A Silent Voice, il manga scritto e disegnato da Yoshitoki Ōima, racconta in modo onesto temi sociali importanti e attuali, con un focus particolare alla sordità.
A Silent Voice è un manga unico nel suo genere, un'opera che mostra grande capacità nel trattare temi di un certo spessore senza mai diventare banale. Il manga di Yoshitoki Ōima riesce infatti a mescolare problematiche delle più disparate con tatto e delicatezza, unendo quelle tipiche dell'infanzia e dell'adolescenza ad argomenti sociali attualissimi. Bullismo, inclusione, depressione, pensieri suicidi e possibilità di redenzione fanno da contorno al tema portante della serie manga che ha saputo toccare il cuore di innumerevoli lettori, la disabilità.
La storia scritta e disegnata da Yoshitoki Ōima ci catapulta in una scuola elementare giapponese: Shoko Nishimiya, appena trasferitasi da un'altra scuola, stravolge la quotidianità di Shoya Ishida, un bambino che non riesce a comprendere le difficoltà della compagna, sorda dalla nascita, e la trasforma nella sua vittima designata.
Quando Ishida coinvolge il resto della classe nei suoi atteggiamenti da bullo, che feriscono la piccola e fragile Nishimiya fisicamente e psicologicamente, la ragazzina è costretta nuovamente a cambiare scuola e la situazione immediatamente si rovescia. Da carnefice, Ishida diviene vittima dei suoi compagni che, non solo negano ogni coinvolgimento, spesso camuffato da omertosa indifferenza, alle malefatte perpetrate da Ishida, ma neppure perdono occasione per coalizzarsi contro di lui e addossargli tutta la colpa di quanto accaduto.
Gli anni passano e Ishida cresce con una certezza: deve fare ammenda, vuole incontrare Nishimiya e chiederle perdono per il male che le ha fatto.
I temi del manga
La storia che Ōima sceglie di raccontare è quella del percorso di crescita di Ishida, che, tormentato dal passato e impaurito dal confronto con le altre persone tanto da evitare di stringere legami con chiunque, tenta in ogni modo di espiare le proprie colpe.
Ferito da chi credeva suo amico e gli ha invece voltato le spalle, facendo di lui il solo capro espiatorio delle angherie ai danni di Nishimiya, Ishida cresce portando sulle spalle un pensante fardello.
Shoya Ishida a diciassette anni è una persona nuova e diversa rispetto al bambino prepotente di cui avevamo fatto conoscenza nelle prime pagine del manga. Segnato dall'idea di non valere abbastanza e di non essere degno di amore, si isola dai coetanei, dei quali non riesce a sostenere lo sguardo, e si convince di voler smettere di vivere. Shoya medita il suicidio, ma sceglie di continuare vivere quando realizza di avere un compito da assolvere. Così, dopo aver scoperto il nome della scuola che Shoko frequenta, cerca di mettersi in contatto con lei, divenire suo amico e riuscire, forse, a farsi perdonare.
La difficoltà di Ishida nel relazionarsi con gli altri diviene il punto di contatto più evidente con Shoko, il cui handicap l'ha sempre resa un'emarginata in un contesto di normodotati.
Laddove Ishida sceglie di non ascoltare gli altri, disgustato da un mondo che non comprende e che disprezza, Nishimiya, costretta a farlo, osserva quello stesso mondo dall'esterno.
Se Ishida e Nishimiya riescono a comprendersi vicendevolmente, muovendo i primi, timidi passi in quella società tanto caotica che li terrorizza, imparando a sorridere alla vita e alle difficoltà, è pur vero che la ragazza fa ancora fatica ad affrontare i propri demoni. Il senso di colpa che sente nei confronti di chi le sta attorno, convinta com'è di essere la causa dell'infelicità altrui, la conduce su un cammino oscuro e drammatico che Ōima tratta con mirata accuratezza.
È proprio per questa ragione che A Silent Voice, il cui titolo originale è Koe no katachi, è un piccolo capolavoro. Nel suoi sette volumi riesce a suscitare nel lettore una miriade di emozioni e a far sì che comprenda, insieme ai protagonisti, la necessità di instaurare un dialogo e quantomeno tentare di comunicare gli uni con gli altri.
Ōima sembra volerci suggerire che chiunque può e deve cercare di creare legami e di dialogare con gli altri, entrare in contatto con loro e soprattutto imparare ad ascoltare tutte quelle voci silenziose a cui non siamo abituati a prestare attenzione.
Da domani, guarderò tutti dritto negli occhi. Da domani, ascolterò attentamente tutte le voci. Da domani, mi comporterò bene.
Se ci soffermiamo a pensarci su, sono proprio il mancato dialogo e la conseguente difficoltà di comprensione le cause scatenanti del bullismo e della prepotenza di Ishida. In questo modo, A Silent Voice si classifica come uno slice of life in piena regola, un racconto che riesce a narrare la vita quotidiana di due ragazzi e a farlo con semplicità e, soprattutto, onestà, al punto da rendere naturale per il lettore l'immedesimazione nei protagonisti, non solo in chi subisce, ma anche in chi si rende autore di atti condannabili.
La forma della voce, adattamento cinematografico del manga
Dopo il successo del manga, nel 2016 le sale cinematografiche giapponesi hanno accolto l'omonimo film ispirato all'opera di Yoshitoki Ōima.
In Italia, il film, distribuito da Nexo Digital, è arrivato solo un anno più tardi, il 24 ottobre 2017, con il titolo La forma della voce - A Silent Voice.
Pur non coprendo tutta la storia narrata nel manga, fermandosi al capitolo cinquantasette, a un passo dal finale cartaceo, La forma della voce, di Naoko Yamada, è stato capace di rendere giustizia nel miglio modo possibile all'originale di Ōima, chiudendo la storia di Ishida e Yishimiya nel momento in cui il protagonista maschile sceglie di immergersi nuovamente nel mondo, farsi largo tra la folla e trovare il coraggio di guardare gli altri dritto negli occhi.