I libri da leggere sull'Olocausto: testimonianze per non dimenticare

di Chiara Poli

Ci sono libri che vanno assolutamente letti, almeno una volta nella vita. Qui ne troverete 10 dedicati all'Olocausto. I libri da leggere sull'Olocausto, per capire. Per comprendere. Per non dimenticare mai. Da Primo Levi a Liliana Segre.

Indice

C'è un solo modo per non dimenticare la storia, ma soprattutto per imparare da essa: conoscerla.

Lo sosteneva anche Marc Bloch, autore di quella Apologia della storia o mestiere dello storico, opera lasciata incompiuta per unirsi alla Resistenza contro i nazisti.

Marc Bloch pagò con la vita la sua volontà di fare la storia, oltre che di raccontarla.

Ma molti altri testimoni dell'orrore nazista in Europa, dell'Olocausto e dei campi di concentramento, della deportazione e delle abominevoli selezioni che sceglievano chi viveva e chi moriva, ci hanno raccontato storie che tutti dovremmo leggere.

Perché la conoscenza è l'unica arma di cui disponiamo per combattere le mostruosità che gli esseri umani possono arrivare a trasformare in realtà.

L'Olocausto rappresentava un progetto di sterminio degli ebrei, discriminati per la loro religione, ma in realtà contrastati per la loro abilità negli affari e perseguitati per appropriarsi dei loro beni.

Ma quando si parla di Olocausto, non vanno dimenticati tutti gli altri uomini, donne e bambini giudicati indegni di vivere da Hitler e consegnati ai campi dagli alleati della Germania - Italia inclusa.

Disabili, malati cronici, omosessuali, nomadi, oppositori politici, testimoni di Geova e appartenenti a qualsiasi altra religione non approvata dalla Germania: tutti gli indesiderabili finivano nei campi. Per non uscirne mai più.

Ecco perché la selezione di libri sull'Olocausto che vi propongo è, a mio parere, l'invito a leggere ogni testo autorevole sulla pagina più oscura della nostra storia.

Per non dimenticare. Mai.

Se questo è un uomo di Primo Levi

Primo Levi è stato uno dei più preziosi testimoni italiani dell'Olocausto: fin dal suo ritorno a casa dal campo di concentramento di Auschwitz, in cui venne internato perché di origini ebree, ha voluto raccontare la realtà di quei campi che il mondo voleva continuare a ignorare.

Scegliere di non credere, affidandosi alla convinzione che le voci su ciò che avveniva nei campi fosse impossibile, permetteva alle persone di continuare a vivere. Di sentirsi in qualche modo a posto con la coscienza.

Ma grazie a Primo Levi e a tutti gli altri testimoni diretti dell'Olocausto, la verità iniziò presto a emergere.

Se questo è un uomo non ebbe una vita facile: il libro venne infatti rifiutato più volte. Com'è noto, Natalia Ginzburg, consulente di Einaudi, consigliò all'editore di non pubblicarlo e in seguito fu Cesare Pavese a impedirne la pubblicazione, affermando che erano già stati pubblicati troppi libri sui campi di concentramento.

Come se ci fosse un numero massimo di testimonianze possibili. Come se il racconto che Levi dovette affidare a una piccola casa editrice, l'unica disposta a pubblicarlo, fosse in qualche modo sconveniente. O ridondante. O chissà che altro.

Per fortuna, ci fu anche chi, come Italo Calvino, lo apprezzò al punto di dedicare all'edizione del 1958 un testo di presentazione in forma anonima.

Se questo è un uomo è un libro da leggere, studiare, vivere. Per partecipare alla storia di un uomo, di un popolo, di una nazione, di un'epoca oscura sulla quale bisogna sempre fare luce.

Il diario di Anna Frank

Come credo - e come spero - al pari di ogni altro studente, ho letto Il diario di Anna Frank a scuola.

