Death Note, la recensione del manga di Tsugumi Ōba e Takeshi Obata
di Giulia GrecoScritto da Tsugumi Ōba e disegnato da Takeshi Obata, Death Note è uno dei titoli più popolari della letteratura fumettistica giapponese. Un record meritato, raggiunto grazie a una storia accattivante che stimola nel lettore importanti riflessioni.
Fin dall'incipit, è chiaro che il manga scritto da Tsugumi Ōba e illustrato da Takeshi Obata sia un manga che riflette sui risvolti sociali di un atteggiamento basato su una morale controversa.
Ed è chiaro fin dalla prima battuta con cui Ōba presenta Light Yagami, protagonista della storia, ai suoi lettori: “Questo mondo fa schifo”, c'è bisogno che venga purificato.
Light è uno studente tanto cinico quanto brillante, un ragazzo di diciannove anni che non trova stimoli nel noioso mondo che lo circonda. Così, quando il millenario shinigami Ryuk lascia cadere nel mondo degli umani il suo quaderno della morte, il Death Note da cui prende il nome l'intera opera, Light lo raccoglie e, scoperte le proprietà magiche del libriccino, decide di usarlo come un'arma.
L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.
La prima regola scritta sul quaderno della morte convince Light di poter modellare un nuovo ordine del mondo, uno basato su un suo personale senso di giustizia, uno in cui prima criminali e assassini, poi gli immorali e infine chiunque sia ritenuto inutile alla società verrà giustiziato.
Userò il quaderno della morte per creare un nuovo mondo.
Light si convince di essere l'unico in grado di poter decretare le regole di un universo del quale si proclama il Dio. Tramite il quaderno della morte, e con Ryuk che, divertito, assiste alle sue macchinazioni, Light si trasforma in Kira e, nell'ombra, opera per mettere a punto il proprio piano. Tuttavia, c'è qualcuno pronto a contrastarlo, una persona che fa da contraltare a Kira. Si tratta di Elle, ed è con il suo ingresso in scena che tutto cambia.
Si delinea infatti con maggiore chiarezza la tematica che fa da filo conduttore a tutta l'opera, la morale grigia, incerta, che spinge i lettori a domandarsi se tutto l'operato di Kira sia ugualmente condannabile, se sia sbagliato desiderare di ottenere un mondo animato da giusti. Eppure, al tempo stesso, è impossibile dimenticare che Light continua a incarnare, fino alla fine della sua storia, un modello di giustizia fin troppo assimilabile alla vendetta personale. Il regno di Kira è un mondo utopico, sul cui trono siede un uomo divorato da un delirio di onnipotenza, un uomo che crede di essere un Dio e che, proprio per questo, ha bisogno di essere fermato, contrastato da chi siede dall'altra parte, da Elle, emblema della legge.
Nonostante l'agire di Kira possa essere considerato discutibile, Light Yagami è circondato da fedeli seguaci, proprio come il Dio che aspira a essere. L'intero mondo si divide tra sostenitori e detrattori del contorto messaggio di speranza di Kira, una figura che, nei disegni di Obata, viene spesso e non a caso accostata a personaggi biblici. Simboli e immagini appartenenti alla cultura cristiana e occidentale in genere accompagnano tutta la narrazione fondendosi a elementi tipici della mitologia giapponese. La mela rossa del peccato, la ricorrente immagine della croce e, nell'anime, l'evidente richiamo al momento in cui Giuda lava i piedi di Cristo servono a sottolineare con maggiore evidenza la forte componente mistica del manga.
Accostato alla figura di Adamo e a quella Cristo, Light Yagami è investito di un enorme potere da un Dio che gli fornisce un mezzo formidabile per raggiungere il suo scopo e cambiare il mondo, cancellando via i peccati dell'umanità.
Agli occhi dei suoi fedeli, a quelli delle masse, Kira è portatore di una buona novella, di un messaggio nuovo e dirompente che gli costa la vita, ma lascia dietro di sé un'eredità importante. Nonostante nel finale del manga Light perda tutta la sua lucidità e dignità, invocando Ryuk di aiutarlo pur sapendo che il Dio della morte non ascolterà le sue preghiere, Kira resta per i suoi fedeli un faro di speranza. Non è un caso se, nelle ultime pagine del manga, dopo la morte di Kira e il ritorno del mondo alla quotidianità, nei suoi sostenitori non muore la speranza di un suo ritorno. Esiste ancora chi crede in lui.
Death Note riesce a far interrogare i suoi lettori sul concetto di giustizia, mettendo ben in evidenza le ambiguità morali di chi desidera un mondo giusto ed è disposto a tutto pur di realizzarlo.