Speciale Chernobyl 1/5: Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow
di Chiara PoliMentre la miniserie pluripremiata è in onda in chiaro, inauguriamo una serie di speciali dedicati al disastro di Chernobyl con il primo dei 5 libri presi in esame: Chernobyl 01:23:40 di Andrew Leatherbarrow.
L'occasione è l'arrivo in TV, in chiaro su La7 da domenica scorsa, della premiatissima miniserie Chernobyl, che racconta con cura i dettagli del disastro del 1986, la cui verità venne a lungo nascosta agli occhi del mondo intero.
Ho vissuto il disastro: anche se ero solo una ragazzina, lo ricordo bene. Ho analizzato per lavoro la miniserie, e ho pensato quindi di condividere con voi anche le mie letture sul tema, dedicando al "ciclo Chernobyl" uno speciale sulle letture che ritengo irrinunciabili sull'argomento.
Per approfondire. Per conoscere. Per capire... E soprattutto per riflettere.
Ho scelto di inaugurare il ciclo con il libro di Andrew Leatherbarrow, giovane scozzese che ha passato anni a studiare la storia di Chernobyl e nel suo libro, molto completo (cita anche alcuni dei volumi che scopriremo in seguito), ci racconta anche il viaggio nella zona di esclusione compiuto nel 2011.
Ecco lo speciale su Chernobyl 01:23:40. La storia vera del disastro nucleare che ha sconvolto il mondo.
Andrew Leatherbarrow, un ventisettenne scozzese senza un soldo in tasca, nel 2011 s'imbarca in un viaggio nella zona di esclusione e nella centrale nucleare di Chernobyl, realizzando un sogno e ideando un progetto: raccontare la storia del disastro del 1986 con tutti i suoi risvolti socio-politici ed economici.
Un'introduzione tecnica
In poco meno di 300 pagine, Andrew Leatherbarrow ci regala un testo davvero completo e prezioso.
Il racconto dettagliato del disastro di Chernobyl, in tutte le sue fasi, è necessariamente tecnico: per comprendere problemi e soluzioni è indispensabile conoscere, almeno a grandi linee, il funzionamento di una centrale nucleare. Ecco quindi che Leatherbarrow parte con un'introduzione che ci spinge a fare un bel ripasso di fisica, dalla scoperta del radio (che, scopriamo, veniva usato in prodotti commerciali insospettabili) di Marie Curie alla storia dell'energia nucleare, ovviamente - vista la natura dell'uomo e i suoi interessi primari - inizialmente utilizzata come arma e poi come fonte di energia a larga diffusione.
Enrico Fermi, Robert Oppenheimer, il progetto Manhattan, le bombe di Hiroshima e Nagasaki: nella prima parte di Chernobyl 01:23:40 c'è davvero tutto ciò che occorre, spiegato con un linguaggio semplice ma adottando la terminologia corretta, per arrivare a comprendere il seguito del libro.
L'autore ci parla anche della storia dell'energia, dall'estrazione del carbone alle centrali idroelettriche, con alcune interessanti riflessioni a riguardo - e un accenno alla questione ambientale fra sostenitori e detrattori del nucleare.
I precedenti storici
I più grandi disastri nucleari della storia li conosciamo tutti, ma c'è qualcosa che Leatherbarrow ci racconta: i precedenti storici di Chernobyl... A Chernobyl.
La catastrofe del 1986, infatti, non arrivò come un fulmine a ciel sereno nella storia di una centrale con quattro reattori fino ad allora irreprensibile.
Già nel 1982, a Chernobyl ci fu un incidente, che venne nascosto per anni.
I testi di sicurezza vennero falsificati (dati per fatti ma mai effettuati nella realtà) per questioni di prestigio politico e di denaro.
Il governo sapeva che Chernobyl non era sicura, ma per anni non fece niente. Il risultato, purtroppo, lo conosciamo tutti.
Per spiegarci come i rischi fossero già noti, Leatherbarrow ci parla del precedente di Three Mile Island, in Pennsylvania, che nel 1979 vide la parziale fusione del nocciolo della centrale.
Dopo gli altri precedenti, l'autore ci parla anche di Fukushima: un altro disastro il cui seguito è stato largamente compromesso nelle operazioni di bonifica dagli interessi economici, per via della proprietà privata della centrale.
Un viaggio nella zona di esclusione
Nell'ottobre del 2011, senza soldi in tasca e senza prospettive, Andrew Leatherbarrow si unisce a un gruppo di viaggiatori per una visita alla scoperta dei luoghi del disastro di Chernobyl. Partendo dall'Ucraina, dove non si può svelare la vera natura della gita, che viene mascherata dagli organizzatori come un tour fotografico, l'autore ci racconta il suo arrivo nella zona di esclusione, il silenzio irreale, la visita alla centrale e le targhe commemorative che ricordano i 31 morti del personale, mentre il reale numero delle vittime dell'incidente resta a tutt'oggi incalcolabile (ma Leatherbarrow ci parla delle varie ipotesi).