La testimonianza di Anna vide la luce nel 1947: il diario in cui la ragazzina, nata a Francoforte, raccontava le giornate trascorse nel nascondiglio di Amsterdam condiviso con la famiglia e altri ebrei che cercavano di sfuggire alla deportazione.

Anna iniziò a vivere in clandestinità nel 1942, quando aveva appena 12 anni. Il racconto del mondo e della vita segreta, visto dagli occhi di un'adolescente che sognava un mondo fuori dalle mura in cui era costretta ha ispirato generazioni di scrittori.

Anna venne scoperta, insieme ai suoi cari, nel 1944. Venne deportata e rinchiusa nel campo di concentramento di Westerbork, per poi raggiungere Auschwitz nel settembre dello stesso anno. Nel 1945 si trovava invece nel campo di Bergen-Belsen, dove sarebbe morta di tifo.

Il suo diario venne salvato dagli amici che avevano aiutato Anna e la sua famiglia. La pubblicazione venne curato dall'unico sopravvissuto della famiglia Frank: il padre, che lo fece pubblicare nel 1947 ad Amsterdam.

Il diario di anna Frank non si può raccontare: bisogna leggerlo. Almeno una volta nella vita... Ma possibilmente di più.

La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt

Come ogni altro libro sull'Olocausto, La banalità del male è un testo che non si dimentica.

Io ricordo perfettamente le giornate in cui lo lessi per la prima volta: avevo vent'anni e la vita mi stava portando verso il lavoro di giornalista, anche se all'epoca non lo sapevo.

Hannah Arendt era l'inviata del prestigioso New Yorker al processo di Gerusalemme contro Otto Adolf Eichmann, arrestato a Buenos Aires nel 1960 mentre si nascondeva sotto una falsa identità ed estradato in Israele, che lo sottopose a un processo iniziato l'11 aprile del 1961.

Eichmann, fra i maggiori responsabili della realizzazione della cosiddetta "soluzione finale", ovvero lo sterminio degli ebrei, era riuscito a sfuggire al processo di Norimberga rifugiandosi in Argentina, dove fortunatamente venne rintracciato.

Al processo di Gerusalemme, era accusato di crimini contro l'umanità, crimini di guerra e molti altri orrori che, lo sappiamo per certo, aveva commesso.

Mentre segue il dibattimento, Hannah Arendt inizia a scrivere un resoconto del processo in cui sottolinea la questione morale dietro alle azioni di Eichmann ma anche le contraddizioni della legge, e la placida normalità con cui il mostro racconta di aver semplicemente svolto il suo compito.

Come se il male fosse una banalità. Come se trasformarlo in una serie di azioni senza farsi domande non fosse ancora più grave dal punto di vista, appunto, morale.

Il punto di vista della Arendt è il punto di vista di chiunque: uno sguardo alla banalità del male che permise ai nazisti di sterminare 6 milioni di ebrei.

La notte di Elie Wiesel

Poco meno di 120 pagine: un libro che si legge in poco tempo, tutto d'un fiato, con la sensazione di essere rimasti immersi nella lettura per giorni.

Perché la testimonianza di Elie Wiesel è diversa da molte altre. Elie Wiesel venne premiato con il Nobel per la Pace nel 1986 per il suo instancabile lavoro di testimone, volto a far sì che tutti - soprattutto i giovani - capissero cos'era successo durante l'Olocausto e cos'aveva significato.

Elie Wiesel, classe 1928, venne prima rinchiuso nei ghetti durante l'occupazione nazista e poi deportato con la famiglia ad Auschwitz.

La notte è il racconto della notte dell'arrivo al campo di concentramento più tristemente famoso della storia.

Era il 6 maggio del 1944 ed Elie Wiesel aveva 15 anni. Separato dalla madre e dalle sorelle, che si ipotizza vennero uccise quasi subito nelle camere a gas del campo, Eli rimase insieme al padre per diversi mesi, condividendo con lui il duro lavoro, la fame, la paura e le umiliazioni.

