Ero Amelia Earhart di Jane Mendelsohn: un viaggio fra fantasia e realtà
di Chiara PoliJane Mendelsohn immagina il destino della celebre aviatrice Amelia Earhart, scomparsa misteriosamente nel 1937, e ce lo racconta con la voce stessa della protagonista. Un romanzo unico nel suo genere, tutto da scoprire.
Un viaggio fantastico nell’immaginazione: Jane Mendelsohn prova a immaginare il destino della celebre aviatrice Amelia Earhart, raccontandoci la conclusione prematura del suo viaggio attorno al mondo.
Il mistero di Amelia Earhart
Le biografie dei personaggi storici, soprattutto di quelli che hanno segnato un’epoca come Amelia Earhart e che hanno fatto una fine misteriosa sono sempre grande fonte di fascino e mistero.
E la sorte di Amelia Earhart è certamente misteriosa: l’aviatrice, prima donna nella storia ad attraversare in volo senza scalo tutti gli Stati Uniti e ad attraversare il Pacifico, scomparve misteriosamente durante il tentativo di compiere il giro del mondo. Era il 2 luglio del 1937. Insieme al suo navigatore, Fred Noonan, Amelia Earhart scomparve mentre stava volando dalla Papua Nuova Guinea all’isola di Howland, nell’Oceano Pacifico.
Ci sono molte teorie sul suo destino, la più accreditata delle quali è che l’aereo sia precipitato e affondato nell’oceano insieme ai suoi due occupanti.
Ma nel corso degli anni, per contrastare questa teoria, molte volte si è cercato di attribuire ritrovamenti di parti di velivoli o addirittura di corpi alla Earhart.
L’ultima occasione risale al 2018, quando i resti di un corpo rinvenuti nel 1940 su un’isola compatibile con il percorso della Earhart vennero attribuiti all’aviatrice da un nuovo studio - non confermato con certezza - che rivedeva l’identificazione di quello scheletro come appartenente a un uomo.
In seguito, però, venne ritrovato un aereo che gli studiosi attribuiscono ad Amelia sul fondo dell'oceano: secondo quanto stabilito, l'aereo in fiamme si sarebbe schiantato su un'isola, per poi essere trascinato sott'acqua dalle maree. In questo modo si spiegherebbe la presenza del corpo sulla terraferma e del velivolo nel mare.
Insomma: a distanza di quasi un secolo, il mistero della scomparsa di Amelia Earhart rimane insoluto e la figura storica di una donna che aveva portato a termine imprese fino ad allora riservate solo agli uomini continua a esercitare un grande fascino.
L’ultimo viaggio di Amelia
Jane Mendelsohn, con uno stile che ci avvolge mentre ci racconta la storia immaginaria dell’ultimo viaggio di Amelia, dosa con sapienza fantasia e realtà.
Il carattere di Amelia, le sue aspirazioni, la sua visione del mondo: tutto ciò che riguarda la protagonista di questa storia fa capo alla realtà. La Mendelsohn ha unito un’accurata ricerca storica, che le ha permesso di “conoscere” la Earhart come ogni scrittore conosce i suoi personaggi, a un destino immaginario e immaginifico nel quale la sua Amelia si muove come una persona reale e un personaggio di fantasia, al tempo stesso.
Il destino che Jane Mendelsohn ha immaginato e raccontato per Amelia Earhart rende giustizia alla protagonista, ai lettori e a tutte le persone che, nel corso dei decenni, si sono appassionati alle imprese di una donna che ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia.
Un doppio punto di vista
La particolarità di questo romanzo si riassume nella scelta di adottare un doppio punto di vista. L’autrice, infatti, scrive in prima persona e in terza persona: ci racconta le emozioni, i pensieri e le speranze di Amelia e ci descrive la situazione come un osservatore esterno.
In questo modo, l’unione di realtà e finzione che rappresenta la base sulla quale Jane Mendelsohn ha costruito questo progetto letterario, diventa concreta e si mantiene in perfetto equilibrio.
Senza mai - e non è scontato, in casi come questi - confondere il lettore o creare confusione. Sappiamo sempre, molto bene, chi ci sta parlando e cosa sta succedendo… E non possiamo che restarne affascinati.
Un romanzo che si legge con un occhio concentrato sul coraggio e la determinazione di una donna pioniera e con l’altro occhio spalancato sull’immaginazione di una fine che, in fondo, fine non è...