Il suo racconto ci porta all'interno della zona di esclusione, che ci sembra di vedere con i nostri occhi grazie alle descrizioni dettagliate.
Un momento che, nella vita del futuro scrittore, sarà importante.
Tanto quanto la lettura del suo resoconto è importante per noi.
Il resoconto del disastro: ore 01:23:40 del 26 aprile 1986
Aleksandr Fëdorovič Akimov, ingegnere sovietico supervisore del quarto reattore della centrale di Chernobyl, alle ore 01.23' e 40” del 26 aprile 1986 prese una decisione. La decisione di effettuare l’arresto di emergenza del reattore. Una decisione destinata a cambiare la storia.
Akimov e i suoi colleghi si comportarono in modo eroico, mettendo in atto tutta una serie di contromisure per minimizzare i danni il più possibile.
Purtroppo, ciò che non sapevano e ciò che era manchevole dal punto di vista della progettazione e della costruzione resero vani tutti i loro sforzi... E il sacrificio delle loro vite.
Con un resoconto puntuale e dettagliato del disastro, Leatherbarrow ci parla degli eroi di Chernobyl, degli ordini da Mosca che nascosero il disastro ai residenti (sapevano solo dell'incendio, visibile da lontano) per giorni e settimane, causando migliaia di morti, e dell'assenza di misure efficaci a contenere il danno.
L'unica cosa che contava per il Partito Comunista alla guida dell'Unione Sovietica era la necessità di nascondere la realtà dei fatti - e perfino l'incidente, finché ci riuscì - sia ai cittadini, perché non dubitassero dell'assoluta perfezione del sistema, che alle altre nazioni.
I vigili del fuoco inviati sul posto non sapevano nulla in fatto di radiazioni e non avevano un equipaggiamento adeguato.
Il governo mandò a morire centinaia di uomini e donne, imponendo loro di non fare domande e di non mettere in discussioni decisioni prese esclusivamente per evitare danni d'immagine al Partito.
Ciononostante, Chernobyl costò all'Unione Sovietica qualcosa come 235 miliardi di dollari e fu, secondo molti, l'elemento scatenante del successivo crollo dell'URSS.
Depistaggi e segreti
Gli abitanti dei villaggi vicini vennero tenuti all'oscuro per giorni, addirittura settimane.
L'evacuazione avvenne senza preavviso, in modo che le persone non potessero organizzarsi con abiti e documenti, facendo loro pensare che si trattava di un provvedimento temporaneo eseguito solo in via precauzionale. Ma tutti loro non avrebbero più fatto ritorno alle loro case. Mai più.
Cani, gatti e altri animali domestici vennero abbandonati. Un esercito di sfollati camminava con abiti leggeri verso luoghi che il governo aveva indicato come più sicuri, ma che in realtà non lo erano: sarebbero serviti almeno 400 chilometri di distanza, da subito.
La scoperta prima della Svezia e poco dopo della Finlandia e della Norvegia dell'enorme nube radiattiva che proveniva dai territori sovietici costrinse il Partito a diffondere alcune notizie, fuorvianti e minimizzanti.
Le indagini della commissione, con il processo del 1991 da molti considerato una farsa, avrebbero indicato in minima parte la responsabilità di progettisti e costruttori, lasciando che la colpa continuasse a essere attribuita per la maggior parte a degli errori umani che, invece, non vennero mai commessi.
Chernobyl non era sicura. L'incidente avvenne durante un test che doveva dimostrarne, a qualsiasi costo, la potenza.
Il resto, come si suol dire, è storia: Chernobyl non venne smantellata subito, ma restò operativa per quasi 10 anni, mentre dozzine di migliaia di persone iniziavano ad ammalarsi, a veder aumentare la mortalità infantile e prenatale, a convivere con terribili deformazioni.
La storia di Chernobyl è una storia rimasta segreta, nei suoi dettagli, per molti anni.
Pur essendo avvenuta in epoca moderna, resta l'emblema di come sia facile, per i regimi comunisti e totalitari, nascondere la verità al popolo e al resto del mondo.
Cosa che, nostro malgrado, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle proprio ora, nel 2020, con l'arrivo dalla Cina del virus Covid-19.
Il libro di Andrew Leatherbarrow intitolato con l'ora in cui si verificò il disastro di Chernobyl è un testo fondamentale, ricco di informazioni e di resoconti oggettivi davvero preziosi.