All'inizio del 1945 entrambi vennero trasferiti a Buchenwald, dove il padre venne picchiato selvaggiamente e si ammalò. Morì per la malattia e gli stenti appena poche settimane prima che il campo venne liberato dall'arrivo dell'esercito degli Stati Uniti.

La notte inizia nel momento in cui la via di Elie Wiesel viene sconvolta. Senza che un ragazzino indifeso possa sapere che ciò che avrebbe visto in seguito sarebbe stato molto, molto più buio.

Il tatuatore di Auschwitz di Heather Morris

Di queto libro vi ho già parlato nella sua approfondita recensione. Ho scelto di inserirlo in questa selezione di testi assolutamente da leggere perché racconta il punto di vista di un uomo che aveva promesso una cosa a se stesso nel momento stesso in cui aveva messo piede nel campo di Auschwitz-Birkenau: che sarebbe sopravvissuto. A qualsiasi costo.

A costo di diventare lui, ebreo internato in un campo di sterminio, l'uomo che imprimeva sulla pelle degli altri suoi compagni di sventura un numero che avrebbe determinato il loro destino.

Heather Morris ha intervistato Lale Solokov, che le ha raccontato la sua vita all'inferno. Un inferno in cui ha trovato l'amore, che l'aveva tenuto in vita.

Permettendogli di mantenere la promessa che si era fatto e di uscire a testa alta nonostante la paura - infondata, per chi legge la sua storia - di essere accusato di collaborazionismo.

Un libro che commuove, colpisce, lascia il segno.

La tregua di Primo Levi

Dopo Se questo è un uomo, Primo Levi continua nel suo lavoro accurato e doloroso di testimone sopravvissuto a un luogo da cui pochi vennero salvati.

La tregua è il seguito di Se questo è un uomo: racconta infatti tutto ciò che seguì alla liberazione da Auschwitz.

Perché quando gli americani liberarono gli internati nel campo, bisognava trovare il modo di tornare a casa. Soli, senza denaro e senza cibo, senza conoscenze in un Paese straniero e attraverso le rovine di un'Europa devastata dal conflitto.

Durante l'estenuante viaggio che lo vide attraversare Russia, Romania, Ungheria e Austria prima di tornare a casa, in Italia, nella sua Torino, Primo Levi ci racconta ciò che vede: rovine, disperazione, morte e distruzione, ma anche voglia di vivere.

Incontra personaggi memorabili, che entreranno a far parte anche della vostra vita. Una volta per tutte. Personaggi che sono esseri umani veri. Come quel bambino che era nato ad Auschwitz e non sapeva cosa fosse un albero, perché non ne aveva mai visto uno.

L'amico ritrovato di Fred Uhlman

Anche di questo romanzo vi ho già parlato nella recensione dedicata.

Il motivo per cui ho voluto inserirlo in questa lista di libri da leggere sull'Olocausto è semplice: ci racconta la storia da un nuovo punto di vista.

Il protagonista è un ragazzino che, da un giorno all'altro, si trova ad assistere all'isolamento, alla derisione e all'allontanamento del suo migliore amico.

Il giorno prima erano a scuola insieme, il giorno dopo l'amico di Fred Uhlman era un nemico.

Un ragazzino con un'unica colpa: essere nato ebreo.

Questa storia di amicizia, di incredulità e dell'orrore della guerra che avrebbe sconvolto la vita di tutti è una storia che tutti dovremmo leggere.

Perché quell'incredulità sia un po' anche la nostra. Perché ci ricordi quanto l'Olocausto sia stato ingiusto, ma anche di come venne lasciato libero di spargere sangue e morte per molti anni. E ai danni di milioni di persone.

Scolpitelo nel vostro cuore: Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella Memoria di Liliana Segre

Liliana Segre ha raccontato molte volte la sua esperienza, da Milano ad Auschwitz e, fortunata fra i molti sfortunati, ritorno.

