La biblioteca di Parigi: recensione del romanzo di Janet Skeslien Charles
di Chiara PoliUna storia di amicizia, coraggio, sacrificio e meschinità. Perché La biblioteca di Parigi è il crocevia di un microcosmo in cui l'animo umano emerge in tutta la sua complessità. Grazie a un romanzo assolutamente da leggere.
Anni di ricerche. Storie reali intrecciate alla creazione di due personaggi, due giovani donne che sono giovani e crescono in ambienti e situazioni profondamente diverse ma che sono accomunate dalla stessa passione: la lettura.
Odile e Lily, una ragazza francese nella Parigi occupata e una ragazzina del Montana che vive un dramma famigliare, si incontrano. Salvandosi a vicenda.
Le loro voci sono le uniche che l'autrice sceglie come voci narranti: Odile e Lily parlano in prima persona, il resto viene illustrato da un punto di vista oggettivo, quello di un narratore estraneo al racconto.
Una storia drammaticamente vera
Janet Skeslien Charles ha lavorato all'American Library di Parigi. Scoprendo il coraggio degli impiegati che, durante la guerra, avevano tenuta aperta la libreria perché ai loro utenti non mancasse mai il conforto della lettura, ha deciso di raccontare una storia che ci mostra un lato inedito della Seconda Guerra Mondiale.
Non solo il coraggio dei bibliotecari e l'importanza dei libri, richiesti al fronte dai soldati che se ne servivano come balsami per l'anima.
Anche, e soprattutto, la storia dell'odio, della meschinità, dell'invidia e della gelosia da cui quella stessa è scaturita: la storia dell'animo umano.
Janet Skeslien Charles"Le biblioteche sono polmoni", si affrettò a scrivere, benché la penna tenesse a fatica il passo con le sue idee. "I libri sono aria fresca inalata per continuare a far battere il cuore, a fare immaginare il cervello, a tenere viva la speranza".
Un punto di vista inedito
Molti romanzi di successo sono ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. Storie dall'ambientazione insolita, come quella de La ragazza della neve, o testimonianze reali, come quella de Il tatuatore di Auschwitz, che cambiano per sempre la nostra vita dopo che le abbiamo incontrate fra le pagine.
Perché a cambiarci la vita sono sempre loro: i libri.
I veri, grandi protagonisti de La biblioteca di Parigi fanno da filo conduttore alla storia di una ragazza francese, Odile, che vede realizzarsi il sogno di lavorare all'American Library di Parigi e poco dopo trasforma quel luogo nel suo punto di riferimento mentre il mondo - il suo mondo - va in pezzi.
Il fratello gemello si arruola per combattere i nazisti, il padre poliziotto deve indagare sui francesi che fino al giorno prima erano amici, l'amica inglese diventa l'emblema di ciò che molta gente dovette fare per sopravvivere alla fame e alla miseria.
L'American Library e i tesori letterari che protegge diventano occasione per raccontarci la guerra da un punto di vista inedito, mettendoci in condizioni di scoprire una realtà a molti sconosciuta.
Le lettere dei corvi
Non voglio raccontarvi la trama de La biblioteca di Parigi: voglio solo spiegarvi perché dovreste leggerlo.
Se amate i libri, con Odile vi sentirete a casa. Ritroverete le emozioni forti della gioventù - o le condividerete con lei, se avete la sua età.
Vi batterà il cuore per il primo amore, ma riuscirete anche a vederlo con l'oggettività che manca a chi lo vive e se ne lascia travolgere.
Imparerete a identificare il lato oscuro dell'umanità, quello che non ha solo permesso che i campi di concentramento - a cui nessuno voleva credere - diventassero reali, ma anche il lato oscuro delle lettere dei corvi.
Janet Skeslien CharlesAvevo imparato che l'amore non era paziente. L'amore non era gentile. L'amore era condizionato. Le persone più vicine potevano voltarti le spalle, dirti addio per un motivo futile. Bisognava dipendere solo da se stessi.
L'avidità, il risentimento, l'invidia: i sentimenti peggiori emergono quando Parigi viene occupata e - mentre una parte di loro rischia la vita per nascondere i cittadini ebrei - i parigini trovano nei nazisti lo strumento per dar sfogo ai loro peggiori istinti e trarne dei vantaggi personali.
I corvi volano nelle nostre teste, oscuri e portatori di malevoli presagi. Talvolta, escono dalle nostre teste e finiscono sulle lettere di denuncia che mariti, mogli, padri e madri, fratelli e vicini, amici e compagni di scuola scrivevano alle autorità per liberarsi delle persone che avevano fatto loro un torto o che, semplicemente, avevano ciò che loro desideravano.
Sacrificio
La biblioteca di Parigi è una storia di sacrificio, di modi per rimediare agli errori commessi, di scelte che determinano non solo il nostro destino, ma anche la nostra identità.
Siamo ciò che scegliamo di fare.
Soprattutto, dovremmo imparare a non giudicare le scelte altrui, quando sono tese alla sopravvivenza.
Questo romanzo mi ha ricordato il timore di Lale Sokolov, il protagonista de Il tatuatore di Auschwitz: essere accusato di collaborazionismo per aver fatto tutto ciò che poteva per restare vivo.
La festa per la liberazione di Parigi diventa lo sfogo dell'odio contro giovani donne accusate di aver intrattenuto rapporti inopportuni con i soldati tedeschi.
La popolazione, subito dopo la liberazione, non cerca giustizia. Vuole vendetta.
E se c'è qualcosa che i libri possono insegnarci, come diceva la signorina Reeder, è a guardare il mondo con gli occhi degli altri.
Riconoscere una storia che ci insegna il valore dell'amicizia.... E La biblioteca di Parigi ci riesce benissimo.
L'amore per la lettura è il filo conduttore di un'incredibile storia vera che, nella Parigi degli anni '40, racconta il coraggio ma anche la meschinità degli uomini. Leggetelo: vi insegnerà moltissimo