Nelle terre estreme: il libro di Jon Krakauer su Chris McCandless

di Chiara Poli

Un libro difficile, con una storia drammatica. Jon Krakauer, con il suo Nelle terre estreme, ci racconta il viaggio e la morte, solitaria e disperata in una foresta dell'Alaska, di Chris McCandless. Un ragazzo che aveva solo 24 anni.

Giusto l'altro ieri, la notizia ha fatto il giro del mondo: il "magic bus" - così soprannominato, sebbene io non riesca proprio a capire cos'avesse di "magico" - in Alaska, dove Chris McCandless morì di fame a 24 anni nel 1992, è stato rimosso.

Con una spettacolare operazione, trasportato da un elicottero, il vecchio autobus è stato portato via. Perché? Facile: era diventato meta di pellegrinaggio dei fan di McCandless, e almeno due - di più, secondo alcune fonti USA - persone sono morte nel tentativo di raggiungerlo.

Il vecchio autobus si trovava infatti in Alaska, circondato da terreni impervi, sui quali molti turisti sono rimasti infortunati. L'unica soluzione per fermare gli incidenti, anche fatali, era l'eliminazione dell'attrazione. E così è stato.

Il magic bus era diventato famosissimo grazie al film del 2007 di Sean Peann, Nelle terre estreme, Into the Wild in originale, incentrato sulla storia di McCandless. Ma quella storia - e quel film - arrivavano da un libro: Nelle terre estreme di Jon Krakauer.

Comincerò subito col dirvi che non riuscirò - non ci sono mai riuscita, scrivendo di questo libro e di questo film - a vedere l'aspetto romantico della vicenda.

Per lo stesso motivo, non capisco proprio la "magia" del bus. Per me, la storia di Chris McCandless è la storia tragica di un ragazzo incosciente, che credeva di poter compiere un viaggio lungo e pericoloso senza preparazione e senza equipaggiamento.

Non c'è nulla di romantico nel morire di fame, mai, figuriamoci poi nell'America degli anni '90.

Ciò premesso, il libro di Jon Krakauer non si basa solo sul racconto della vita di un altro: lo scrittore ha seguito le orme di McCandless, facendo lo stesso percorso.

Ha viaggiato negli stessi luoghi visitati dal ragazzo, ma ne è uscito vivo. Perché ha avuto l'umiltà e l'intelligenza di non sfidare la natura.

Sì, certo: Chris McCandless erainnamorato della natura, della vita all'aperto, del contatto con il verde degli alberi e il blu del cielo e dell'acqua. Ma non aveva rispetto di quella stessa natura. La sua storia ci insegna una cosa sola: amare la natura significa anche rispettarla, essere consapevoli del nostro ruolo e non considerarsi mai al di sopra delle leggi del mondo naturale.

Krakauer, oltre a raccontarci la maestosità del paesaggio che McCandless aveva assaporato prima di lui, ci rende anche partecipi delle sue ricerche: forse Chris McCandless non è morto proprio di fame. Forse era talmente disperato da aver ingerito delle bacche velenose.

Fatto sta che, quando venne trovato, pesava sì e no 30 chili ed era ormai un uomo adulto. Già gravemente denutrito e disidratato, appariva però sorridente nella celebre foto che lo ritraeva, in un autoritratto, davanti al famoso autobus che divenne la sua casa negli ultimi giorni.

Ci sono anche altre foto, però, scattate da McCandless. Foto che testimoniano senza ombra di dubbio la sua mancanza di rispetto per il mondo naturale.

Le immagini, di pessimo gusto, scattate trionfanti con il suo fucile o le dita a forma di "V" per vittoria (grazie tante, un animale contro un fucile...) sono l'emblema stesso del suo viaggio.

Sì, Chris McCandless era partito per un (apparentemente) romantico e idealista viaggio alla ricerca di se stesso tramite il contatto della natura.

E sì, Chris McCandless quella natura - non finirò mai di ripeterlo - non la rispettava.

Chris McCandless davanti al "magic bus"Chris McCandless
Chris McCandless nel celebre autoscatto davanti al "magic bus"

La sua storia mi ha toccata, naturalmente. Mi ha sconvolta. Perché morire da solo, sperduto in mezzo a un luogo da cui non sai come uscire, senza cibo e senza acqua quando hai ancora tutta la vita davanti a te è davvero una tragedia.

Ma resta il fatto che, se non si tratta di una scelta, certamente si tratta di sconsideratezza.

I casi potevano essere due: o Chris McCandless voleva morire - e allora il suo era un viaggio verso la morte, che avrebbe assunto tutto un altro significato - o la sua morte è stata il frutto di mancanza di intelligenza.

Poiché sappiamo per certo che McCandless non era in cerca della morte - chiedeva disperatamente aiuto a qualcuno che non sarebbe mai arrivato - la conclusione non può che essere una: è sopravvissuto per quasi 4 mesi in mezzo all'Alaska uccidendo animali, le cui carcasse poi derideva. Come se avere la meglio con un'arma in mano fosse un merito. Si è avventurato nella foresta senza nulla, eccetto alcuni chili di riso.

Chris McCandless ci ha lasciato una testimonianza preziosa: la natura non si sfida senza preparazione. E anche quando la si affronta con tutto l'equipaggiamento e le conoscenze necessarie, si rispetta. Sempre.

McCandless ha voluto viaggiare da solo, senza nulla a parte il suo fucile e pochissimo cibo. Ha rovinato i rifugi che ha trovato, causando un danno ad altri ipotetici avventurieri.

Attenzione, però: la lettura di Nelle terre estreme non costringe in alcun modo a giudicare con superficialità la storia di Chris McCandless.

Anzi, il libro spiega accuratamente tutti gli aspetti della vicenda, evidenziando come la scelta di quel giovane ragazzo, morto solo e disperato, sia stata libera.

Chris McCandless ha commesso moltissimi errori, certo. Ma non meritava di morire per questo, e certamente non voleva morire.

La sua esperienza c'insegna che la libertà significa anche potersi infilare in situazioni che in realtà non siamo in grado di affrontare e gestire. La sua storia è un monito.

Non ha nulla di romantico, ma certamente è potente. E ha molto da insegnarci.

Nelle terre estreme: Into the Wild di Jon KrakauerFrasiX
Nelle terre estreme: Into the Wild di Jon Krakauer
VOTO7 / 10

Un libro difficile, che ci racconta con dovizia di particolari il tragico esito di un viaggio solitario, avventuroso ma anche sconsiderato. Il viaggio di un ragazzo verso una morte atroce.