Amate Ai Yazawa e le atmosfere gotiche? La processione funebre di K è il manga che fa per voi

di Elisa Giudici

Maki Kusumoto sbarca finalmente in Italia con un volume unico che ha fatto scuola nella cultura manga e underground del Giappone anni '90: La processione funebre di K è un'esperienza di lettura irripetibile.

Indice

La processione funebre di K non è un manga per tutti, ma è un manga che un certo tipo di lettore ha già visto e letto ovunque. Se amate autrici come Ai Yazawa, Kaoru Mori e Asumiko Nakamura non potrete che sentirvi a casa tra le pagine di questo volume auto-conclusivo pubblicato nel 1994 in Giappone da Shueisha. Infatti nella sua brevità ha saputo influenzare tantissime autrici successive. L'etichetta dice josei (manga dedicato a un pubblico femminile adulto) e la collana Wasabi di Star Comics suggerisce un titolo ricercato e particolare: di fatto La processione funebre di K è una vera chicca, riservata a un pubblico che ancora non sa di essere cresciuto all'ombra delle tante opere che ha influenzato.

La trama di La processione funebre di K

Ci sono tutti i condomini del palazzo al funerale di K, l'inquilino scomparso di recente. C'è lo strano signore che passa il tempo nella vasca, l'ingegnere che per l'occasione diventa parroco, il macellaio del primo piano che vende pregiati pezzi di carne e regala misteriose uova, la donna silenziosa e la bellissima e sprezzante ragazzina con cui alle volte il morto parlava. All'appello manca solo il cadavere: anche se si stanno affrettando a celebrare il suo funerale, il corpo di K. non si trova.

Eppure c'è già un giovane inquilino a rimpiazzarlo, entrando ad abitare nel suo appartamento da subito e scoprendo poco a poco la rete di connessioni che legava K. a ogni singolo abitante del condominio. Perseguitato da strani rumori e inquietanti sogni, il nuovo inquilino scoprirà che fine ha fatto K. e cosa abbia causato la sua presunta morte, inciampando nei segreti gelosamente custoditi da un manipolo di vicini di pianerottolo davvero particolari.

Lo stile di un manga diventato cult

Pubblicato da Star Comics a luglio 2020 e tradotto da Yupa, La processione funebre di K si presenta come un volume di sobria eleganza, con la sua copertina dorata con stampa monocromatica nera. Anche nelle pagine a colori interne le tinte che trovano spazio sono solo tre: il nero, il bianco e qualche occasionale tocco di rosso vivo. L'estetica invece è quella sospesa tra gotico e punk che ha permeato l'intera cultura giovanile tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 in Giappone.

I modelli per i protagonisti di questo manga si trovano tra le star belle e dannate della scena musicale dell'epoca, gli abiti di vaga ispirazione europea e dai ricorrenti simboli cristiani attingono a piene mani da ciò che era cool per le strade dei quartieri allora underground di Tokyo. La processione funebre di K è una sorta di bibbia estetica che descrive le fascinazioni di un decennio di moda e musica in Giappone. È anche un fumetto in bilico tra mistero e giallo, ambientato tra le mura di un condominio davvero peculiare.

Una tavola tratta da La processione funebre di KStar Comics
Maki Kusumoto cambia stile e font ad ogni copertina di un nuovo capitolo

Lo stile di Maki Kusumoto è la genesi del tratto graffiante delle colleghe sopra citate. I suoi volti e arti lunghissimi, le cascate di capelli che incorniciano giovani bellissimi e dall'aurea maledetta hanno chiare vibrazioni gotiche, che verranno raffinate e diluite nei manga del decennio successivo. Qui è ancora tutto estremo, spigoloso, senza compromessi, tanto da rendere il tratto dell'autrice immediatamente riconducibile a una specifica decade. Verrebbe da dire datato, se non fosse che funziona ancora alla perfezione per restituire le atmosfere malinconiche e sinistre del condominio dove è ambientata la storia.

Considerazioni finali

La narrazione stessa è così soffusa che in mano ad un'altra mangaka rischierebbe di diventare un mezzo pastrocchio. Maki Kusumoto invece riesce a rifinire un'estetica tutta font ricercati e tavole ricche di simboli e metafore con una storia che da paradossale diventa sorprendentemente concreta, citando esplicitamente nel finale una tematica che ancora oggi è considerata un vero tabù nella società giapponese. In tanti anni e in tante letture del Sol Levante questa è forse la prima volta in assoluto che trovo un riferimento - visivo e narrativo - così esplicito a una tematica e problematica legata a doppio filo con il disagio giovanile negli anni '90 e per questo non si può che rimanere stupiti dalla scelta coraggiosa di Kusumoto.

Una delle tavole a colori di La processione funebre di KStar Comics
La disposizione delle vignette e l'utilizzo dei neri rendono da subito l'atmosfera misteriosa e sinistra

Il prezzo di copertina è importante, ma se i riferimenti culturali di Kusumoto e le mangaka che ha influenzato rientrano nel vostro parco di letture, allora è un titolo da non perdere.

I manga di Maki Kusumoto

Pressoché sconosciuta in Occidente, Maki Kusumoto rimane una sorta di autrice underground anche in Giappone, dove è meno nota di tante colleghe al grande pubblico ma mantiene saldamente lo status di mangaka cult ormai da due decenni. Ha infatti ispirato autrici diventate poi celebri a livello internazionale.

Il fatto curioso è che è riuscita in questo obiettivo pur avendo pubblicato appena tre opere rilevanti e un totale di 8 volumi. Il suo esordio in cinque volumi è Kiss xxxx, pubblicato nel 1989 e ambientato nella scena rock giapponese dell'epoca. Dopo La processione funebre di K. (1994) l'autrice è rimasta lontano dalle scene per oltre un decennio. La sua ultima opera in due volumi risale al 2008 e s'intitola Akashira Tsurubami. Il manga ha per protagonista un'anziana artista affetta da sinestesia e circondata da personaggi unici.

 La processione funebre di K mangaFrasix / Wasabi
La processione funebre di K
VOTO9 / 10

Una bibbia estetica e tematica perfetta alle culture underground e urbane della Tokyo degli anni '90: un titolo raffinato e gotico perfetto per chi ama la sponda gotica dello shoujo manga.