Da un giorno all'altro, quando ha solo 8 anni, Liliana vede il mondo cambiare. La promulgazione delle leggi razziali cambia tutto, nella sua vita.

Ma lei è solo una bambina e ha difficoltà a capirlo. Non perché sia troppo piccola, bensì perché la trasformazione del suo mondo da un giorno all'altro non ha alcun senso.

Ed è vero: non ce l'ha. Né per lei, né per noi.

Scolpitelo nel vostro cuore è il racconto della vita di Liliana Segre, un racconto che inizia in quell'Italia pre-guerra e finisce di nuovo in quel Paese che, di bello, non aveva più nulla.

La senatrice Segre ha dedicato la propria esistenza a raccontare l'Olocausto. Perché l'ha visto con i suoi occhi. Perché ha guardato la morte in faccia. Perché crede, e a ragione, che l'unico modo per impedire di commettere gli stessi errori del passato sia conoscere e capire quel passato.

Nella mia recensione di Scolpitelo nel cuore vi parlo più approfonditamente della storia di Liliana Segre. Qui mi limito a dirvi: leggete questo libro.

Tracce di memoria: Il mio viaggio nell'olocausto e ritorno di Peter Lantos

La testimonianza di Peter Lantos, ebreo ungherese sopravvissuto ai campi di concentramento, è gratis per gli abbonati a Kindle Unlimited. Non perdete l'occasione di leggerla, perché è una di quelle storie che - come tutte le altre che la accompagnano in questa lista - vi cambierà la vita.

Peter Lantos finisce nel campo di Bergen-Belsen con la sua famiglia dopo aver vissuto nel ghetto della città di Makò. Peter Lantos è solo un bambino e dovrà imparare a guardare il mondo con occhi diversi. Con gli occhi di un testimone che un bambino non dovrebbe nemmeno poter immaginare, figuriamoci subire.

L'autore di questa autobiografia drammatica e toccante sopravvive al campo per finire vittima di un altro regime.

Liberato dai nazisti grazie alle truppe americane, Peter si ritrova - ragazzo - a soffrire sotto lo stalinismo sovietico: altri orrori, altre privazioni, altra mancanza di libertà.

Quando finalmente riesce a fuggire, rifugiandosi a Londra, decide di diventare neurologo: vuole studiare la mente dell'uomo e i suoi meccanismi, vuole essere in grado di ricostruire con lucidità i ricordi di un bambino terrorizzato. Perché quel bambino è un testimone prezioso, anche se il tempo è passato e i luoghi sono diversi. Anche se i suoi compagni di disavventura ormai sono morti e non possono aiutarlo nel complesso e doloroso processo di accurata ricostruzione di una vita da prigioniero.

Peter Lantos ha vissuto delle esperienze terribili. Dare ascolto al suo grido di dolore è l'unico modo che abbiamo per abbracciare quel bambino e dirgli che, un giorno, sarà di nuovo libero.

L'albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini di Anna e Michele Sarfatti

Anche i bambini - questo libro è consigliato ai lettori dai 6 anni in su - possono imbattersi nell'Olocausto. Possono sentirne parlare, vedere qualcosa in TV, incuriosirsi a un discorso degli adulti, fare domande sulla Giornata della Memoria.

E in quei casi, Anna e Michele Sarfatti vengono in aiuto di chi decide di affrontare l'argomento con i bambini.

La storia di Samuele Finzi, di Firenze, si lega a quella dell'olivo che rappresenta il rifugio di un bambino che vive in prima persona la persecuzione agli ebrei in un'Italia che costringe i suoi genitori ad affidarlo ad amici di famiglia.

Basato sugli eventi reali avvenuti in Italia fra il 1938, anno della promulgazione delle leggi razziali, e la fine della guerra, questo libro è accompagnato da un'appendice storico-documentaria pensata per aiutare anche i più piccoli a capire il significato della Shoah.

Perché arriva un momento in cui tutti dobbiamo sapere cosa accadde nel mondo. E a volte, quel momento arriva prima del previsto...