Il cubo dei mille mondi: fantasy e magia per l'esordio a fumetti di LuFio
di Lorenzo BianchiFantasy e magia si incontrano ne Il cubo dei mille mondi, fumetto d'esordio di LuFio, edito da BAO Publishing e disponibile in libreria dal 21 maggio. La recensione.
Fra tutte le case editrici italiane, BAO Publishing è tra le più attente nello scovare e lanciare nuovi talenti. Lo ha fatto in passato con autori come Zerocalcare e Daniel Cuello e continua a farlo periodicamente anche adesso, come dimostrato dalla pubblicazione questo mese de Il cubo dei mille mondi, opera prima di LuFio, al secolo Luca Fiore. Un vero e proprio battesimo del fuoco per il giovane fumettista genovese, classe '89, che con questo graphic novel fa il suo esordio assoluto nel mondo del fumetto.
Il cubo dei mille mondi è un fantasy che strizza l'occhio più alla scuola orientale che a quella americane ed europea. Per intenderci, siamo più dalle parti dei film di Miyazaki o di saghe videoludiche come Final Fantasy e The Legend of Zelda che di Dungeons & Dragons o dei lavori di Tolkien, sia a livello di impostazione della storia che di richiami visivi.
Vi è infatti un protagonista, Alexander, che da un mondo simile al nostro viene sbalzato in un luogo popolato da strane creature demoniache, una dimensione permeata dalla magia nonché caratterizzata da armi e armature che rimandano inequivocabilmente a quelli della cultura giapponese. In queste terre, che prendono il nome di Alazashea, il giovane si ritrova al centro di un conflitto tra varie entità e fazioni, tutte in qualche modo interessate a lui e al misterioso cubo del titolo. Un artefatto che sembra avere un legame speciale con il ragazzo e il cui vero potere pare essere di molto maggiore di un semplice passepartout interdimensionale.
La trama dell'opera, dunque, non presenta grandi elementi di innovazione rispetto a quanto già visto nei sopracitati prodotti fantasy orientali, muovendosi su binari ben consolidati - si parla di legami familiari e della scoperta di sé - e garantendo al lettore una lettura piacevole e di sicura presa. A stupire e rendere fresco e interessante l'esordio di LuFio è l'enorme lavoro diworld-building fatto da quest'ultimo per dare vita al mondo di Alazashea.
Nonostante di queste terre se ne osservi soltanto una piccola porzione, il fumetto riesce comunque a trasmettere tutta la vastità e la ricchezza storica di cui sono intrise, gettando continuamente spunti narrativi per ulteriori avventure ambientate in questi luoghi. Ottenere questo risultato implica una pianificazione meticolosa, non soltanto di edifici e strutture ma anche di personaggi, tradizioni e linguaggi; implica la stesura di una imponente bibbia di base ricca di elementi che probabilmente neanche verranno mai nominati nella storia.
Un lavoro complesso che LuFio, autodidatta senza una preparazione di scuole di settore, ha svolto in maniera convincente ed efficace, unendogli un tratto grafico davvero molto personale e inedito. Nel suo stile pop e coloratissimo si possono rintracciare sia influenze prettamente nipponiche, come i volti dei personaggi con i loro occhi da manga, che richiami al fumetto franco belga, soprattutto nella costruzione delle tavole. È inoltre strabiliante la ricchezza di dettagli che LuFio inserisce in quasi ogni vignetta, in particolare riguardo alle ambientazioni e alle armature dei personaggi.
Malgrado una trama derivata che agli amanti del genere potrà dare più di un momento di déjà vu, Il cubo dei mille mondi si impone come uno dei progetti fantasy a fumetti più interessanti degli ultimi anni nonché un ottimo biglietto di presentazione per il giovane LuFio. Se queste sono le premesse, non vediamo l'ora di leggere il suo prossimo lavoro.
Un fantasy magico di chiara derivazione orientale, un esordio a fumetti che convince per il magistrale lavoro di world-building e per uno stile grafico unico nel suo genere.