La chimera di Sebastiano Vassalli: recensione di un romanzo magnifico

di Chiara Poli

Un romanzo straordinario ci porta indietro nel tempo, alla scoperta di una storia che ci racconta come il pregiudizio e l'invidia si contrappongano all'unico crimine di Antonia: essere giovane, bella e libera. Ecco La chimera di Vassalli.

Indice

Nell'Italia del 1610 il villaggio di Zardino viene sconvolto dall'arrivo di Antonia. Una splendida ragazza dall'aspetto insolito per gli abitanti del luogo: ha la pelle olivastra, i capelli e gli occhi scuri e secondo molti si comporta in modo strano.

Sebastiano Vassalli, con questo romanzo uscito nel 1990 e vincitore del Premio Strega, riporta alla luce la tragica storia, romanzata a dovere, di una ragazza accusata di stregoneria perché diversa dalle altre. E raccontata dalla sua viva voce. Dalla voce di una ragazza colpevole del crimine più grande che si potesse immaginare: voler esercitare il libero arbitrio.

La chimera: storia del pregiudizio

A partire dalla sua ricerca storica, Vassalli ci racconta il pregiudizio, la superstizione, l'ignoranza e la malafede nel vedere il male, il Diavolo in persona, in tutto ciò che in qualsiasi modo usciva dai binari di quella che veniva considerata "normalità".

La storia ci ha insegnato come le accuse di stregoneria venissero usate anche a fini personali, per gelosia o per interessi economici, ma ciò su cui si concentra veramente Vassalli è il "diario della strega", il punto di vista di una ragazzina travolta da un odio così profondo da non riuscire neanche a essere lontanamente compreso dalla sua innocenza.

Il pregiudizio, oggi come allora, nasce da valutazioni superficiali, errate, fatte in malafede.

La storia di Antonia - raccontata in poco più di 360 pagine - non è vera, non così come ce la racconta Vassalli. Ma è reale, tangibile e tragicamente rappresentativa di un mondo oscuro e privo di pietà.

Il pregiudizio è dunque il vero cuore pulsante del romanzo e di Zardino, emblema di una comunità che, come molte altre sparse per il mondo, sceglieva la via più semplice: l'odio accecato dalla superstizione e dall'invidia.

Leggere e rileggere la chimera

La chimera del titolo è il profilo del Monte Rosa, ai piedi del quale sorgeva il villaggio di Zardino.

Inafferrabile, irraggiungibile e in qualche modo simbolico dell'incapacità di comprensione che nella storia di Antonia regna sovrana.

La chimera uscì mentre io frequentavo le superiori. Mi venne assegnato come uno dei libri da leggere durante l'estate dei miei 16 anni: più o meno la stessa età di Antonia.

All'epoca, naturalmente, mi colpì moltissimo. Forse anche perché non avevo ancora studiato approfonditamente la caccia alle streghe.

Rileggendolo a distanza di molti anni, non ho potuto che confermare le mie prime impressioni: la voce di Antonia parla direttamente ai nostri cuori e alle nostre coscienze, richiamando alla mente i molti altri episodi - contemporanei o successivi - che hanno fatto della discriminazione, dell'odio e del pregiudizio gli strumenti adottati da uomini crudeli, ignoranti e spietati.

La prosa scorrevole e coinvolgente vi metterà in contatto con i sentimenti di una giovane donna la cui unica colpa è essere buona, bella e innamorata della vita.

In un mondo avvolto dalle tenebre dell'ignoranza e dalla legge dell'invidia nei confronti di chi ha qualcosa di desiderabile - siano essi beni materiali o tratti caratteriali - Antonia rappresenta una luce intollerabile.

Una luce destinata ad accecare i suoi oppositori e a illuminare le nostre vite.

Leggete La chimera: vi lascerà dentro qualcosa di prezioso. Qualcosa di completamente vostro, e immortale.

La chimera di Sebastiano VassalliFrasiX
VOTO10 / 10

Nell'Italia del 1600, una ragazzina accusata di stregoneria ci racconta con le sue parole l'invidia, l'ignoranza e la superstizione che determinano il suo destino. In un libro indimenticabile.