La peste scarlatta di Jack London: storia di un mondo distrutto da una pandemia

di Chiara Poli

Un romanzo breve che sconvolge per la sua crudezza ma soprattutto per il messaggio che lancia: se non impariamo dalla storia, siamo destinati a estinguerci. La recensione de La peste scarlatta di Jack London.

Indice

Dopo il Diario dell’anno della peste di Daniel Defoe, ecco un altro grande classico dedicato a epidemie e pandemie.

Jack London, celebre autore di Zanna Bianca e Il richiamo della foresta, firma La peste scarlatta, che mescola storia e fantascienza per raccontarci come l’arrivo di una pestilenza costringa le persone a confrontarsi con le loro paure più profonde.

Dimostrando, in fondo - proprio come l’opera di Defoe - di non essere capaci di imparare nulla dalla storia e pochissimo dall’esperienza.

La peste scarlatta: trama

Comparso per la prima volta nel 1912 sulla rivista The London Magazine, questo romanzo breve è ambientato in un futuro post-apocalittico.

Siamo nel 2073 e una pandemia causata dal cosiddetto Morbo Rosso ha quasi fatto estinguere l’intera umanità. Sessant’anni dopo, i pochi sopravvissuti sono costretti a sopravvivere senza alcun tipo di tecnologia.

Il superstite James Howard Smith di San Francisco racconta ai nipoti degli altri sopravvissuti la storia della pestilenza, nella speranza che imparino a essere saggi e a fare tesoro della storia passata.

Durante il suo racconto, il vecchio saggio descrive la crudeltà e la mancanza di intelligenza degli uomini che permisero al Morbo di diffondersi, prima sottovalutando l’emergenza e poi facendo di tutto per prevalere sui più deboli anziché far fronte comune contro la malattia.

Un avvertimento inascoltato

Io ho letto La peste scarlatta quasi 10 anni fa, ma leggerlo oggi sicuramente regala al lettore un’esperienza ancora più indimenticabile.

L’allarme lanciato da London è rimasto inascoltato: nonostante le parole dell’uomo che incarica di ammonire la popolazione, nessuno fa tesoro di un avvertimento che avrebbe potuto salvare il mondo intero. O, almeno, qualche miliardo di vite…

Non voglio svelarvi troppo delle considerazioni che accompagnano il racconto di James, ma qualcosa devo dire: l’intento di Jack London era scuotere le coscienze.

In base alle epidemie e alle pandemie precedenti, che London aveva studiato come qualsiasi altro individuo studiano la storia del mondo, la storia de La peste scarlatta - un virus che uccide in pochi minuti, chiamato il Morbo Rosso perché arrossa la pelle degli ammalati - come molti altri romanzi profetici resta inascoltata.

Si dice che ciò che non ci uccide ci rende più forti, e forse è vero, ma certamente non ci rende più intelligenti.

Un racconto moderno e prezioso

Con il linguaggio essenziale sviluppato dalla civiltà - assimilabile a quella dell’età della pietra - dei sopravvissuti, il nostro anziano saggio racconta di come l’uomo, per l’ennesima volta, abbia commesso gli stessi errori.

E oggi, nel 2020, in piena pandemia da coronavirus, le sue parole sono ancora più toccanti.

Molti elementi del futuro che non abbiamo vissuto e che Jack London poteva soltanto immaginare sono diventati realtà.

Il progresso scientifico e tecnologico, però, non è la sola cosa che il grande scrittore, morto solo 4 anni dopo la pubblicazione de La peste scarlatta, era stato in grado di prevedere.

Sulla base di suoi studi storici, il ripetersi di azioni errate, quando non spietate e moralmente inaccettabili, diventa il cuore di un testo sconvolgente per la sua modernità, ma anche per la sua concretezza e verosimiglianza.

La peste scarlatta è un libro da leggere, almeno una volta nella vita. O magari due, riprendendolo in mano adesso se lo si è approcciato da troppo tempo per comprenderne il vero valore e la grandissima attualità.

La peste scarlatta (Gli Adelphi Vol. 353)FrasiX
La peste scarlatta di Jack London
VOTO8 / 10

La profetica e sconvolgente peste scarlatta di London affonda le sue radici nel passato dell’uomo, ma ne prevede in parte anche il futuro. Un futuro grigio per chi non ascolta i moniti della storia.