Topo e Papero fanno le avventure: il ritorno (disegnato male) del Dottor Pira
di Lorenzo BianchiDottor Pira, pioniere dei “fumetti disegnati male”, porta in libreria le avventure di Topo e Papero, parodia punk e surreale dei celebri personaggi Disney. La recensione.
C'è una frase, attribuita da molti a Picasso, che dice che quando quest'ultimo era piccolo dipingeva come Raffaello, ma che poi ha impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino.
Questo concetto, a metà tra il grottesco e il poetico, si adatta perfettamente per raccontare l'arte di Maurizio Piraccini, meglio noto come Dottor Pira, l'assoluto pioniere dei “fumetti disegnati male”. I suoi lavori, infatti, sono caratterizzati da un tratto elementare, primitivo, fintamente ingenuo, che ricorda da vicino quello dei disegnetti che i bambini delle elementari e delle medie fanno sui diari o sui quaderni di scuola durante le ore di lezione.
A distinguerli da quelli di altri esponenti di questa “scuola”, che nell'era dei social ha preso sempre più campo (penso ai nomi di David La Rosa, di Sio, di Maicol & Mirco o di Yole Signorelli alias Fumettibrutti), c'è che Pira non si limita a disegnare come un bambino, ma riesce a ricrearne anche lo stile narrativo. Ne è un fulgido esempio la sua ultima fatica, Topo e Papero fanno le avventure, da qualche giorno disponibile in libreria per Feltrinelli Comics.
Nelle oltre 200 pagine che compongono il volume, Pira prende due icone del fumetto della tradizione popolare – Topolino e Paperino della Disney – e le rielabora come farebbe un bambino che ne vuole raccontare inedite gesta. Un bambino di quelli scatenati ed esuberanti, per la precisione.
Le personalità dei due vengono così portate all'estremo, con Topo che perde la posatezza tipica di Topolino in favore di un più bieco e reale menefreghismo e un Papero che sì, anche qui è sempre arrabbiato con tutti, ma al contrario di Paperino non ci pensa un attimo a spaccare e distruggere ogni cosa gli capiti sotto mano.
Come spesso accade nei fumetti realizzati dai più piccoli, acuti osservatori di ciò che li circonda, Pira fa vivere i due non in una parodia di Topolinia o Paperopoli ma in una parodia del nostro mondo, con tanto di nomi di negozi o personaggi storpiati, mettendoli a confronto con i problemi del quotidiano. Eccoli dunque alle prese con furti, vigili, assicurazioni, bisogno di fare sport. Situazioni che mettono in moto una serie di eventi al limite del grottesco e del nonsense che portano il lettore a ridere fragorosamente da quanto sono assurde.
Quella che ne esce è una parodia delle due icone surreale e punk, scarsamente edificante ma assolutamente divertente e paradossale. Una parodia che, sfogliata al volo senza conoscere la poetica e gli intenti dell'autore, verrebbe davvero da chiedersi perché Feltrinelli Comics abbia deciso di investirci e di pubblicarla.
Ed è invece proprio qui che risiede il talento e la genialità del Dottor Pira, in cui nulla è lasciato al caso – vedasi i dialoghi dei personaggi scritti con la penna Bic blu – e tutto appare così naturale e immediato. Dietro a questa apparente semplicità, a questa falsa innocenza, si celano anni e anni di studi sui fumetti dei bambini. Una lunga ricerca che lo ha portato non solo a riprodurne lo stile grafico ma anche quell'intelligenza e anarchia narrativa che si perde con l'età adulta.
O forse, semplicemente, a forza di studiarli così nel profondo, un po' bambino dentro il Dottor Pira è finito per tornare a esserlo davvero.
Assurdo e allucinato, Topo e Papero fanno le avventure è un ulteriore passo in avanti nella ricerca del Dottor Pira di dare il giusto riconoscimento a quel modo di fare i fumetti tipico dei bambini.