Tutto chiede salvezza: la recensione del romanzo vincitore del Premio Strega Giovani
di Chiara PoliDaniele Mencarelli ha appena vinto il Premio Strega Giovani con il suo romanzo Tutto chiede salvezza. Ecco la recensione del suo straordinario romanzo.
La notizia è arrivata poco fa: il vincitore del Premio Strega Giovani è Daniele Mencarelli, con il suo toccante romanzo Tutto chiede salvezza.
Un viaggio all'interno del reparto di psichiatria in cui Daniele, 20 anni, è stato ricoverato per un TSO. Sì: quel Trattamento Sanitario Obbligatorio che fin troppe volte è stato protagonista di drammatici fatti di cronaca.
Daniele combatte da una vita contro i suoi problemi, come la sua famiglia. Tante (mezze) diagnosi, tantissimi trattamenti farmacologici, tanti tentativi e nessuna soluzione.
Fino al TSO e all'incontro con gli altri ricoverati nel reparto, al confine con la saletta che li separa dalla parte pericolosa: da quelli cattivi.
Come se le malattie mentali fossero frutto di bontà e cattiveria, e non pericolose o meno per via della loro stessa natura.
Un figlio guasto
Un figlio uscito guasto dalla fabbrica: così si definisce Daniele, che usa ogni tipo di droga a cui ha accesso alla ricerca di un conforto che non arriva mai.
Da tutta la vita gira per studi medici, prova farmaci, cambia terapia, spera. Vuole solo una cosa: la normalità.
Quella normalità che le persone sane trovano noiosa, stupida, banale, addirittura dannosa.
Ma per Daniele è tutto. Un sogno, la liberazione, la salvezza.
Daniele, che ci parla in prima persona della sua esperienza, rendendoci partecipi di ciò che gli succede come una soggettiva cinematografica: vediamo, sentiamo e sperimentiamo tutto attraverso i suoi occhi.
Daniele, che scrive poesie e pensa con nostalgia alla sua mamma.
Daniele, che da sempre soffre d'insonnia e che in psichiatria non riesce a chiudere occhio perché la notte emergono le grida, il dolore, la disperazione dei suoi compagni di disavventura.
La malattia mentale, ancora oggi, viene vista come una menomazione. Come una colpa. Come qualcosa di sporco.
La storia di Daniele è ambientata nel 1994, un passato che dal punto di vista clinico è come la preistoria. Figuriamoci com'era prima... Una volta, per esempio, l'autismo si riteneva generato dalla freddezza delle madri, originato da donne anaffettive.
La mente, le storie
Quando non conosce la causa di un disturbo, la medicina fa sempre la stessa cosa: cerca una causa psicologica.
E Daniele vorrebbe solo che la causa del suo malessere - psicologica o fisica: a lui non importa - venisse curata.
Il dottor Cimaroli, nel mondo normale, vive la sua vita mentre Daniele supplica in reparto un calmante per dormire almeno un po'.
Come tutti gli altri medici, il dottor Cimaroli esce. Daniele e gli altri, invece, sono intrappolati. Non nel reparto di psichiatria: sono intrappolati in malattie che nessuno riesce a curare.
Forse perché a nessuno importa abbastanza da indagare a fondo. Forse perché è più facile liquidare con un "disturbo bipolare" e un farmaco nemmeno troppo specifico.
Forse perché, in fondo, i malati mentali sono una vergogna da nascondere sotto al tappeto.
Ma per ciascuno di quei “matti” che urlano, o sono in stato catatonico, o ripetono ossessivamente sempre la stessa cosa, c’è una storia. Una famiglia. Degli amici. Il sogno di un'estate di mondiali con le partite da vedere insieme agli amici. Un universo racchiuso dentro una diagnosi, o magari neanche in quella. Perché la diagnosi a volte non arriva. E non lo farà mai.
Gironi infernali
Quelli cattivi non sono qui. Sono in un altro girone, come nell'inferno dantesco. Daniele è in mezzo a quelli "buoni", anche se uno di loro dà fuoco ai suoi capelli quand'è appena arrivato.
Non è Ragazze interrotte, non è Qualcuno volò sul nido del cuculo, è l'Italia.
Un viaggio in una sanità dove il medico di riferimento cambia per i turni, ha poche ore per fare una diagnosi, e il riferimento di un paziente in TSO viene a mancare, spiazzandolo. Ma anche un medico che arriva a lavorare 12 ore al giorno, spesso in condizioni inadeguate, senza le adeguate strutture. Non c'è un colpevole. Ci sono solo vittime.
Posso solo immaginarlo: io ho diverse malattie croniche autoimmuni, sono stata ricoverata molte volte e da un giorno all'altro, a seconda del medico di turno, mi cambiavano la terapia. Posso solo provare a immaginare quanto questo possa essere devastante per un paziente psichiatrico.
E grazie alle parole di Daniele Mencarelli, potete immaginarlo anche voi. Dovete solo aprire il suo libro, e iniziare a leggere. Senza fermarvi finché non l'avrete finito.
Lo scorcio di quell'inferno che è la malattia mentale attraverso le parole perfette, lucide e consapevoli di uno di loro. Tutto chiede salvezza vi sottoporrà a un TSO con Daniele. Ne uscirete cambiati