Blacksad 1: una società di bestie che somiglia tanto a quella degli uomini
di Simone Alvaro SegatoriIl gatto nero detective John Blacksad è chiamato ad indagare sulla morte violenta di una sua vecchia fiamma, diventata una splendente stella del cinema in un cielo oscuro come un'eclissi.
Siamo tutti animali, il primo numero di Blacksad parla chiaro. Basta una giornata storta, un amore non corrisposto, un piccolo evento che fa scattare qualcosa e ci trasforma nelle bestie più feroci. La società antropomorfa scritta da Juan Díaz Canales e disegnata in maniera superba da Juanjo Guarnido psicanalizza l'umanità e la trasforma in un zoo dove l'aspetto animale non è altro che uno specchio dell'anima.
In questo mondo feroce, che somiglia tanto all'America degli anni '50, si muovono le indagini di John Blacksad, un gatto nero solitario sia nell'aspetto che nel carattere. In Da qualche parte tra le ombre, Blacksad viene coinvolto nell'omicidio di una donna che ha frequentato all'inizio della sua carriera. Una stella del cinema, una dea del grande schermo, la cui immagine nascondeva però una ragazza fragile e piena di paure. Un delitto passionale, la polizia bolla così l'omicidio, eppure Blacksad sa che c'è qualcosa in più ed è disposto a percorrere un viaggio tra ricordi, loschi informatori e assassini pur di scoprire la verità.
Una stella è scomparsa lasciando al buio il mio passato, nascosto da qualche parte tra le ombre. E nessuno può vivere senza il suo passato.
La sceneggiatura e i dialoghi di Díaz Canales sono un vero omaggio al cinema americano e al genere hard-boiled di cui Blacksad può essere considerato il massimo esponente fumettistico in versione antropomorfa. La trama dell'omicidio è abbastanza essenziale eppure riesce perfettamente a fornire sia al protagonista che al lettore la spinta per proseguire nella narrazione. La ricerca di Blacksad lo porterà a conoscere personaggi scritti magnificamente, con dialoghi degni di un grande colossal in cui non manca un tocco di poesia. Ogni animale ideato dall'autore, infatti, ancora prima che dall'aspetto, può essere riconosciuto dalle sue abitudini, dal modo in cui parla e dal mestiere che fa: Smirnov, il pastore tedesco a capo della polizia; Jake, il gorilla campione di boxe o il sicario inviato ad uccidere John che ha l'aspetto di un rettile.
Ogni animale descrive dettagliatamente la nostra società grazie anche agli splendidi disegni di Guarnido capace di un tratto intenso e caldo e su cui sembra sia stato applicato un filtro noir tanto caro al cinema. Guarnido da forma all'ufficio di Blacksad, descritto da quest'ultimo come "le vestigia dell'essere civilizzato che ero un tempo". Anima i fumosi pub della città con pelosi maiali baristi, gatte in abiti succinti alla ricerca di un po' di calore per la notte, iene occupate in bische clandestine e giaguari ubriachi. Crea una giungla metropolitana funzionale e credibile, un caos animalesco in cui un vecchio orango suona la sua chitarra quasi inascoltato per racimolare qualche spicciolo.
John Blacksad compie la sua indagine tra insospettabili e vecchie canaglie, ricostruendo i pezzi di un caso che fatica a digerire, ma è il lettore che si trova di fronte ad un'indagine che va ben oltre quella seguita dal protagonista. Un'indagine che si interroga sull'umanità e su cosa significhi essere all'apice della catena alimentare. E forse l'animo umano non è mai stato scandagliato così bene come avviene in questa graphic novel popolata da animali.
Un caffè amaro e dal gusto noir che va giù tutto d'un fiato lasciando la voglia di averne ancora. Servito in una tazzina decorata con uno stile unico, per perdersi nel piacere della contemplazione.