parola, un nome. Anna. Chi è Anna? Perché la cerca?

Improvvisamente, il suo flusso di coscienza e di angoscia è interrotto da un urlo, poi uno sparo. Un omicidio.

Questo personaggio alla ricerca di sé è l'unico testimone degli ultimi istanti di vita di una donna, ma come catturare l'assassino?

Camminando, arriva a Blackheath House, una residenza di campagna dove viene ascoltato e accompagnato nella propria camera. Già, "propria". Perché l'uomo fa parte della lista degli invitati alla festa organizzata dalla famiglia Hardcastle; anche se definire "festa" quel ritrovo pervaso da angoscia e silenzi suona particolarmente ottimista. Il motivo di quest'atmosfera pesante che si respira nella tenuta? I padroni di casa hanno invitato le stesse persone che erano presenti, diciannove anni prima, a un altro ricevimento, segnato da una drammatica perdita: il figlio degli Hardcastle, Thomas, fu trovato morto.

E a tanto tempo di distanza, la morte torna, questa volta forse invitata, alla festa. Quando i primi fuochi d'artificio esplodono nel cielo, un'altra Hardcastle, Evelyn, muore.

Ma il dramma non si conclude qui, per il nostro già turbato protagonista: egli è infatti vittima di un sadico meccanismo che vuole che sia lui a salvare Evelyn, che morirà davanti ai suoi occhi giorno dopo giorno, finché non risolverà il mistero. E come ultimo colpo di scena, Aiden (il nostro protagonista), non si sveglierà ogni volta nel proprio corpo, ma in quello di un invitato diverso.

Da questo mistero nel mistero ha il via un gioco di rimandi, di incastri, di corrispondenze, una trama che nasconde ancora diverse inaspettate rivelazioni.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un romanzo appassionante, complesso e indimenticabile. Nonostante a volte la trama sia troppo intricata per una penna al suo esordio letterario e molti pezzi di questo puzzle non sembrino incastrarsi alla perfezione, il disegno complessivo che emerge è quello di una storia ricca di fantasia, di personaggi forti che, anche se compaiono il tempo di una giornata, restano bene impressi nella mente del lettore, così come si imprimono la disperazione, il senso di claustrofobia, l'angoscia.

Ho iniziato il 2020 con questo libro, che ho concluso nel giro di pochi giorni: decisamente un ottimo modo di cominciare un nuovo anno da lettrice.

Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart TurtonFrasiX
Le sette morti di Evelyn Hardcastle di Stuart Turton
VOTO8.5 / 10

Un romanzo barocco, una trama complessa e atmosfere decadenti: un romanzo da cui è difficile staccarsi, che si legge d'un fiato.