Il buio oltre la siepe: recensione del capolavoro di Harper Lee
di Chiara PoliUn manifesto contro il razzismo: ecco la storia, il caso di cronaca che ispirò Harper Lee, la trama e la recensione di un grande classico, Il buio oltre la siepe.
Il buio oltre la siepe (in originale To Kill a Mockingbird , ovvero "uccidere un usignolo") è diventato un classico nel momento stesso in cui è stato dato alle stampe.
Era il 1960 e Harper Lee, ispirata da un caso di cronaca che fece scalpore, iniziò a scrivere una storia che ruotava attorno alla giustizia - o meglio alla sua mancanza - per le persone di colore negli Stati Uniti.
Ispirato a un drammatico caso giudiziario: il caso degli Scottsboro Boys
Il caso che diede alla Lee il "la" per scrivere il suo romanzo - premiato nel 1961 con il Pulitzer per la Letteratura - riguardava un gruppo di ragazzi noti come Scottsboro Boys.
Si trattava di nove giovani afroamericani dell'Alabama, accusati di aver violentato due donne bianche nel marzo del 1931, a bordo di un treno.
Dopo uno scontro con un gruppo di ragazzi bianchi, uno dei quali aveva cercato di lanciare dal mezzo in movimento uno dei ragazzi di colore, a Scottsboro - di qui il soprannome - il caso si aprì nella cittadina di Scottsboro.
I ragazzi del treno, mentendo, avevano affermato di essere stati attaccati dagli afroamericani (quando era stato il contrario) e due donne, una volta scese dal treno, raccontarono di essere state violentate del gruppo di nove ragazzi.
Dopo tre processi a dir poco carenti, vennero tutti condannati alla pena di morte tranne un ragazzino di 12 anni. Portando la sentenza in appello, la National Association for the Advancement of Colored People ottenne un secondo successo, questa volta per un tredicenne, che sarebbe stato sottoposto a un nuovo processo, ma gli altri 7 del gruppo restavano condannati a morte.
Alla fine, fra nuovi processi e appelli, 4 dei condannati vennero prosciolti, ma gli altri rimasero in carcere condannati al carcere a vita. Durante un'evasione, uno venne colpito da un agente rimanendo disabile, mentre gli altri vennero poi accusati di nuovi crimini e riportati in prigione.
Il crimine di stupro non era mai stato commesso, come avrebbe raccontato una delle due donne, rosa dai sensi di colpa.
Il caso venne smontato negli anni successivi, rivelandosi una scandalosa ingiustizia processuale, causato - oltre che dai pregiudizi della giuria - dall'assenza di una valida difesa in aula.
La trama de Il buio oltre la siepe
Jean Louise Finch - soprannominata Scout - ha 6 anni e vive in una cittadina dell'Alabama negli anni '30 insieme al fratello Jeremy (detto Jem), 10 anni, al padre Atticus Finch, avvocato, e alla governante Calpurnia.
Quando un bracciante di colore viene accusato di aver sottoposto a violenza una ragazza bianca, Mayella Ewell, il caso diventa l'argomento del giorno per tutta la città.
Atticus difende l'accusato, Tom Robinson, dimostrando la sua innocenza e l'identità del vero responsabile dell'aggressione che ha lasciato i lividi a Mayella.
Nonostante le prove sottoposte da Atticus alla giuria, Tom viene giudicato colpevole e mandato in prigione.
Il processo attira su Atticus le antipatie dei suoi concittadini, che lo chiamano "negrofilo" e ritengono scandaloso l'aver concesso ai suoi bambini di assistere al processo dalla zona riservata alle persone di colore.
Atticus è convinto di poter ribaltare il verdetto in sede d'appello, ma la vicenda di Tom si conclude in modo tragico, mentre i figli di Atticus vengono minacciati dalla persona che l'avvocato aveva identificato come il vero responsabile dell'aggressione...
Una denuncia contro il razzismo
Nella trama - raccontata in modo piuttosto fedele da celebre adattamento cinematografico con Gregory Peck - non vi ho raccontato proprio tutto: in caso non aveste letto il libro, che vi consiglio di recuperare, vi resteranno alcune sorprese.
Non è un segreto, invece, la scelta di Harper Lee di affidare il racconto alla voce narrante di Scout, una bambina che guarda il mondo coi suoi occhi innocenti ma è anche già sufficientemente matura da comprendere quanto sia grave l'ingiustizia alla quale assiste.
Il motivo della decisione dell'autrice è evidente: Scout ha solo 6 anni, quindi non comprende in alcun modo le differenze che gli adulti vedono fra un uomo bianco e uno nero. Per lei, tutte le persone sono uguali e il suo punto di vista rappresenta la denuncia della Lee di un sistema corrotto dal pregiudizio del razzismo.
Un male incurabile, che per oltre trent'anni dall'ambientazione della storia avrebbe perpetrato negli USA la segregazione razziale.
L'innocenza dello sguardo infantile di Scout finisce per scontrarsi con un mondo reale ingiusto, uscendone a pezzi.
La siepe del titolo italiano - mentre l'originale fa riferimento alla fine di Tom Robinson - è quel luogo dietro al quale ci nascondiamo per non vedere - o per fingere di farlo - gli orrori e le ingiustizie del mondo in cui viviamo.
Si dice che il cambiamento di una sola persona sia come una goccia del mare. Ma per Harper Lee, i suoi personaggi e soprattutto i suoi lettori, quel cambiamento rappresenta l'inizio di qualcosa.
Un grido contro l'odio immotivato, i pregiudizi, in una parola: il razzismo.
Leggere - e rileggere, perché questo romanzo non perde mai la sua magia - Il buio oltre la siepe significa ascoltare quel grido, abbracciarlo e ripeterlo.
Affinché si sparga per il mondo, ora e per sempre.
Un romanzo ispirato a un vero fatto di cronaca che Harper Lee, premiata con il Pulitzer, ha trasformato in un manifesto immortale contro il razzismo. Poco più di 300 pagine: una lettura indispensabile